Chancelade

Abbaye de Notre-Dame de Chancelade en Périgord

(Abbazia di Nostra Signora di Chancelade in Périgord) – Canonici Regolari di Sant’Agostino



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Intorno al 1096 papa Urbano II volle unire la comunità dei monaci dell’abbazia agostiniana di Saint-Pierre de Cellefouin a quella benedettina di Charroux, l’abate Foucault non volle abbandonare la regola di Sant’Agostino e decise di ritirarsi con alcuni compagni in eremitaggio presso il Fons Cancellatus (“fonte nascosta”).

Nel 1128 il vescovo di Périgueux, Guillaume d’Auberoche, benedisse il primo abate dell’abbazia dei canonici agostiniani di Notre-Dame de Chancelade: Géraud I de Montlau (1128-1143), che guidò la comunità nella costruzione della chiesa abbaziale e degli altri edifici monastici, circondati da una muraglia, dalla quale si poteva accedere ad una chiesa più piccola, che svolgeva il ruolo di chiesa parrocchiale per il villaggio che si era sviluppato intorno. Le due chiese vennero consacrate contemporaneamente poco più tardi il 12 ottobre 1147 da Raymond de Mareuil e dedicate alla Vergine Maria e a Santa Maddalena. Nel 1133 la comunità scelse la Regola agostiniana, unendosi alla congregazione dei Canonici Regolari di Sant’Agostino.

Verso il 1140 il nobile Geoffroi de Cauzé donò all’abate Gèraud la località di Merlande, con la sorgente, presso la quale i monaci costruirono una cappella e un piccolo cenobio, che divenne un priorato dipendente.

Nel 1360 l’abbazia, che contava già 22 canonici, venne presa sotto la protezione del cardinale Hélie de Talleyrand-Périgord che concesso una dotazione di 3.800 fiorini d’oro per aumentare il numero dei religiosi di 38 nuovi membri, sotto l’abbaziato di Aymeric I de Boutelle (1359-1367).

Dal 1360 al 1367 gli inglesi occuparono il Périgord e cacciarono i monaci per trasformare l’abbazia in una caserma per la guarnigione. Il condottiero Bertrad du Guesclin, dopo il suo ritorno dalla Spagna, riconquistò l’abbazia, ma dopo la sua partenza gli inglesi la occuparono di nuovo; vi resteranno fino al XV secolo, intorno al 1440 la comunità si ricostituì sotto l’abate Arnaud II de Bourdeille (1440-1459) e raggiunse grande splendore con l’abate Geoffroy III Hélie de Pompadour (1482-1514, poi vescovo di Perigueux).

Nel 1575, durante le Guerre di Religione, Périgueux venne conquistata dagli Ugonotti e molte chiese vennero saccheggiate e distrutte, compresa quella di Chancelade.
Nel 1614 Alain de Solminihac entrò nella comunità, che però contava solo quattro monaci, nel 1622 ricevette la benedizione abbaziale nella cattedrale di Saint-Front dal vescovo François de La Béraudière, succedendo allo zio Arnaud III de Solminihac (1581-1614). Fu lui a guidare la ricostruzione dell’abbazia mezza diroccata e a ripopolarla, grazie ai suoi buoni rapporti con la Santa Sede venne donata all’abbazia una importante tela di Gerrit van Honthorst.
Dopo tanti sforzi nel 1635 l’abate de Solminihac si oppose alla fusione nella Congregazione di Francia, detta dei “Génovéfains” (da Sainte Génévieve), fondata dal cardinale François de La Rochefoucauld, e non senza contrasti l’abbazia di Chancelade ottenne di esistere come congregazione indipendente.
Nominato vescovo di Cahors da papa Urbano VIII il 17 giugno 1636, de Solminihac tornò a Chancelade nel 1638 per consacrare la nuova chiesa (dopo la sua morte venne sepolto nella cattedrale di Cahors e il 4 ottobre 1981 venne beatificato da papa Giovanni Paolo II).
Grazie agli sforzi dell’abate Jean IV Antoine Le Gros de Beller (1730-1763) venne arricchita la già vasta biblioteca e incentivati gli studi.
Soppresso dai rivoluzionari, pur classificato “bien National”, il vasto complesso venne venduto nel 1790. I monaci, con l’abate Jean-Louis de Pechenant, cacciati e la biblioteca dispersa, a parte 183 volumi che andarono a formare un fondo della Bibliothèque Nationale e un’altra parte che finirono nella Bibliothèque Municipale de Périgueux.
La chiesa abbaziale divenne la nuova parrocchiale all’inizio del XIX secolo.
Nel 1955 i nuovi proprietari dell’ex abbazia, i coniugi Caignard, iniziarono i lavori di restauro per permettere ai pellegrini di tornare a pregare nell’antica chiesa, che venne riaperta nel 1977.
Dal 1998 una comunità di Canonici Regolari di Sant’Agostino, della Congregazione di San Vittore di Parigi, già presenti nella vicina Saint-Astier, si insediò a Chancelade, nel 2004 l’appartamento abbaziale e il parco vennerro riacquistati dalla Diocesi e restituiti alla comunità monastica.
La comunità di San Vittore venne rifondata nel 1968 da padre Maurice Bitz (1940-2015) presso l’abbazia di Saint Pierre de Champagne sur Rhône (presso Serrières) che divenne la casa madre, per riprendere la tradizione dell’antica abbazia di Saint Victor di Parigi, risalente al XII secolo. Inizialmente la comunità era compresa nella Congregazione di Windesheim, ma nel 1992 divenne indipendente. Nel 1993 venne approvata dalla Santa Sede come Congregazione unita alla Confederazione dei Canonici Regolari di Sant’Agostino.
Monaci di San Victor furono Pietro Abelardo e Pietro Lombardo.

Chancelade fu la prima filiazione della contrazione nel 1984. Oggi è un priorato, sotto la guida di padre Sébastien Revirand.

Lo stemma proprio dell’abbazia mostra una croce bifida rossa, mentre quello della Congregazione di San Vittore mostra un “raggio di carbonchio”, nota figura araldica formata da otto scettri gigliati, simboleggianti la protezione del re di Francia, il cui simbolo sono appunto i gigli d’oro in campo azzurro, caricato dalla croce rossa, emblema proprio dell’abbazia di Chancelade. Nel 113 il fondatore dell’abbazia parigina di Saint Victor, Guillaume de Champeaux, venne nominato vescovo di Châlons-sur-Marne, e il suo successore Gilduin ottenne dal re Luigi VI di Francia il prestigioso titolo di “abbazia regia” per diventarne il primo abate.

La Brasserie du Sud Ouest, con sede inizialmente a Montpon en Dordogne e dal 2019 a Neuvic sul l’Isle, produce dal 2017 “La Chancelade- biére d’abbaye” con un vol. alc. di 5,5%, non filtrata né pastorizzata. Ideata per essere servita durante la fête médiévale che si tiene periodicamente presso l’abbazia.

La vendita della bevanda contribuisce alla raccolta di fondi per il restauro e il mantenimento del complesso abbaziale, facendone una autentica “birra d’abbazia”.