Monza Carrobiolo

Convento di Santa Maria al Carrobiolo

() – Chierici Regolari di San Paolo (Barnabiti)



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L’Ordine prende il nome popolare dalla prima casa-madre dell’Istituto, accanto alla chiesa di San Paolo e Barnaba di Milano, nel 1662 la sede generalizia è stata trasferita a Roma.

L’Ordine venne fondato nel 1533 da sant’Antonio Maria Zaccaria (1502-1539) in tre rami: quello dei Chierici Regolari di San Paolo, quello della Suore Angeliche di San Paolo e quello dei Laici di San Paolo, quest’ultimo comprendente soprattutto i coniugati. L’intento era quello di riformare la Chiesa secondo lo spirito e gli insegnamenti di San Paolo.

A causa dello spirito innovatore, troppo avanzato per i tempi, subì una profonda riforma: San Carlo Borromeo chiese che le Costituzioni (Regole di Vita) scritte dal fondatore fossero rivedute. Le Madri Angeliche furono costrette alla clausura e i Laici di San Paolo, di fatto furono dispersi.

A Monza l’Ordine ebbe una delle sue prime sedi, nel complesso conventuale del di Santa Maria del Carrobiolo, una fondazione dei Frati Umiliati del XIII secolo, antico Ordine divenuto ricco ed influente a discapito dell’osservanza evangelica che, dopo il tentativo di riforma di San Carlo Borromeo, venne soppresso. Le autorità ecclesiastiche, col consenso del cardinale Borromeo, concessero allora gli edifici del Carrobiolo ai Barnabiti, che da allora non lo hanno più abbandonato, nemmeno durante il periodo delle soppressioni del XVIII e XIX secolo.

Del complesso fa parte anche il Teatro Villoresi, risalente alla prima metà del XX secolo, uno dei principali della città di Monza. La cura e la gestione della sala e di tutte le attrezzature tecniche e logistiche sono affidate a personale esperto e volontario, ma legato alla Comunità dei Padri Barnabiti.

Lo stemma dell’Ordine si blasona: “d’argento (alias: d’azzurro) alla Croce del Calvario d’oro (alias: di rosso) fondata su tre monti d’oro, caricati da una spada e da una palma poste in croce di Sant’Andrea, affiancata dalle lettere P e A (per Paulus Apostolus)”.

La palma e la spada sono i tradizionali attributi iconografici dell’apostolo san Paolo, che venne decapitato presso le Tre Fontane di Roma, dove oggi sorge l’abbazia trappista omonima. Nella abituale interpretazione l’Ordine attribuisce ai tre monti il richiamo all’impegno dei tre volti solenni emessi dai religiosi: povertà, castità ed obbedienza. Il libro dell’Evangelo non è sempre rappresentato.

Presso il convento barnabita di Monza venne creato nel 2008 un modesto birrificio: il Piccolo Opificio Brassicolo Carrobiolo “Fermentum”, nella parte più antica del complesso umiliate, risalente al Medioevo, la sperimentazione brassicola venne sostenuta da Pietro Fontana, un laico educatore del convento, che convinse anche i frati. Il progetto nacque con tre sole varietà distinguibili per il colore delle etichette (la gialla, la rossa e la bianca) cui si aggiunse, nel nome Fermentum, un omaggio alla produzione casalinghe, con il rimando all’Original Gravity (la densità iniziale del mosto):

  • La Gialla, una Pils (O.G. 1056 con l’etichetta gialla) a metà strada tra la Boemia e la Germania
  • La Rossa, ispirata alle Brown Ale inglesi (O.G. 1048)
  • La Rossa, una tipo belga Tripel (O.G. 1085).

A seguito del consolidamento e dell’aumento della produzione i locali del convento si rivelarono inadeguati, si pensò inizialmente di ampliare il birrificio utilizzando i locali inutilizzati del complesso, tra i quali una cappella sconsacrata. Ma l’impegno economico era troppo rilevante per la comunità.

Dal 2014, con nuovi soci, la produzione è stata trasferita in piazza Indipendenza, sempre a Monza, con un grande locale di mescita, da circa 160 posti, con cucina interna.

Le tre birre iniziali nel tempo sono state affiancate da nuove produzioni:

  • la “Fermentum” Pils (5,4% Vol.);
  • la “Fermentum” Brown Ale, 4,9% Vol., servita dalla pompa inglese al pub;
  • la “Fermentum” Tripel (9% Vol.) la O.G. 1111 (una strong ale inglese 13% Vol.)
  • la “Fermentum” ITA (Italian Tomato Ale) una Keller chiara per la qual si usa rosmarino, basilico e… pomodoro, da abbinare alla pizza.
  • la “Fermentum Bamberga”, una Keller (4,6% Vol)
  • la “Fermentum Black Lager Hallertau” da 4.9% Vol. tipo Schwarz tedesca
  • la “Fermentum APA”, 4,8% Vol., ispirata alle American Pale Ale,
  • la “Fermentum Estiva”, una summer ale ben luppolata e bilanciata da 5% Vol.,
  • La “Fermentum Senatrice Cappelli” è spirata alle blanche belghe, 4,6% Vol., speziata con bucce di pompia sarda e coriandolo, è prodotta con un importante 50% di grando duro Senatore Cappelli,
  • la “Fermentum Weisse” al farro, una weizen bavarese da 4,7% Vol., da cui si discosta per l’uso del farro a crudo, cioè non maltato.
  • la “Fermentum Rauch”, una affumicata rigorosamente a bassa fermentazione.
  • La “Fermentum  Ginger Ale” (3,8% vol.) è invece un’ambrata con aggiunta di Zenzero fresco in fermentazione.
  • La “Fermentum Gaballus” Berliner Weisse, leggerissima di corpo e di alcol (3,3% Vol.)
  • La “Fermentum Coffee Brett”, una Imperial Stout da 11% Vol. con aggiunta di caffè
  • la “Fermentum AmanIPA Falloides”, una doble IPA di ispirazione nord americana, che deve il suo nome all’amaro (150 IBU), davvero notevole, grazie a una generosissima luppolatura.
  • La “Fermentum Mo’scanzati Azzo” da 5,6% Vol. una IGA che nasce grazie all’aggiunta, in fermentazione, di uva Moscato di Scanzo Rosciate.

Nel vecchio birrificio, in piazza del Carrobiolo è rimasto attivo per qualche anno il vecchio impianto, ora venduto, ma il birrificio ha chiesto il permesso di utilizzare quello spazio come “bottaia”, per dedicare uno spazio maggiore alle sperimentazioni di birre ripassate in legno come:

  • la Pedro Fontenez, una Tripel ripassata in una botte in cui era stato affinato uno sherry Pedro Ximénez (uva spagnola, tipica di Montilla Moriles, presso Malaga).
  • Una botte e via: una Tripel che è stata lasciata a riposare in botti utilizzate prima per, nell’ordine, Amarone della Valpolicella, Barolo e l’ultimo lotto da Morellino di Scansano.
  • la Porcini Imperial Stout, nata dal matrimonio tra una botte di grappa Berta e una Imperial Stout, con aggiunta, direttamente in botte, di funghi porcini essicati.
  • La Nespolik,creata aggiungendo le nespole giapponesi.
  • La Spada nella Botte, è una Pils maturata in botti di grappa, dove il corpo esile della Pils esaltava le note calde del legno, in modo da sembrare molto più alcolica e più secca di quanto lo fosse in realtà.