Biburg

Biburg Kloster

(Ex monastero di Biburg) –



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Il conte Heinrich von Sittling e la moglie Bertha, figlia del conte Eberhard von Ratzenhofen, rimettono ai figli cadetti Konrad e Arbeo il castello di Biburg, già della madre, che d’accordo con essa ne fanno dono al vescovo Otto I di Bamberga nel 1125, con l’obbligo di fondarvi un monastero (il vescovo aveva fondato,quindici anni prima, monastero di Prüfening vicino a Ratisbona).

La chiesa fu iniziata nel 1125 ed inaugurata nel 1133; il resto del monastero venne completato nel 1140 e consacrato dal vescovo di Ratisbona, Heinrich, e da quello di Bamberga (nonché patriarca di Acquileia) Egilbert e dedicato alla Vergine Maria. Il primo abate fu Eberhard, un altro figlio di Bertha, già monaco professo a Prüfening che governerà il monastero fino alla nomina di arcivescovo di Salisburgo, mentre il fratello maggiore Ulrich è nominato “Vogt” (“advocato”, cioè “protettore” laico) del monastero che, inizialmente, è doppio: cioè costituito da una comunità maschile ed una femminile. Alla sua morte la contessa Bertha vi verrà sepolta (oggi è venerata come la Beata Berta di Biburg).

A seguito di un furioso incendio del 1278, l’abate Heinrich IV è costretto a vendere i beni del monastero, che continua però la sua esistenza, solo maschile, tra le difficoltà per lungo tempo.

Nel 1520 l’abate don Leonhard Aichstetter fa ricostruire il monastero a nord della chiesa, con un’ampia corte agricola. Il suo successore don Benedikt Colmann (1526-1550) fa invece rifare la navata centrale e il transetto della chiesa con una volta in stile gotico. L’ultimo abate di Biburg è don Hieronymus Stromair, che resta in carica solo quattro anni.
Quindi la Riforma protestante arriva anche a Biburg: nel 1555 il monastero risulta disabitato e viene soppresso, gli edifici passano in proprietà al duca di Baviera Wilhelm V, che nel 1589 lo assegna ai Gesuiti come sede estiva del Collegio di Ingolstadt, i quali lo gestiranno fino al 1781 (compresa una ricostruzione pressoché totale dopo un altro incendio nel 1701).

Dopo la soppressione dell’ordine dei Gesuiti da parte del Papa nel 1773, il principe elettore Karl Theodor von Wittelsbach assegna Biburg al’’Ordine dei Cavalieri Ospitalieri di San Govanni di Gerusalemme (attuale Ordine di Malta), mentre la chiesa del monastero nel 1785 diventa la chiesa parrocchiale del villaggio, in sostituzione della vecchia chiesa parrocchiale dedicata a Santo Stefano.

Con l’abolizione dell’Ordine di San Giovanni in Baviera nel 1808 l’ex abbazia passa prima in mano privata e poi statale. Tra il 1885 e il 1887 la chiesa viene restaurata in stile neoromanico-bizantino.

La chiesa di Santa Maria Immacolata di Biburg è uno dei monumenti architettonici più importanti della Baviera.

Oggi parte degli edifici, di proprietà del Comune di Biburg, sono stati venduti per farne un complesso residenziale. Vi è stata ospitata per un certo tempo la Kunstpension Biburg, una scuola e accademia d’arte e un hotel.

La birra “Kloster Biburg” è stata prodotta negli nel birrificio fondato nel XIII secolo e rimasto attivo, tra alterne vicende, fino alla creazione della “Biburg Kloster Brauerei” che viene però chiusa nel 1991. Oltre a quello attualmente negli edifici monastici

Lo stemma dell’abbazia si presentava: “troncato: al primo d’argento a due rose d’azzurro, bottonate e fogliate d’oro; al secondo d’azzurro ad una rosa d’argento, bottonata e fogliata d’oro” (“von Silber und Blau geteilter Schild, darin drei zwei zu eins gestellte heraldische Rosen mit goldenen Butzen in verwechselten Farben”); è noto dal 1463 come derivato da quello dei conti di Sittling e Biburg, fondatori dell’abbazia nel 1141.