Averbode

Onze Liewe Vrouw van Averbode Abdij

(Abbazia di Nostra Signora di Averbodio) – Canonici Regolari Premostratensi



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Fondata nel 1134 dal conte Arnold II van Loon sul confine tra la sua contea e il ducato di Brabante, all’inizio nacque come monastero “doppio”: con una comunità maschile e una femminile sotto la direzione di un unico prevosto abate (le sorelle si sarebbero poi trasferite a Keizerbos all’inizio del XIII secolo. I primi monaci provennero dalla Michielsabdij di Anversa.

Ebbe generose donazioni dall’abbazia di St. Truiden, dai signori di Aarschot, da quelli di Diest e, più tardi, da Godfrey III di Lovanio. Nel 1154 il conte Lodewijk I van Loon donò il possedimento di Bolderberg alla comunità monastica.

I Norbertini di Averbode si adoperarono in attività pastorali sin dall’inizio: alcuni villaggi della zona, come Testelt e Messelbroek, ebbero un norbertino come sacerdote fin dal XII secolo.

La chiesa e l’edificio dell’abbazia furono gravemente danneggiati da un fulmine nel 1499, ma prontamente ricostruiti. Sotto l’abbaziato di Gerard vander Schaeft l’abbazia ebbe un periodo di grande floridezza.

Durante i tumulti religiosi del XVI secolo, i Norbertini dovettero trovare più volte un rifugio sicuro nella loro residenza cittadina di Diest, ed in seguito dovettero lasciare Averbode per stabilirsi prima a Sint-Truiden, dove costruirono la cappella di pellegrinaggio della Vergine di Kortenbos, poi a Diest. Solo nel 1604, le condizioni permisero loro di tornare.

Una nuova chiesa abbaziale barocca fu costruita ad Averbode tra il 1664 e il 1672.

Dopo l’arrivo dei rivoluzionari francesi il 14 efbbraio1797 anche Averbode fu sopressa e gli edifici venduti e parzialmente demoliti. Il monumentale organo a canne costruito da Guillaume Robustelly del 1772 fu acquistato dalla chiesa parrocchiale di Sint-Lambertus di Helmond (Paesi Bassi).

Nel 1802 i Norbertini, guidati da padre Ignatius Carleer, riacquistarono l’abbazia e dopo l’ indipendenza del Belgio, il 14 dicembre 1834, la vita monastica ad Averbode venne ufficialmente ripresa, la comunità comprendeva dodici monaci sopravvissuti agli eventi precedenti. La parrocchia di Averbode è stata creata nel 1803, con la chiesa abbaziale come chiesa parrocchiale.

Nel 1858, venne costruito un nuovo organo: il più grande organo da chiesa del Belgio, costruito da Ippolite Loret (un secondo organo, più piccolo, realizzato da Bernard Pels Jr. sarà realizzato nel 1979 e nel 2002 se ne è aggiunto un terzo della ditta Verschueren).

Oltre alle attività pastorali e diplomatiche alla fine del XIX secolo i Norbertini di Averbode si concentrarono nell’attività editoriale, con l’istituzione della “Broederschap van O.-L.-Vrouw van het Heilig Hart” (Confraternita di Nostra Signora del Sacro Cuore), e si specializzò nelle pubblicazioni per bambini (con le riviste “Zonneland” e “Zonnekin”), nella cinematografia (nel 1930 produssero i primi film in lingua fiamminga nei quali i giovani potevano conoscere la loro letteratura).

Nel 1942, la comunità contava 230 membri. Il 29 dicembre di quell’anno, il complesso del monastero fu distrutto da un incendio ad eccezione della chiesa, della sala capitolare e della sagrestia.
Dagli anni Cinquanta del XX secolo, i Norbertini si attivarono nell’istruzione nella regione di Anversa, dove fondarono il Sint-Michielscolleges di Brasschaat e di Schoten.

L’abbazia ha una lunga tradizione di produzione di birra, oltre che di prodotti caseari e da forno, la fattoria dell’abbazia è stata recentemente rinnovata. Nel 2013, è stato concluso un accordo con la Brouwerij Huyghe di Melle (che già prodice le birre St. Idesbald e Villers) per rilanciare la “Averbode Abdijbier” (tenore alcolico 7,5%)..

Oltre al negozio dell’abbazia e una brasserie, c’è anche un micro birrificio (per il consuno locale), una panetteria e un impianto di maturazione del formaggio.

Lo stemma dell’abbazia mostra un agnello pasquale è una figura dell’Evangelo, come ad esempio in quello di San Giovanni, simboleggia Cristo “Ecco l’agnello di Dio, ecco colui che prende su di sé il peccato del mondo” (Gv 1,29). È considerato uno degli “emblemi” della Chiesa scelto, in contrasto con le grandi famiglie nobili, che pongono nei loro stemmi degli animali feroci come leoni o orsi, oppure rapaci come l’aquila, a indicare la loro forza e potenza. La Chiesa ha scelto l’agnello, un animale che è esattamente l’opposto, appunto per indicare la sua intima filosofia: il debole e l’umile saranno innalzati e i potenti dispersi nei loro pensieri