Forest

Abbaye de Saint Denis de Forest

(Ex abbazia di San Dionigi di Forest) – Monache benedettine



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Nel 1105 Fulgence, abate di Affligem, ricevette un terreno da Gislebert d’Alost posto a Meerhem, per fondarvi un monastero femminile, nel quale entrarono anche la madre di Gislebert: Ode, e la sorella Lutgarde.

Poco dopo lo stesso abate ebbe in dono la chiesa di Saint-Denis di Forest da Odon, vescovo di Cambrai; l’anno successivo il castellano di Bruxelles, Franco d’Aa, offrì all’abate un terreno contiguo al suo castello, con la cappella di Sainte-Alène, presso il ruscello Geleytsbeek per permettervi il trasferimento del monastero, istituito come priorato dipendente dall’abate di Affligem, al quale doveva versare ogni anno un’oncia d’oro.

Santa Alène ere molto venerata nella regione, in virtù dei numerosi miracoli concessi per la sua intercessione, il che contribuì al rapido sviluppo del monastero.

Secondo la leggenda (diffusa nel XII secolo) Alène sarebbe vissuta nel VII secolo, ed era la giovane figlia del signore pagano di Dilbeek, convertita al Cristianesimo volle partecipare alla messa che si celebrava in quella che sarebbe divenuta la chiesa di Saint-Denis. Il padre, oltraggiato, ordinò ai soldati di riportarla a casa; per sfuggire alla loro brutalità la vegine si aggrappò ad alcuni alberi con tale forza che il soldati, nel tentativo di staccarla, la uccisero. Un angelo, apparso all’improvviso, raccolse l’esile corpo e lo depose sull’altare della chiesa. Le spoglie vennero poi inumate in una cappella, e i numerosi prodigi attribuitile convinsero i parenti a farsi battezzare e ai pellegrini a venire visitare il sepolcro. Trasferite nel 1524 nella chiesa abbaziale, le reliquie della santa (canonizzata nel 1193) vennero poste in una bella cassa in argento e oro, che si può ancor vedere nel coro della cappella a lei dedicata nella attuale chiesa di Forest, dove si può ammirare anche il cenotafio della santa, uno dei rari monumenti funerari del XII secolo ancora esistenti in Belgio.

Solo nel 1238, con molte difficoltà e discussioni, il priorato di Forest divenne indipendente e la prima badessa, madre Pétronille di Gand, fu nominata nell’agosto del 1239 a capo di una comunità di religiose benedettine composta di dame e giovani ragazze appartenenti alla nobiltà fiamminga, la “Communauté des Nobles Dames bénédictines de Forest”, che si sviluppò rapidamente, grazie alle donazioni (le novizie dovevano portare in “dote” all’abbazia i loro beni personali) e all’acquisto di terreni e proprietà, sotto l’autorità del vescovo di Cambrai.

La primitiva cappella di Saint Denis venne sostituita da una chiesa abbaziale più vasta.

L’abbazia ebbe grande importanza per i Paesi Bassi Meridionali, e perciò subì numerosi attacchi, saccheggi e ruberie durante le frequenti guerre e contrasti religiosi che funestarono la regione.

Alla fine del XIV secolo il conflitto armato tra Carlo VIII di Francia e Massimiliano d’Austria danneggiò profondamente la comunità, che ebbe a subire in seguito anche la carestia e un’epidemia di peste.

Nel 1447 venne terminata la ricostruzione della chiesa abbaziale, sempre dedicata a Saint Denis, con una parte riservata alle religiose: la “Binne Kerke” (o “Église Intérieure”), contigua alla “Buite Kerke”: con funzione di chiesa parrocchiale, con accesso dall’esterno del recinto abbaziale.

Nel 1556 le monache dovettero rifugiarsi in una loro casa di Bruxelles, mentre l’abbazia venne incendiata nel 1582. Al loro ritorno nel 1589 venne iniziato un grande cantiere di ricostruzione.

Tra il 1684 e il 1689, i conflitti con la Francia di Luigi XIV, generarono nuove distruzioni e l’impoverimento generale della regione.

Durante il dominio dell’arciduca Alberto d’Austria e della moglie Isabella ebbe un lungo periodo di prosperità nel XVII secolo.

