Boudeloo

Boudeloo Abdij – “Klein-Sinaai”

(Ex Abbazia di Boudeloo) – Monaci Cistercensi



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Nella località nota come Woestinen, nel Waasland, nel 1197 alcuni monaci dell’abbazia benedettina di San Pietro di Gand, guidati da Boudewijn van Boekel si stabilirono come eremiti, la presenza dei religiosi farà assumere alla zona la denominazione di Klein-Sinaai (Piccolo Sinai) per il carattere aspro e desolato che richiamava l’omonima penisola egiziana disseminata di monasteri ed eremi.

Nel 1204 la comunità venne elevata in abbazia e venne costruito un nuovo e più grande edificio poco più a sud, con la denominazione di Boudelo (dalla locuzione latina “Balduini Laus” – “in lode di Baldovino”- in ricordo di Baldovino I di Fiandra e dal fiammingo “loo”- collina sabbiosa – da cui Baudeloa) che nel 1215 adottò la riforma cistercense, con il riconoscimento del vescovo di Tournai, grazie ad alcuni monaci dell’abbazia di Cambron e al sostegno economico della contessa Johanna di Costantinopoli.
Grazie ai lavori di bonifica e agli importanti sostegni politici l’abbazia divenne rocca e potente, con vaste proprietà e una casa “rifugio” nella città di Gand.

La comunità però ebbe una vita piuttosto turbolenta, nel 1226 l’abate Teodorico venne assassinato nella sua residenza e nel 1235 il papa prese l’abbazia sotto il suo controllo.

Nel 1381 e 1382 l’abbazia vene saccheggiata dai cittadini di Gand, e nuovamente assaltata e incendiata nel 1452.

Dopo la ricostruzione del 1578 il complesso venne devastato dai calvinisti, la comunità religiosa andò esule a Colonia e gli edifici demoliti.
Nel 1584 la comunità ritornò e trovarono le rovine del monastero isolate su un’isola che si era formata con il concorse di diversi corsi d’acqua non regimentati: il Lys, il Baudeloovest e l’Ottogracht, su quel terreno costruirono una cappella.

Sotto la direzione dell’abate J. Delrio nel 1602 si procedette alla costruzione della nuova chiesa nella casa-rifugio di Gand che divenne al sede della comunità che si espanse con l’acquisto del contiguo convento dei Gesuiti, abolito nel 1773

Nel settembre 1792 un gruppo di rivoluzionari francesi di presentò davanti al cancello dell’abbazia e, secondo le leggi dell’ospitalità monastica, vennero accolti e ospitati. Il giorno seguenti l’abate Delforterie li ricevette amichevolmente, ma venne brutalmente insultato dai francesi. Con il confratello abate di San Pietro di Gand, Van de Velde, protestò presso l’imperatore Napoleone a Parigi. Inutile gesto coraggioso, intuito l’intento dei francesi l’abate raccolse alcuni importanti documenti e finse di recarsi in visita a Hulst e da lì si rifugiò nella città di Groningen, dove morì il 13 ottobre 1794.

Purtroppo i monaci vennero deportati ad Amiens dai rivoluzionari nel 1796 come prigionieri della guerra franco-austriaca.

Oggi l’ex abbazia ospita il museo della città di Gand, il giardino venne trasformato in orto botanico da Jean-Baptiste Pisson (oggi Giardino botanico dell’Università). L’ateneo ha anche rilevato gli edifici monastici, che oggi ospitano l’Accademia di Musica, Lettere e Danza e l’Art Campus.

Per il recupero del sito storico dell’abbazia Alfons de Belie fondò la Culturele Kring Boudelo (Società Culturale Baudelo) che oltre alle attività scientifiche, si occupa della promozione e della valorizzazione della storia e di quanto rimane dell’abbazia, anche attraverso il ricavato della vendita di pubblicazioni e prodotti (come la birra).

Nel 2016 nella cappella della ex residenza abbaziale di Gand, sull’Ottogracht, è stato inaugurato l’ “Holy Food Market” (Mercato del Cibo Santo), un mercato coperto con stand gastronomici ispirato ai padiglioni dei mercati alimentari ottocenteschi: ospita una dozzina di banchi di cibi selezionati e un bar, gestiti da imprenditori, che secondo i promotori Ladislas Leys e l’agenzia di comunicazione King George sono “i migliori nel loro campo”.

Lo stemma dell’abbazia si blasona: “di rosso a due pastorali addossati d’argento posti in croce di Sant’Andrea, sormontati da una stella d’oro. motto: STELLA DUCE”. Il motto “stella duce” (la stella guida/la stella come capo) richiama la stella come “guida” come nell’episodio della stella cometa che guidò i Magi verso la grotta della Natività di Gesù, e la Vergine Maria alla quale era dedicata l’abbazia (la Madonna è invocata anche come Stella Matutina o Stella Maris, guida dei per i pellegrini e i naviganti e, metaforicamente, guida verso la Salvezza attraverso Gesù Cristo).
I due pastorali richiamano l’importanza e il rango dell’abbazia e la sua “doppia” fondazione, prima come monastero benedettino e poi cistercense.

Nel 1997 si ebbe l’idea di produrre birra in omaggio all’antica abbazia, la quale aveva un proprio birrificio che, come documentato almeno dal 1578, commercializzava e offriva ai pellegrini e che i monaci continuarono a produrre anche dopo il trasferimento a Gand nel 1584, dove le attività dei tintori della città resero però l’acqua del Minnemeersgracht, il corso d’acqua che riforniva l’abbazia, inquinate e inadatte alla produzione della bevanda. L’abate allora rivolse una protesta agli Assessori della città nel 1732, i quali gli diedero ragione e imposero rigide regole per il mantenimento della qualità dell’acqua.

Proprio come in altre istituzioni spirituali fin dal primo Medioevo, a causa delle rigide regole di vita dei monaci, per rendere il digiuno e le privazioni fisicamente più tollerabili, alle abbazie e ai monasteri fu permesso di produrre birra, che era spesso una bevanda più salubre dell’acqua, spesso poco potabile per sua natura o per le attività umane connesse, come abbiamo appena visto.

Nel 2002 la birra “Boudelo” venne messa in commercio, dopo una lunga serie di sperimentazioni. La prima etichetta in bianco e nero venne disegnata riprendendo un’illustrazione dal libro di Alfons de Belie sugli scavi archeologici presso l’antico insediamento.

Nel 2007 si progettò una nuova etichetta azzurra per la birra “tripel” bionda e una “dubbel” scura per quella scura, con il disegno di archi gotici del monumento commemorativo edificato nel 1985 sul luogo del recinto monastico, utilizzando elementi originali, attraverso i quali si vede una riproduzione di una antica stampa dell’abbazie e della cappella di Klien-Sinaai.

La Culturele Kring Boudelo lanciò una campagna pubblicitaria in grande stile nel 2012, partecipando a fiere e mercati, per l’occasione anche la grafica si rinnovò, con la figura del monaco (curiosamente più simile ad un francescano che a un cistercense) con un sfondo che richiama le fiamme, simbolo della travagliata storia dell’abbazia.

Per la celebrazione nel 2015 dell’VIII giubileo della fondazione dell’abbazia cistercense (1215) nel si decise di produrre una birra rievocativa speciale.

Attualmente sono disponibili:

– Boudelo Dubbel, scura invecchiata, all’8,5%
– Boudelo Tripel, bionda, aromatizzata con la tradizionale miscela di spezie, all’8,5%