Benediktbeuern

Benediktbeuern Kloster

(Abbazia di San Bendetto di Bura) – Monaci Benedettini, ora Salesiani



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L’abbazia è molto famosa perché nel suo Scriptorium vennero redatti i “Carmina Burana” (Codex Buranum) nel 1230, un prezioso codice miniato contenente il manoscritto della raccolta di canti poetici medievali in tedesco, latino e francese. Karl Orff ne fece uan versione musicata ancora oggi molto popolare.

Fondata nel 725 dal re franco Carlo Martello con l’intenzioen do controllare la via che conduceva verso i passi alpini del Kesselberg, venne consacrata nel 739 dal vescovo San Bonifacio che lo dedicò ai santi Giacomo e Benedetto ne nominò il primo abate l’alemanno Landfried dei conti Huosi, la cui famiglia aveva donato la terra per la fondazione.

Prima dell’anno 800 Caro Magno donò all’abbazia un reliquiario contenente una paret del braccio di San Bendetto, ragione per la quale il monastero assunse la denominazione di “Benedictoburanum” , che significa “casa o monastero che è particolarmente dedicato a San Benedetto”, nello stesso periodo cominciò a svilupparsi lo scriptorium.

La rapida crescita venne interrotta dall’invasione degli Ungari nel 955, che distrussero il monastero e trucidarono i monaci.

Il vescovo sant’Ulrich di Augusta sostenne la ricostruzione e nel 1031 l’imperatore Corrado II lo ripopolò con monaci provenienti dall’abbazia di Tegernsee, guidati dall’abate riformatore Ellinger, che reintrodusse l’osservanza benedettina e riaprì la scuola dell’abbazia.

Sotto l’abate Walther (1138-1168) iniziò un nuovo periodo di splendore durante il quale vennero realizzate magnifiche opere di oreficeria.

Nel 1250 la biblioteca del monastero conteneva circa 250 manoscritti.

Un grave incendio nel 1248 causò gravi danni, la ricostruzione venne finanziata anche dagli altri monasteri della regione. L’abate Ortolf II fu elevato al grado di principe imperiale nel 1275 e due anni dopo il papa lo prese sotto la diretta dipendenza della Santa Sede. Ludovico la Baviera cercò di ridurre i privilegi del principato-abbaziale, che però fu in grado di mantenere una relativa indipendenza.

Nel 1490 gli edifici del monastero furono nuovamente vittima di un grande incendio.

Durante la guerra dei Trent’Anni nel 1632 alcuni cavalieri svedesi attaccarono il monastero, padre Simon Speer venne torturato a morte (in suo onore venne eretta una croce commemorativa all’angolo tra Prälatenstrasse e Klosterfeldstrasse).

Nel 1669 si cominciò la ristrutturazione della piazza del convento, creando il monumentale complesso barocco, nell’opera vennero coinvolti i più importanti artisti dell’epoca come Caspar Feichtmayr, Johann Baptist Zimmermann, Johann Michael Fischer, Ignaz Günther e Johann Michael Feuchtmayer. Dal 1681-1686 la nuova chiesa abbaziale fu ricostruita in stile barocco, con i magnifici affreschi di Georg Asam. Suo figlio Cosmas Damian Asam, il più importante pittore di affreschi della Germania meridionale, nacque e venne battezzato a Benediktbeuern nel 1686. Furono creati altri edifici rappresentativi, il Maierhof e anche la biblioteca separata presso il giardino del convento. Tra il 1751 e il 1753 venne realizzata la cappella Anastasia, considerata un gioiello dello stile rococò.

La secolarizzazione pose fine all’attività benedettina nel 1803. L’ultimo abate, Karl Klocker (1796-1803), presidente della congregazione benedettina bavarese, era un eccellente avvocato e si difese con veemenza, ma invano contro la soppressione dei monasteri bavaresi.

La maggior parte degli edifici vennero però conservati. La vecchia chiesa parrocchiale che sorgeva nel cimitero fu demolita e l’ex chiesa del monastero fu dichiarata chiesa parrocchiale.

I circa 40.000 volumi della biblioteca del monastero, inclusi preziosi manoscritti dell’VIII e XIV secolo, andarono a rimpinguare la Bayerische Staatsbibliothek (Biblioteca di Stato bavarese). Fu in quella occasione che venne scoperto il manoscritto dei Carmina Burana, la più grande raccolta di canzoni secolari e spirituali del Medioevo in Europa. La denominazione si deve a Johann Andreas Schmeller, il linguista tedesco che ne pubblicò la prima edizione completa nel 1847. Carl Orff musicò, modificandone i temi originali, alcuni di questi poemi nel 1935-36.

Joseph von Utzschneider acquistò gli edifici del monastero che trasformò in una fabbrica di vetri ottici, con l’aiuto di Georg von Reichenbach nel 1805; dal 1807 al 1819 Joseph von Fraunhofer lavorò nell’istituto ottico che prodotto dispositivi per il rilevamento del territorio, ma anche telescopi e microscopi. Durante la sua permanenza a Benediktbeuern, ha prodotto una qualità del vetro precedentemente sconosciuta e ha scoperto linee scure nello spettro solare: le “linee Fraunhofer” che prendono il suo nome.

Dal 1819 gli edifici dell’ex monastero divenenro proprietà dello stato e servirono da caserma, scuderia, casa degli invalidi, casa del convalescente e anche prigione.

Nel 1930 i salesiani Don Bosco acquistarono il monastero e istituirono un collegio filosofico-teologico. Durante la seconda guerra mondiale vi venne organizzata una scuola di amministrazione dell’esercito e in seguito un ospedale militare. Dopo il conflitto, i salesiani trasformarono il loro monastero in un centro di educazione religiosa, ed educativo.
Nel 1972 la chiesa di San Benedetto venne elevata a rango di “basilica minore”.

Da tempo immemorabile ogni anno, il 6 novembre, si svolge la processione in onore di S. Leonardo, patrono dei contadini, che richiama pellegrini dai paesi vicini che qui giungono per far benedire il loro bestiame.

Lo stemma dell’abbazia si presenta: “partito: al primo di rosso a due pastorali d’oro affrontati e posti in croce di Sant’Andrea; al secondo palato di quattro pezzi di rosso e d’oro, al quartiere franco d’argento”.

I due pastorali, per tradizione, sono un riferimento all’epoca nella quale nel monastero era ospitata anche la comunità femminile di Kochel am See, risalente all’VIII secolo, ma che era stato distrutto dagli Ungari nel 908. La badessa si stabilì negli edifici a nord del complesso maschile e la sua comunità rimase, non senza contrasti con l’abate, fino al XIV secolo.

Nel secondo campo è riportato lo stemma attributo agli Huosi, la famiglia comitale che ha sostenuto la fondazione dell’abbazia

La produzione di birra è documentata presso l’abbazia dal XIII secolo ed è proseguirta fino al 1925, ben oltre la secolarizzazione del monastero.

Oggi si è deciso di affidare al monastero di Reutberg la produzione di una birra speciale la Benedikbeuern Klosterbier: una birra Märzen con un mosto fatto con malto d’orzo per metà chiaro e per metà scuro e una gradazione alcolica del 5,3%. La si può gustare nel Kloster Braüstüberl, la birreria del convento ricavata dal Maierhof (fattoria) restaurato.