Solberga
Solbergan Kloster
(Ex abbazia di Solberga) – Monache Cistercensi

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Il 12 agosto 1246 sull’isola di Gotland un gruppo di monache provenienti da Vreta fondò ufficialmente un monastero, col permesso del vescovo Lars (Laurentius) di Linköping, nel luogo che è stato identificato con Solberga (Sol-Berg, dal latino Mons Solis, “monte del sole”), che divenne una grande abbazia. Nel 1361 molti caduti della battaglia di Visby, durante la guerra tra i mercenari danesi di Valdemar Atterdag e l’esercito della Repubblica di Gotland, gli oltre 1800 morti furono sepolti nel cimitero dell’abbazia, ancora oggi rimane una grande croce a memoria.
Tra il 1398 e il 1403 i Cavalieri Teutonici, l’unione dei “Vitalienbrüder” (“Fratelli Vettovagliatori” una gilda di corsari meclemburghesi anti-danesi) e “l’Unione di Kalmar” entrarono in conflitto per il controllo del territorio, la guerra che si generò fu devastante per l’abbazia che venne abbandonata.
La badessa nel 1404 chiese al gran maestro dei Cavalieri Teutonici di Prussia, che allora controllavano il territorio, di poter fondare una nuova abbazia. Venne loro concessa la cappella di St. Jakob di Visby e, quando questa si rivelò insufficiente nel 1469, si trasferirono presso la cappella di St. Gertrud (dedicata a Santa Gertrude di Nivelles) sempre a Visby, dove la comunità mantenne la denominazione di “abbazia di Solberga”.
Nel 1478 il monastero fu teatro di una vicenda che ricorda vagamente quella della “Monaca di Monza”: il mercante Henrik Harlekov di Lubecca penetrò nel monastero per sedurre una monaca. I due amanti scomparvero da Visby, anche se non è certo se insieme, e l’abbazia ottenne i beni in città del mercante come risarcimento.
L’intera struttura del monastero fu distrutta durante la furiosa tempesta che si abbatté su di Lubecca e Visby il 12 maggio 1525. Poco dopo la cappella pressoché distrutta fu abbandonata e cadde in rovina. Con l’avvento della Riforma il monastero venne soppresso.
Non si ha conoscenza dello stemma del monastero di Visby, ma si conosce quello della “casa madre” di Vreta e si è portati a pensare che anche le consorelle di Solberga abbiano adottato un emblema simile (come in molti casi analoghi nel resto d’Europa). Vreta alzava un semplice scudo a losanga nero con la banda scaccata argento e rosso, che è tradizionalmente ritenuto lo stemma della famiglia di San Bernardo di Clairvaux.
Se la produzione di birra presso il monastero può solo essere supposta è certo il largo consumo da parte delle religiose di questa bevanda, fin da tempi remoti. La cosa non sorprende: la birra era considerata un alimento necessario, e certamente più pura dell’acqua.
La memoria dell’antico monastero è perpetuata ai nostri giorni da ben due tipi di birre:
La birra “Wisby Kloster” (già Gotland Wisby Klosteröl ) è prodotta dal 1995 dalla Gotlands Bryggeri (sussidiaria della Spendrups Bryggeri) ed è una Pale Ale al 5%, la birreria ha sede a Gotlands län Sweden. La ditta produce altri tipi di birre con l’ etichetta “Wisby” (“Wisby Pils”, “Wisby Lager”, “Wisby Weisse”, “Wisby Stout”, “Wisby Påsk” pasquale e la “Wisby Jul” natalizia…).
La “Solberga Kloster” Tripple Ale, è una “tripel” in stile belga all’8%, prodotta invece dalla Barlingbo Bryggeri, di Visby.