Saint-Wandrille de Fontenelle

Abbaye Saint-Wandrille de Fontenelle

(Abbazia di San Vandregisilo di Fontenelle) – Monaci Benedettini



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L’abbazia di Saint Wandrille (San Vendregisilo, in italiano) si trova in Normandia, presso il villaggio che da essa prende nome, Saint-Wandrille-Rançon, dove il santo fondò il suo monastero, su un terreno dei domini reali ottenuto grazie all’amico fraterno sant’Ouen (Audoeno), arcivescovo di Rouen, presso il ruscello della Fontenelle, affluente della Senna, nella foresta di Jumièges.

 

Wandrille era un nobile, che aveva un ruolo importante alla corte del re merovingio Dagoberto I, ma stanco della vita mondana, si ritirò nel monastero di Montfaucon, nello Champagne, nel 629. Successivamente si trasferì nell’abbazia colombaniana di Romainmôtier per dieci anni. Nel 648 ritornò in Normandia dove fondò, assieme all’amico Gond, l’abbazia di Fontenelle, sempre secondo la regola di San Colombano, il 1 marzo 649.

 

La costruzione primitiva venne dedicata a San Pietro Apostolo, e sorse secondo i modelli dell’architettura carolingia, consacrata da sant’Ouen nel 657. Alla morte di Wandrille il 22 luglio 668 la comunità era fiorente, e il monastero comprendeva sette cappelle dipendenti dedicate a San Pietro (la maggiore), San Paolo, San Lorenzo, San Pancrazio, San Saturnino, Sant’Amando, e quella di Notre-Dame.

Il complesso venne distrutto da un incendio nel 756, ma venne ricostruito prontamente con l’aggiunta di un nartece e una alta torre.

 

Nel 823 giunse a Fontenelle l’abate Anségise (Ansegiso), che iniziò la radicale opera di riforma e di ripristino della disciplina che si era smorzata, anche a causa di abati e “protettori” indegni (soprattutto laici) come già aveva iniziato a fare presso l’abbazia di Luxeuil.

 

Purtroppo la ricchezza dell’abbazia ne fece un ghiotto obbiettivo per i Vichinghi, che il 9 gennaio 852 assalirono il monastero, al quale appiccarono il fuoco, costringendo i monaci a fuggire portando con loro le reliquie del fondatore. Inizialmente si rifugiarono a Chartres, poi a Boulogne, a Saint-Omer, ed infine a Gent (Gand) nel 944; solo nel 966 poterono tornare nella loro abbazia, con l’abate Maynard, iniziando i lavori di ricostruzione, che avranno grande impulso nel 1006 grazia a Riccardo II, duca di Normandia, e all’abate (poi santificato) Gérand.

 

Nel 1012 l’abbazia venne nuovamente distrutta da un incendio, quindi ricostruita e riconsacrata, nel 1033 venne ancora distrutta da un altro incendio nel 1250. La ricostruzione fu terminata solo nel 1331, a casa della mancanza di finanziamenti adeguati. La nuova chiesa abbaziale di San Pietro venne consacrata il 12 settembre, durante l’abbaziato di (san) Gradulphe.

 

Il fervore religioso e le qualità intellettuali dei suoi membri fecero di Fontenelle un luogo prestigioso e rinomato, che attirava molti postulanti, al suo apogeo arriverà ad ospitare 300 membri. Ebbe un importante scriptorium, nel quale il monaco sant’Hardouin trascrisse il Vangelo, un Salterio, tre messali, biografie e una delle lettere di San Paolo.

 

Nel corso del XV secolo l’istituto dell’Abate Commendatario, con la carica attribuita a personaggi estranei e spesso poco interessati alla vita monastica, procurò una profonda crisi della comunità. La mancanza di manutenzione adeguata fece crollare la torre principale improvvisamente nel 1631. L’abate commendatario dell’epoca, Ferdinand de Neufville, chiese alla Congregazione Benedettina riformata di Saint Maur di farsi carico della riforma dell’abbazia.

Quindici monaci Mauristi presero possesso del monastero il 14 gennaio 1636 e dettero avvio ai lavori di restauro, con la costruzione di nuove ali di edifici che renderanno l’abbazia adatta ad ospitare il Capitolo Generale della Congregazione Benedettina Maurista.

 

I rivoluzionari però soppressero l’abbazia e gli edifici vennero confiscati e venduti nel 1791, la chiesa venne demolita in parte e il monastero trasformato in opificio industriale.

 

Nel 1896 George Stanislaus III duca di Stacpoole, prelato di alto profilo e membro della famiglia che aveva acquistato Fontenelle vi morì, dopo avervi passato tutta la vita; nel testamento aveva lasciato in eredità il sito ai Benedettini di Ligugè, che vi inviarono un gruppo di religiosi il 13 febbraio 1894, guidati da don Jean Martial Besse e don François Chamard che ne divennero i priori successivamente, infine don Joseph Bourigaud, abate di Saint Martin de Ligugé, divenne l’amministratore apostolico nel 1895 fino alla ricostituzione dell’abbazia.

 

Don Joseph Pothier di Ligugè, monaco studioso che aveva ristabilito l’uso del canto gregoriano, già priore, divenne il nuovo abate del nuovo monastero che venne dedicato a Saint Wandrille il 24 luglio 1898. Degli antichi edifici solo la cappella di Saint Saturnin sopravviveva, gli altri edifici vennero ricostruiti.

 

Durante la Prima Guerra Mondiale la zona venne occupata dai tedeschi nel 1914, i monaci furono costretti a fuggire, potranno tornare solo il 26 gennaio 1931, guidati dall’abate don Jean-Louis Pierdait, dopo un periodo di residenza provvisoria a Réray d’Aubigny, nella diocesi di Moulins.

 

Alla fine del Secondo Conflitto mondiale, durante il quale i bombardamenti avevano pesantemente danneggiato l’abbazia, venne ricostruita anche la chiesa, consacrata nel 1970.

 

Lo stemma dell’abbazia riprende quello del Regno di Francia, nei domini del quale era stata fondata, e in riconoscenza dei privilegi concessi dai monarchi francesi e per la presenza tra i suoi membri di numerosi figli dell’alta aristocrazia del Regno. Lo stemma proprio del’abbazia mostra una fascia ondata, simbolica del ruscello Fontenelle che dà il determinante toponomastico al monastero, mentre sulle etichette della birra « Saint Wandrille » compare o stemma reale francese.

 

La birreria del monastero, documentata in antico, è stata ripristinata nel 2016 per assicurare una risorsa economica al monastero e produce la birra « Saint Wandrille » con cinque malti diversi e quattro luppoli di origine controllata francese e alcune spezie secondo una ricetta tenuta tutt’ora segreta. Si tratta di una birra ambrata, con un titolo del 6,5 % in alcool molto apprezzata.