Fontfroide

Abbaye de Sainte-Marie de Fontfroide

(Ex abbazia di Santa Maria di Fontefrigida) – Monaci Cistercensi



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Il visconte di Narbona, Aymeric I, autorizza nel 1093 una comunità di monaci benedettini a costruire un monastero sulle sue terre sul massiccio montuoso Des Corbières, presso un torrente alimentato da una sorgente d’acqua spumeggiante, la Fons Frigida (lett. “fonte fredda”), che diede il nome alla fondazione.

 

Pur restando a lungo tempo un piccolo monastero divenne un centro importante con l’adesione alla riforma cistercense nel 1144.

 

All’abate di Fontfroide la viscontessa Ermengarda di Narbona donò un vasto appezzamento di terreno, garantendo così l’autonomia economica della comunità, mentre il conte di Barcellona (e re d’Aragona), Raymond Berenguer IV, donò un terreno in Catalogna per la fondazione nel 1150 di quella che diverrà la potente abbazia di Poblet.

 

Nel 1203 un monaco dell’abbazia, Pierre de Castelnau, venne nominato da papa Innocenzo III Legato Pontificio per la lotta contro i Catari. Il 14 gennaio 1208 il Legato venne assassinato presso l’abbazia di Saint-Gilles-du-Gard e il papa lanciò la tragica “Crociata contro gli Albigesi” (come erano anche detti i Catari, dal nome della città di Albi, dove erano particolarmente diffusi) e l’abbazia divenne un avamposto strategico per la lotta contro gli eretici.

 

Verso la seconda metà del XIII secolo ebbe generose donazioni da parte del cavaliere Olivier de Termes, ex cataro desideroso di riparare ai torti che aveva commesso verso la Chiesa cattolica, in particolare egli finanziò la costruzione della cappella dei morti.

 

Nel 1311 il monaco Jacques Fournier, succedette allo zio Arnaud Novel sulla cattedra abbaziale di Fontfroide. Successivamente nominato vescovo di Parmiers nel 1317, diresse il Tribunale dell’Inquisizione contro gli ultimi Catari. Trasferito nel 1326 alla sede vescovile di Mirepoix, venne nominato cardinale di Santa Prisca nel 1327 ed eletto papa nel dicembre 1334, succedendo a Giovanni XXII prese il nome di Benedetto XII. Appena eletto revocò tutte le “commende” e intraprese la riforma degli Ordini monastici a cominciare, nel 1335, proprio dai Cistercensi. Fu lui a fare costruire il palazzo papale di Avignone, dove morì nel 1342.

 

Dal XV secolo la carica abbaziale venne data in Commenda dal re di Francia e personaggi di corte, spesso nobili e talvolta nemmeno religiosi, questi promossero delle grandi ricostruzioni del complesso trasformandolo in una lussuoso castello con corti d’onore, giardini, terrazzamenti. La comunità condusse una vita abbastanza agiata e poco rispettosa della regola, nelle relazioni si legge del consumo abituale di carne e di cioccolato, nonché della pratica del gioco d’azzardo (soprattutto biliardo).

 

Soppressa nel 1791 dai rivoluzionari e donata agli Hospices de Narbonne (Ospedali di Narbona) l’abbazia venne rifondata nel 1858 dai monaci di Sénanque; padre Jean Léonard di Nîmes (1815-1895), già professore di matematica e maestro dei novizi di Senanque, venne nominato priore di Fontfroide nel 1858 ed eletto abate nel 1889, fu lui a ridare vita al monastero. I suoi scritti e le sue opere ebbero grande influenza nel mondo cattolico dell’epoca, soprattutto su alcune figure emblematiche come santa Teresa del Bambin Gesù e sant’Antonio Maria Claret. Alla sua morte una folla di gente partecipò alle esequie. Il processo di beatificazione è in corso.

 

Le legislazione francese sulla separazione tra Stato e Chiesa, costrinse nel 1901 i monaci ad abbandonare l’abbazia. Nel 1908 venne acquistata da una coppia di artisti, Gustave Fayet e Madeleine d’Andoque, collezionisti di autori francesi come Gauguin, Van Gogh, Cézanne e Odilon Redon, le cui opere ornavano gli ambienti dell’ex biblioteca monastica. La coppia intraprese alcuni lavori di restauro e destinò gli antichi locali a centro per progetti artistici e culturali, venne realizzata la “roseraie” (roseto con 2500 esemplari, tra le quali la rosa doppia “Abbaye de Fontfroide” creata dal giardiniere Guillot) e ripristinato il grande giardino terrazzato voluto dalla genovese Costanza Fregoso, madre di uno degli abati commendatari di Fontfroide. I loro discendenti sono ancora gli appassionati proprietari del sito e ne hanno curato il ripristino e il restauro dopo il furioso incendio del 1986.

 

Il suggestivo complesso, usato anche come set cinematografico, è tutt’ora proprietà privata, ma visitabile: vi è allestito anche un museo. Mentre nei terreni adiacenti si produce il vino AOC Corbières – Abbaye de Fontfroide.

 

Lo stemma dell’abbazia compare nell’Harmorial di Charlese D’Hozier del 1697 (Languedoc, t. 13, p. 684 ) mostra una fontana, richiamante la “fonte fredda” del toponimo e le due iniziali del toponimo (Fons Frigida/Font Froide), si blasona : “D’azur, à une fontaine jaillissante d’argent, accompagné en chef de deux lettres F du même” (d’azzurro, ad una fontana zampillante d’argento, accompagnata in capo da due lettere F dello stesso).

 

La birra Kor’Bière – Abbaye de Fonfroide, della Brasserie d’Oc di Mèze,  celebra ancora oggi la memoria dell’antica abbazia:

 

  • Kor’Bière – Abbaye de Fonfroide Blonde, con ingredienti nazionali francesi e zenzero a 6,5 %.
  • Kor’Bière – Abbaye de Fonfroide Brune, una Doppel belga a 6,5%.
  • Kor’Bière – Abbaye de Fonfroide Blanche, a 4,5%.

 

info@fontfroide.com