Maagdendale

Maagdendale Abdij van Oudernaarde

(Ex abbazia di Maagdendale in Oudenaarde) – Monache Cistercensi



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Nel XII secolo venne fondata una prima abbazia nella località di Vloesberg (Flobecq, in francese), nell’Hainaut, ma la posizione si fece nel tempo poco difendibile e la badessa chiese al barone di Pamele, Arnolfo IV, di poter trasferire il monastero nella località di Cam, presso Oudenaarde (Audenarde, in francese) la città che dal 1054 aveva soppiantato l’antico centro di Ename, sulla sponda opposta.

Nel 1233 la comunità ricevette dal barone un terreno sulla sponda orientale della Schelda per costruirvi la nuova sede, che assumerà il nome di Maagdendal (lett. “Valle Vergine” poi interpretato come Magdendaale: “Luogo delle Vergini”) diverrà una delle più importanti abbazie femminili delle Fiandre.

Nel 1408 la zona venne devastata dalle inondazioni e, durante le rivolte olandesi, venne ripetutamente saccheggiata: quando nel 1566 scoppiò l’iconoclastia, e nell 1572 quando venne nuovamente devastata dai rivoltosi guidati da Jacob Blommaert. Nel 1684 venne distrutta da un incendio causato dai bombardamenti francesi. La ricostruzione durò fino alla metà del XVIII secolo.

A seguito della entrata in vigore della legge del 15 fruttidoro dell’anno IV della Repubblica Francese (15 settembre 1796) l’abbazia venne soppressa, confiscata e i beni e gli immobili venduti.

Nel 1826 lo Stato belga, che ne era divenuto proprietario, utilizzò gli edifici come caserma militare, dal 1830 al 1966; la presenza della caserma generò una fitta rete di attività commerciali, caffè, ristoranti e ad una fiorente vita notturna nel quartiere di Baarstraat. L’uso militare portò alla trasformazione delle strutture che vennero integrate con abitazioni, un corpo di guardia e un maneggio.

L’esercito abbandonò la struttura nel 1966, la città do Oudenaarde la acquistò, trasformando il palazzo della badessa in alloggio della Accademia Reale di Arti Visive e sede dell’Archivio cittadino, è questa l’unica parte del complesso del XVII secolo, in stile tardo rinascimentale fiammingo in laterizio e arenaria, costruito tra il 1663 e il 1664, restaurato nel 1684 e recentemente rimesso a nuovo (1995).

Al complesso del XIII secolo risale anche la chiesa che rimane in parte, pur rimaneggiata come scuderia e dormitorio, e ridotta oggi a navata unica anche a causa degli importanti lavori di regolazione del corso della Schelda, che hanno determinato la demolizione di parte del largo giro del muro di cinta.

Le armi dell’abbazia sono un piccolo mistero: normalmente è stato usato uno scudo rosso con un pastorale d’oro fiancheggiato dalle lettere capitali M e D dello stesso metallo; ma la ricerca ha evidenziato che lo stemma proprio era un altro: con una fascia caricata da un levriere corrente accompagnato in capo da due volti di putti e in punta da due rami di mughetto incrociati, i colori però di questo emblema non sono noti. Il mughetto (Convallaria majalis) è un simbolo usato anche dall’ abbazia premostratense di Parc a Heverlee, ed era un fiore spesso usato per adornare gli altari perché secondo la leggenda sarebbe nato dalle lacrime della Vergine Maria versate per la morte del figlio (secondo altre versioni dalle lacrime di Eva quando venne cacciata, con Adamo, dal Paradiso). In questo contesto ha anche valore “parlante”, giacché il nome olandese del mughetto è “Lelietje van dalen” (cioè: “giglio delle valli”, analogamente all’inglese “Lily of the walley”).

La presenza di un birrificio dell’abbazia è documentato almeno dal XVI secolo, ma probabilmente venne istituito insieme agli altri servizi del monastero.

La birra “Abdij van Maagdendale” era prodotta dall’antico (risalente al 1679) birrificio Liefmans Breweries di Oudenaarde fino al suo fallimento nel 2007. L’anno successivo il birrificio è stato rilevato da Brouwerij Duvel Moortgat (oggi acquista dalla AB InBEv) di Puurs Sint Amands, in provincia di Anversa che produsse una “birra d’abbazia” denominata “Abdis”(Badessa), oggi eliminate dal catalogo per favorire la birra dedicata dell’abbazia di Maredsous. Si trovava nelle varianti:

  • Abdis Blond, bionda chara, e una gradazione alcolica del 6,50%. 
  • Abdis Bruin, bruno-rossastra con una gradazione alcolica del 6,50%. 
  • Abdis Tripel, bionda dorata, leggermente torbida e una gradazione alcolica di 8,20%.