Anchin

Abbaye de Saint Sauveur d’Anchin

(Ex Abbazia del Santo Salvatore di Anchin) – Monaci Benedettini



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Nell’VIII secolo l’eremita Gourdaine (Gordiano) si ritirò nella selvaggia foresta dell’isola di Aquicintum, in mezzo agli acquitrini formati dal torrente Scarpe e dal ruscello Bouchart, dove oggi sorge il villaggio di Pecquencourt. Vi esisteva una piccola chiesa (“ecclesiola”) che, alla sua morte, il 16 ottobre, ne divenne anche il sepolcro (vi resterà fino al trasferimento a Douai).

Secondo la leggenda una notte Sohier (o Sicher), signore di Loos e Courcelles, si smarrì nella nebbia e, alla ricerca di un rifugio, bussò alla porta del castello di Gautier, signore di Montigny-en-Ostrevent. Questi lo riconobbe e lo ospitò, pur essendo le due famiglia acerrime nemiche. Entrambi fecero lo stesso sogno: un cervo bianco li conduceva sull’isola di Gordaine. Turbati si diressero insieme, la mattina seguente, dall’eremita e vi trovarono il cervo sognato, il sant’uomo disse loro che era un segno divino e li convinse a riconciliarsi e, per voto, federo costruire un monastero in quel luogo, chiedendone il permesso al conte d’Ostrevent, Anselme.

Dai documenti però il monastero venne realmente fondato nel 1079, su terre donate allo scopo da Anselme II de Bouchain, conte d’Ostrevent, nel 1077 e Gérard II, vescovo di Arras e Cambrai, che assegnò la cura e gli introiti del territorio di Cantin.
La chiesa abbaziale, dedicata al Salbvatore, venne consacrata il 7 ottobre 1086.

Il primo abate fu Alard I (1079-1087), che adottò la regola benedettina, aiutato dal priore Titubalde e il maestro Rodulphe, che contribuiranno all’adozione della regola del santo di Norcia anche dall’abbazia di Afflingem.

Nel 1096 Anselme II volle celebrare l’inaugurazione del monastero organizzando il leggendario “Torneo di Anchin” (Tournoi d’Anchin) introno alla festività della Candelora (Chandeleur), al quale parteciparono trecento cavalieri dell’Ostrevent, dell’Hainaut, del Cambrésis, dell’Artois, del Ponthieu, del Boulonnais e dalle città di Valenciennes, Cambrai, Tournai e altre.

Nel 1109, Geduin (1102-110), 4° abate di Anchin concede il titolo di “città” a Cantin.

Gossuin (o Gozuinus), VII abate tra il 1130 e il 1165, fu un amato discepolo di San Bernardo di Clairvaux, uomo tra i più sapienti del suo tempo istituì la biblioteca con anenssa scuola di miniatura di manoscritti presso l’abbazia. Rimasta integra fino al 1792 venne successivamente trasferita alla Biblothèque Municipale di Douai.

Nel 1182, durante l’abbaziato di Simon il governo di Baudouin V, conte di Hainaut, venne iniziata la costruzione della nuova monumentale chiesa abbaziale lunga oltre 105 metri e alta 56 (proporzioni molto prossime a quelle di Notre Dame de Paris) con le quattro torri alte 56, che verrà consacrata il 23 ottobre 1250 dal successore Jacques de Béthune.

Nel 1562 venne edificato il “Collège d’Anchin”, affiliato all’Università di Douai, gestito dai gesuiti ma sotto il patronato dell’abbazia.

Poco prima dell’arrivo dei rivoluzionari l’abate commendatario (6° e ultimo commendatario 46° nella lista degli abati di Anchin) , Henry Benedict Stuart (1725-1807), cardinale di York, godeva di una rendita personale di 93.000 “livres”, delle 300.000 del reddito prodotto dall’abbazia. A lui si deve la trasformazione degli edifici con l’aggiunta di padiglioni d’entrata nello stile dell’epoca.

Con decreto del 28 attobre 1790 l’abbazia venne soppressa e dichiarata bene nazinale, con decreto del 27 marzo 1792 l’edificio venne assegnato a François-Joseph Tassart di Douai per la somma di 47.700 “livres” che la fece demolire.

Nel 1929 l’ultimo proprietario, l’avvocato René de La Gorce di Douai, donò gli edifici all’arcivescovo di Cambrai, mons. Chollet, che vi istituì una scuola per le donne massaie moglie dei contadini con l’aiuto del canonico Outters: “l’Ecole Ménagère de l’Abbaye d’Anchin” che aveva il compito di formare le giovani donne al ruolo di contadine, massaie e madri di famiglia.

Lo stemma dell’abbazia richiama la leggenda di fondazione e si blasona: “D’azur semé de fleurs de lis d’or, au cerf passant d’argent brochant sur le tout” (D’azzurro, seminato di gigli d’oro, al cervo passante d’argento attraversante sul tutto). Compare nell’Armorial Général de France, di Charles D’Hozier (edizione del 1696), XXVI volume “Picardie, Généralité d’Amiens”, folio No 32.

Il campo “seminato” di gigli d’oro è un evidente riferimento all’emblema del Regno di Francia.

La birra “Domain du Bois d’Anchin” è una “barley wine” (o barleywine, letteralmente “vino d’orzo”) è un tipo di birra ad alta fermentazione di origine britannica. Il nome testimonia sia una bevanda che si accosta di più al vino che alla birra vera e propria, sia per i sapori che per il tasso alcolico (che risulta elevato rispetto alla media delle birre) oggi è prodotta dalla Brasserie de l’Abbaye des Rocs, con un tenore alcoolico del 9%.

In realtà una vera e propria abbazia « des Rocs » non è mai esistita, si tratta di una denominazione commerciale ideata nel 1979, quando venne fondata il micro-birrificio “Abbaye des Rocs” a Montignies-sur-Roc, nell’Hainaut, da parte di Jean-Pierre Eloir e della moglie Marie Jeanne Bertiau, con una produzione minuscola (50 litri per anno) per un consumo pressoché limitato agli abitanti del circondario.

La denominazione “Abbaye des Rocs” (letteralmente: “Abbazia delle Rocce”) fu scelto in relazione al luogo preciso dove la produzione avveniva: una antica fattoria, poco distante dalla residenza dei coniugi Eloir, che in passato era stata una proprietà dell’Abbazia di Crespin: ma non vi è, di fatto, nessun legame storico con la produzione brassicola di quell’abbazia. Nel 1987 Michael Jackson però, il famoso scrittore di birre, recensì molto bene “Abbaye de Rocs” aprendo nuove possibilità per questo piccolo produttore tanto che, nello stesso 1987, trasformarono la loro impresa in cooperativa e costruirono un nuovo stabilimento capace di contenere tini da 1500 litri. Da allora, tra ampliamenti e ammodernamenti, il birrificio è cresciuto molto: nel 1991 ha cambiato la denominazione in Brasserie des Rocs; nel 1993 è diventata una società per azioni e nel 1996 Nathalie Eloir, figlia di Jean Pierre, è diventata la responsabile della produzione.

Il “Roc” è l’alta scarpata rocciosa scavata dal torrente Petite Honnelle sul quale sorge il villaggio.