Mortemer

Abbaye de Mortemer

(Ex abbazia di Mortemer) – Monaci Cistercensi



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La vicenda di questa famosa abbazia rimonta al 1130 quando Robert de Candos, castellano di Gisors, fondò un monastero a Beaumont-le-Perreux, su consiglio dell’abate Guillaume dell’abbazia Du Pin (nella Vienne), pochi anni dopo, nel 1134 l’abate Alexandre si ritirò con la sua comunità vicino allo stagno di Mortemer, nella foresta di Lyons, nella valle di Fouillebroc. Il quarto figlio di Guglielmo “il Conquistatore”, Henri I Beauclerc re d’Inghilterra e duca di Normandia, finanziò quindi la costruzione di quella che sarà la prima abbazia dell’Ordine Cistercense in Normandia, che l’arcivescovo di Rouen affilierà nel 1137, alla dipendenza dell’abbazia di Ourscamp, che nominerà gli abati di Mortemer.

La località era denominata Mortemer dal latino “Mortum Mare” derivato a sua volta dal germanico, col significato di “vasto luogo di acque stagnanti”.

La storia è narrata nella cronaca contenuta nel Cartulario redatto sotto l’abbaziato di Guillaume Tholomée alla fine del XII secolo.

Enguerran de Vascœuil fece costruire una infermeria, la casa dei conversi, un dormitorio e il refettorio. L’imperatrice Matilde finanziò la costruzione di due grandi Ospizi. Il complesso venne chiuso dalle mura difensive edificate dall’abate Geoffroy Ide La Chaussée (1164-1174).
La chiesa abbaziale venne costruita in diversi periodi tra il 1154 e il 1200, a partire dall’abate Étienne (1154-1163), Enrico II d’Inghilterra e la madre Mathilde ne finanziarono la costruzione che venne proseguita dall’abate Richard de Blosseville, già abate di Valasse e poi di Mortemer dal 1174 al 1180. L’abate Guillaume I Tholomée (1180-1200) poté benedire la conclusione dei lavori ma solo nel 1209, dopo la conquista della Normandia da parte di Filippo-Augusto Francia, che l’arcivescovo di Rouen, Robert Poulain, poté consacrarla.

Dotata di un vasto patrimonio l’abbazia divenne ricchissima, anche per la protezione accordata dai re di Francia, che consentirono il possesso anche di case a Parigi. A Beauvais e Rouen. Il prestigio raggiunto permise all’abate Guillame d’Autun (1405-1428) di rappresentare l’Ordine Cistercense al Concilio di Costanza del 1412. Il superiore dell’abbazia era anche signore feudale di un vastissimo territorio, con grange, chiese, villaggi e priorati dipendenti e lo scriptorium contribuì a diffonderne la fama.

Durante l’assedio di Gisors, della Guerra dei Cent’anni, le truppe inglesi si acquartierarono a Mortemer.
L’abate Louis Huillard fece costruire il palazzo abbaziale.

Nel 1543 l’abbazia passò sotto il regime commendatario che ne determinò il declino, sia economico che spirituale, la pessima amministrazione degli “abati commendatari”, in particolare quella di Philippe de la Fontaine, condussero il Parlamento di Normandia nel 1653 a confiscarne le rendite per finanziare gli indispensabili lavori di riparazione. Purtroppo, anche a causa di beghe legali, i lavori non vennero fatti e nel 1680 la guglia ricoperta di piombo del campanile venne abbattuta dalla tempesta e crollò sulla chiesa, nel 1695 altre parti del monastero risultavano crollate (dormitorio e il muro di cinta), una inondazione distrusse il mulino.
Nel 1770 solo sei monaci risiedevano nell’abbazia e, nonostante il disastro finanziario, si restaurò la volta della chiesa, voltata in pietra.

Dal 20 dicembre 1966 il complesso è registrato come “Monument Historique”.

Nel 1789 i rivoluzionari perseguitarono quattro monaci rimasti fino al loro assassinio nelle cantine dell’abbazia, accusati ingiustamente di essere “affamatori del popolo.

L’abbazia cessa ufficialmente di esistere l’11 gennaio 1791, con l’atto formale della delibera del comune di Lyons, gli arredi vennero venduti o dispersi nelle chiese del circondario: l’altare maggiore venne installato nella chiesa di Les Andelys. Il nuovo proprietario degli edifici, Louis-André Duval, ne vendette le pietre come materiale da costruzione; quello successivo, tale Carpentier, nel 1808 la trasformò in una vera cava di pietra.

Nel 1985 l’ “Association de l’Abbaye de Mortemer” riuscì a diventare proprietaria di quello che rimaneva, nella ala sud venne organizzato un museo sulla storia del monastero, che viene spesso utilizzato come “set” per manifestazioni di vario genere.

Alcune sinistre leggende hanno fatto guadagnare al sito il titolo di “Abbazia più infestata di Francia” al punto che nel 1921 venne organizzato un esorcismo. Ancora nel 1960 un operaio dell’azienda agricola venne terrorizzato da spaventosi episodi notturni.
Questi episodi hanno dato l’idea di creare un Musée des légendes et fantômes (Museo delle leggende e dei fantasmi) che racconta le vicende dei quattro monaci massacrati, della Dame Blanche (Dama Bianca) che su vuole sia lo spettro dell’imperatrice Matilde, nipote di Guglielmo il Conquistatore e nonna di Riccardo I Cuor di Leone, giovane donna era alquanto “frivola”. Nel tentativo di calmarla, suo padre la rinchiuse nell’abbazia per cinque anni e fu espropriata del trono d’Inghilterra. Morì nel 1167, all’età di 60 anni, e ora riposa in una tomba nella cattedrale di Rouen. Oltre a lei si racconta dell’apparizione di altri fantasiosi personaggi come la Garrache, sorta di crudele donna-lupo (raccolti in un edizione a stampa del 1986). Nel 1990 una giornalista, Muriel Motte, pretese di aver fotografato più volte uno spettro vagante nelle rovine che attirò anche l’attenzione della televisione (RIP) che, però, dimostrò l’inesistenza del fenomeno, dovuto ad un particolare riflesso di un proiettore che illuminava il transetto.

Anche la birra “Abbaye de Mortemer – Bière des Fantômes” (Abbazia di Mortemer – birra dei fantasmi) richiama le leggende legate a questo luogo e viene prodotta nella nuova brasserie ricavata nell’antico mulino abbaziale, nelle versione ambrata al 6% di tenore alcoolico.

Lo stemma dell’abbazia è riportato da Charles D’Hozier nell’Armorial Général de France, edizione del 1696, 21e volume, Normandie, Généralité de Rouen, folio No 410. Mostra i gigli di Francia, ma d’argento anziché d’oro, associati ai leopardi d’Inghilterra, chiaro riferimento al fondatore Henri Beauclerc.