Engelszell

Stift Engelszell

(Monastero di Engelszell) – Monaci Cistercensi della Stretta Osservanza



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Nel 1293 il vescovo di Passau, Wernhard von Prambach, donò un terreno lungo il Danubio, presso i monti Haugsteins, ai benedettini per fondarvi una monastero che viene denominato “Cella Angelorum” (“Piccolo monastero degli Angeli”) intendendo quel luogo di contemplazione un “luogo piacevole per il corpo e per l’anima”.

Nel 1295 venne rilevata dall’abbazia cistercense di Wilhering, della linea di Morimond, che ne fece un priorato. Intorno al monastero si sviluppò un borgo, l’attuale Engelhartzell an der Donau.

Durante il periodo della Riforma protestante conobbe un grave declino, culminato nel 1618, ma la soppressione venne evitata sempre grazie alla casa madre di Wilhering.

Soppressa dalle leggi anticlericali promosse dall’imperatore Giuseppe II nel 1786 venne alienata a privati, una parte degli edifici venne trasformata in fabbrica.

Nel 1925 l’ex monastero venne acquistato dalla comunità trappista di Ölenberg (“Monte degli olivi”) costretta ad abbandonare la propria abbazia alsaziana.

Nel 1931 ottenne il rango di “abbazia”, il padre priore, don Gregorius Eisvogel fu eletto primo abate il 3 dicembre e benedetto dal vescovo di Linz, mons. Johannes Evangelist Maria Gföllner, nella chiesa dell’abbazia-madre di Wilhering.

Nel 1939 l’abbazia venne nuovamente soppressa e confiscata dai nazisti, i 73 monaci espulsi e cinque di loro inviati nel campo di prigionia di Dachau dove, quattro di loro, vennero uccisi.

Alla fine del secondo conflitto mondiale 23 monaci tornarono a dare vita a Engelszell nel 1945, ai quali si unirono 15 confratelli tedeschi profughi dall’abbazia bosniaca di Mariastern (Marija Zvijezda) di Banja Luka, con il loro abate padre Bonaventura Diamant, e presero in gestione la casa di cura che era stata istituita nel monastero durante la guerra (tutt’ora esistente e gestita dalla Caritas diocesana).

La chiesa del monastero  è uno dei più noti esempi di architettura rococò dell’Austria e una nota meta turistica, ma anche come santuario mariano accoglie numerosi pellegrini e, ogni anno, si tiene una partecipata processione della Via Crucis. L’imponente edificio, che si distingue per la torre campanaria di 76 metri, è stato eretto tra il 1754 e il 1764 e consacrato dal card. Leopold Ernst von Firmian, principe-vescovo di Passau. Il fastoso interno è stato decorato da Johann Georg Üblhör, Joseph Deutschmann e Bartolomeo Altomonte. Pesantemente danneggiata durante la guerra venne restaurata e nel 1957 e decorata con un impressionante dipinto di Fritz Fröhlich “I nove cori degli angeli con Maria come loro regina”.

Lo stemma dell’abbazia è “partito: al primo di rosso alla banda d’argento, al secondo di nero alla lettera E gotica di rosso accollata al pastorale d’argento posto in palo”. La banda argento in campo rosso ricorda il blasone dell’Alsazia (e anche lo stemma dell’Austria), patria d’origine della comunità che ha ridato vita all’abbazia, mentre il pastorale con la lettera E sono chiaramente relativi al luogo.

Oggi la comunità non è molto numerosa, è composta da una nove monaci, alcuni molto anziani, direttamente coinvolti nella realizzazione dei prodotti (con l’aiuto di personale laico) dell’abbazia: alcuni apprezzati liquori d’erbe, un formaggio “trappista” e la birra Engelszell.

 

La birra prodotta dai monaci di Engelszell ha ottenuto il riconoscimento di “Trappist Bier” il 15 ottobre 2012 e si può fregiare del prestigioso logo ATP (Authentic Trappist Product)  dell’Associazione Internazionala Trappista (Internationale Vereniging Trappist, in tedesco) e si può trovare nelle varietà:

  • Greorius, bruna 10,5%
  • Benno, ambrata 6,9%
  • Nivard, bianca 5,5%

 

Le denominazioni intendono ricordare tre personaggi importanti per la storia dell’abbazia:

 

  • Padre Gregor Eisvogel che guidò i trappisti, espulsi dopo la prima guerra mondiale dal loro monastero di Ölenberg, passando per la stazione intermedia Banz fino a Engelszell, della quale divenne primo abate. 

 

  • Padre Nivard Volkmer, tedesco ma nato nel 1919 a Banja Luka in Bosnia, arrivato profugo a Engelszell nel 1951 da monastero di Mariastern vicino a Banja Luka, dove ricoprì vari uffici per molti anni, fino al 1991 quando fu richiamato come abate a Banja Luka. Nel 2002 tornò ad Engelszell, dove morì nel settembre 2014.

 

  • Anche padre Benno Stumpf nel 1944 dovette lasciare il monastero di Mariastern e arrivò ad Engelszell nel 1952, fu eletto abate di Engelszell nel 1953 sotto il so abbaziato furono restaurati gli edifici dell’abbazia.