Saint-Bertin

Abbaye de Saint Bertin

(Ex abbazia di San Bertino) – Monaci Colombaniani poi Benedettini



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Audomar, Bertin, Mommelin e Ebertramne erano monaci dell’abbazia colombaniana di Luxeuil, quando Audomar (noto alle cronache come Omer) venne nominato vescovo della Morinia (Diocesi di Théruanne) da re Dagobert, chiamò i suoi confratelli ad aiutarlo.

Secondo la leggenda i tre monaci decisero di affidarsi alla Divina Provvidenza per trovare un posto favorevole alla fondazione: presero quindi posto a bordo di una barca improvvisata senza remi e timone, l’imbarcazione si arenò ai piedi di un’isola dopo aver attraversato una vasta distesa d’acqua stagnante da cui emanava un miasma così tremendo da impedire ad anima viva di risiedervi.

Fu così che venne fondato nel 648 nella località Ham un monastero secondo la regola di San Colombano, che nel 656 venne trasferito nell’isolotto di Sithiu (attuale Saint-Mommelin) per volontà del vescovo Audomar, su un terreno donato allo scopo il 6 settembre 651 dal ricco signore Adrowald. La località prese nome di e Oudemonstre (“vecchio monastero” in fiammingo) quando la sede venne trasferita in un luogo vicino dove venne rifondato e dedicato ai Santi Pietro e Paolo.

Per le loro virtù attirarono molti seguaci, in seguito Ebertramne fu chiamato a fondare un monastero a Saint-Quentin, mentre Mommelin verrà nominato Vescovo di Noyon. Bertin viene quindi posto a capo dell’abbazia e, dopo la sua morte e numerosi diversi miracoli avvenuti presso la sua tomba, fu beatificato e l’abbazia prese allora il nome di
San Bertin.

Sulla collinetta di Sithiu venne edificata una cappella dal vescovo Omer, in epoca carolingia elevata a collegiata dall’abate Fridogise intorno all’820.

Saccheggiato dai normanni e dai danesi nell’847 e nell’861 venne distrutto da un furioso incendio nell’880.

Nel 1045 l’abate Bovon iniziò la costruzione di una chiesa in stile romanico, che venne completata sotto l’abate Herbert (1065-1081) e ricostruita dopo un furioso incendio e consacrata il 1 maggio 1105. Di quella costruzione quale restano ancora oggi alcuni capitelli e un pregevole mosaico conservato presso il Musée de l’hôtel Sandelin nella città di Saint-Omer.

Aggregata a Cluny dal 1106 al 1139, prima di entrare a far parte della Congregazione degli Esentati delle Fiandre (Exempts de Flandre).

Nel corso del XIII l’abate Gilbert (1246-1264) intraprese la costruzione della grande chiesa gotica, dotata di una imponente torre campanaria di 48 metri, completata all’inizio del XVI secolo sotto l’abbaziato di Guillaume Fillastre (1400-1473 circa) che commissionò una sepoltura per se ai Della Robbia di Firenze, prima opera del Rinascimento italiano in Fiandra.

Il successo delle vocazioni e delle ricche donazioni ne fecero presto un’ abbazia ricca e potente, che mantenne stretti legami con le autorità. I Carolingi, i Conti di Fiandra e poi i Duchi di Borgogna vi ponevano regolarmente a capo loro congiunti, e vi organizzarono cerimonie e vi venivano sepolti. L’abbazia fu anche la residenza di importanti personalità durante il loro soggiorno a Saint-Omer, vi presero alloggio Carlo Magno, Francesco I di Francia e Luigi XIV.

L’ultimo abate Joscio d’Allesnes (83°, in carica dal 1774 al 1791) assistette impotente alla soppressione della sua abbazia da parte dei rivoluzionari. Il 16 agosto 1790 i religiosi furono costretti ad andarsene definitivamente e la gran parte del complesso venne venduto nel 1792 a Pierre Charles per 321.000 lire, tranne la chiesa che venne acquistata dall’ Libersalle di Arras nel 1799. I due acquirenti recuperano i ferri e il piombo, la cui vendita fu sufficiente per recuperare il prezzo di acquisto dell’abbazia.

Nel 1830 vennero abbattute le rovine di buona parte del monastero per ricostruire gli edifici della città, suscitando l’indignazione di Victor Hugo che nel 1825 fece una proposta di legge per la tutela del patrimonio storica, conservandone solo la torre, che in parte cadde nel 1947, dopo i danni subiti durante la seconda guerra mondiale. Oggi restano alcune vestigia, tra le quali i portale scolpito.

La tradizione brassicola benedettina è evocata dalla birra “Abbaye de St. Bertin”, una Ale bionda al 6,2 % di volueme alcoolico, prodotta dalla Brasserie de St. Omer, consociata alla Brasserie de Gayant, cone sede nella stessa città di Saint-Omer, Hauts-de-France (e produttrice anche della birra “Abbaye de Vauclair”).

Lo stemma dell’abbazia è particolare, mostra un “raggio di carbonchio” d’oro con i braccio verticale rimaneggiato in forma di pastorale abbaziale, in campo rosso. Si trova registrato nell’Armorial Général de France di D’Hozier, edizione del XVIII secolo.
Inizialmente aveva anche una bordura “d’argent et de sable” (d’argento e di nero), ma che non venne sempre mantenuta nelle forme successiva dello stemma che si blasona: “de gueules, aux rais d’escarbucle pommetés et fleudelysés d’or, le rais supérieur terminé en crosse d’or [et à la bordure componée d’argent et de sable]” (di rosso, al raggio di carbonchio pomettato e gigliato d’oro, il raggio superiore terminante in pastorale d’oro – alla bordura composta d’argento e di nero).