Il 26 marzo 1764 un incendio distrusse una parte delle costruzioni, incenerendo opere d’arte di grande valore, e il 12 settembre successivo il governatore dei Paesi Bassi, il duca Carlo-Alessandro di Lorena, pose la prima pietra della nuova costruzione, voluta dalla badessa, madre Marie-Joséphe de Bousies de Rouveroy e progettata dall’architetto ducale Laurent-Benoît Dewez (autore del castello di Seneffe, della ricostruzione dell’abbazia di Heylissen e di quella di Orval) nello stile neoclassico dell’epoca. La chiesa gotica e il recinto monastico antico non vennero però modificati, se non con leggeri interventi: vennero completati gli edifici degli ospiti, con la corte d’onore e il portale monumentale, con le dipendenze. Nel 1770 Dewez lasciò la direzione del cantiere ad un suo allievo.

Nel 1789, durante il periodo rivoluzionario, l’abbazia venne occupata dai francesi, che causarono gravi danni e scacciarono le religiose. Nel 1780 sfuggì alle misure anticlericali dell’imperatore Giuseppe II, grazie al fatto che le monache gestivano un collegio per l’educazione delle ragazze, nelle intenzioni del monarca la soppressione degli enti “inutili” allo Stato avrebbero dovuto alleggerire l’imposta delle decime e rimpinguare le casse imperiali.

Comunque nel 1790 tutte le comunità “contemplative” vennero soppresse, le monache esautorate (non senza vivaci rimostranze), il 19 novembre 1796 e i beni venduti e destinati ad altri usi, soprattutto industriali (tintura, filatura, birreria…). Le religiose però si erano già rifugiate in Germania nel 1794, portando con se libri, documenti e la cassa reliquiario di Santa Alène, la popolazione di Forest si accanì contro gli edifici, simbolo dell’oppressione feudale.

Nel 1797 un imprenditore acquistò l’insieme delle strutture e ne organizzò lo smantellamento, nel 1810 il chiostro e la chiesa abbaziale risultano demolite, rimasero in piedi gli edifici dell’epoca di Dewez, considerate parte del castello Decker.

Le relique di santa Alène vennero successivamente riportate a Forest, nella chiesa che dal 1823 funge da parrocchiale, residuo del primitivo complesso romanico-gotico, che conserva altre opere d’arte provenienti dall’abbazia (gli stalli del coro venero trasferiti nella basilica di St. Gudule a Bruxelles).

Le ultime monache ritornarono dal’esilio, me presero dimora a Bruxelles, dove l’ultima di esse morì nel 1837.

Il Comune di Forest acquistò quel che restava nel 1964, promuovendo importanti lavori di ripristino e restauro dal 1968, nel 1994 ottenne la classificazione a “Monument Historique”. Oggi negli edifici superstiti è stato organizzato un centro culturale, per congressi, seminari, banchetti e mostre organizzati dal Comune: mentre l’area della chiesa abbaziale è occupata dalla piana accanto alla chiesa di Saint-Denis, mentre quella del chiostro corrisponde all’attuale “Jardin des Quatre-saison”. Ogni anno, nel mese di settembre, le “fêtes médiévales” restituiscono al complesso un’atmosfera suggestiva e particolare.

La birra “Abbaye de Forest” è un tipica birra bionda belga tripla ad alta fermentazione, “birra d’abbazia riconosciuta” titolata al 6,5%, prodotta dal 2005 dalla Brasserie de Silly, nell’Hainaut, secondo la tradizione risalente all’epoca delle benedettine.

Lo stemma dell’abbazia riprende le figurazioni degli antichi sigilli, utilizzati dagli scabini abbaziali di Forest, stabile dal XVI secolo mostra entro uno scudo partito (a losanga tipico delle fondazioni femminili): nel primo campo, d’argento, alcuni alberi (solitamente tre) richiamanti il toponimo, (Forest, in francese; Vorst, in fiammingo) dal latino foris /forestum, poi passato nella locuzione forestem silvam (“bosco riservato” o “foresta reale”) designante un terreno boscoso del quale l’uso era riservato in esclusiva al signore feudale. Gli alberi sono chiusi e “protetti” dentro una corona richiamante quella ducale di Brabante (versione del sigillo della fine del XVI secolo); nel secondo campo, d’azzurro, un pastorale d’oro tenuto da un braccio vestito dell’abito di monaca (da un sigillo più antico, esistente nel 1186).

Lo stemma è oggi alzato, invariato, dall’attuale comune di Forest.