Strahov

Strahovský Klášter Nanebevzetí Panny Marie

(Monastero della Beata Vergine Assunta di Strahov) – Canonici Regolari Premostratensi



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Dopo il suo pellegrinaggio in Terra Santa nel 1138, il vescovo di Olomouc Jindřich Zdík ebbe l’idea di creare un monastero di canonici a Praga, con l’aiuto dell’arcivescovo e del re Vladislav II di Boemia, fondò nel sobborgo di Strahov un primo convento che però non prosperò. 

 

Nel 1143 la comunità venne affidata ai premostratensi di Steinfeld che costruirono un primo edificio in legno e iniziarono a costruire una basilica romanica sul luogo dove già esisteva una piccola chiesa in pietra.

 

Nel 1182 il monastero era terminato, ma nel 1258 venne distrutto da un incendio, dopo il quale venne prontamente restaurato.

 

La comunità prosperò fino al periodo delle guerre hussite, nel 1420 venne saccheggiato dagli evangelici e danneggiato.

 

Il periodo successivo fu caratterizzato da una costante crisi economica ma da una intensa attività intellettuale.

Nel 1586 divenne un abate di Strahov, Johan Lohelius che iniziò il radicale restauro del monastero, sia in termini di costruzione che di spiritualità: fece ricostruire  la chiesa fatiscente, eresse fabbricati nuovi per laboratori del monastero, e creò nuovi giardini. 

 

Nel 1612 Lohelius venne nominato arcivescovo di Praga, e la carica abbaziale passò a Kašpar de Questenberg, che continuò il lavoro di ricostruzione fisica e morale, a lui si deve l’ospedale di San Giovanni e il birrificio del monastero.

 

Verso la fine della guerra dei trent’anni, il monastero fu nuovamente saccheggiato e devastato dall’esercito svedese e finlandese, che asportarono molti tesori della chiesa e della biblioteca. 

 

Solo dopo la fine della guerra l’abate Macarius Franck restaurò e, in parte, ricostruì gli edifici danneggiati e il nuovo ospedale di S. Elisabetta. Sotto il suo abbaziato e quello del successore Girolamus Hirnheim venne terminata la biblioteca teologica nel 1672.

 

Nel XVIII secolo proseguì la ricostruzione in stile barocco dell’intero complesso, interrotta dalle guerre: nel 1742 l’intera aera venne bombardata, essendo la posizione del monastero strategica per il controllo della città di Praga, durante l’assedio franco-bavarese della città.

 

Al termine dei conflitti la ricostruzione prese un impulso deciso e lo stile barocco si impose su tutte le strutture precedenti, in quell’occasione venne costruita la nuova monumentale biblioteca filosofica, promossa dall’abate Vaclav Mayer, completata nel 1797. Gli architetti principali furono Anselmo Martino Lurago e Ignaz Johann Palliardi.

Dopo il 1989, da quando il complesso abbaziale è tornato in possesso dei premostratensi, è iniziata la nuova grandiosa campagna di restauri, tutt’ora in corso.

 

Oggi l’abbazia è uno dei più visitati monumenti praghesi, soprattutto per la chiesa dell’Assunta (dell’architetto Jean Baptiste Mathey), le due meravigliose biblioteche (la Teologica e la Filosofica, con tesori risalenti fino al IX secolo), la pinacoteca e gli scenografici giardini: quello detto “dell’abbazia” adiacente al monastero sul lato orientale attualmente ospita ristorante estivo.  È collegato con il vigneto e il “Giardino Grande” che si estende sul pendio del Monastero e oggi è uno dei grandi parchi pubblici della città di Praga.

 

L’abbazia di Strahov rappresenta un luogo particolare per i premostratensi, dato che nella sua chiesa si conservano i resi del fondatore dell’Ordine: san Norberto di Xanten, già arcivescovo di Magdeburgo (Sassonia-Anhalt) dove morì nel 1134, le sue spoglie  vennero traslate a Strahov nel 1627) .

 

Tra le numerose attività economiche il monastero oggi sostiene anche la rinomata Klasterni Pivovar, la birreria monastica, che perpetua la produzione documentata dal XIII secolo (che produceva su licenza imperiale), anche se la produzione strutturata in una apposita fabbrica si deve all’iniziativa dell’abate Kašpar de Questenberg nel 1628.

Chiusa nel 1919, venne trasformata in fattoria, dovette aspettare il 2000 per riprendere la produzione, come attività di autofinanziamento per gli estesi cantieri di restauro, alla birreria e alle altre attività partecipa un numeroso personale laico

 

  • Norbert IPA, alc. 6,3 % vol.
  • Norbert polotmavý, scura a 5,9 %
  • Norbert Chocolate Stout, bruna invecchiata in botti di ciliegio, 5 %
  • Summer Red Ale, stagionale a 4,5,%

 

Si producono anche birre aromatizzate alla frutta (al mandarino, al cocco…).

Lo stemma dell’abbazia è ancora fieramente in uso, e la versione attualmente visibile un po’dappertutto (come sul sito) è quella più ridondante, completa di cappello prelatizio bianco (privilegio dell’Ordine Premostratense) con dodici nappe (sei per lato) e un cimiero con la figura di San Norberto tenente un ostensorio e vestito degli abiti pontificali (arcivescovili).

Lo scudo è inquartato con le insegne dell’arcidiocesi di Praga (“di nero, alla fascia d’oro”) modificate (nel primo campo con l’aggiunta di tre gigli d’oro, nel quarto con tre rosette) e sono un riferimento agli arcivescovi della città che sono stati monaci dell’abbazia, mentre negli altri campi azzurri sono rappresentate le chiavi pontificie.