Comune di Commercy – (55)

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Commercy (in tedesco: Commarchen) è una città del dipartimento della Meuse (Mosa), nella regione storica della Lorena, nella attuale regione amministrativa del Grand-Est.

Latinizzata nel medioevo in Commercium nel 971, assume la forma attuale nel 1793. Deriva dal temine Commarchia, in uso nel XI secolo, che significava “regione posta presso la Marca” (il territorio di confine del regno carolingio, cioè al confine della Lorena e del Barrois, con il suffisso “-etum”, che ha originato Commerciacum nel 1033). I signori della città erano vassalli del vescovo-conte di Metz e, contemporaneamente, del conte di Champagne.

Simon II de Commercy, sposando una delle figlie del conte di Sarrebrück, portò la signoria nei possedimenti di quel feudo nel 1247.

Jean I de Sarrebrück concesse nel 1324 la “carta di affrancamento” dalla quale venne estratto quello che diventerà il motto della città stessa: Qui mesure, dure (“Chi si limita, dura”).

Jean I decise di suddividere i possedimenti tra i suoi figli: il cadetto Jean II ricevette alla sua morte la signoria di Commercy. Il nipote Jean IV, divenuto conte di Sarrebrück, fece costruire il “donjon” di Commercy nel 1345, noto poi come “Château-Bas”, a poche centinaia di metri da quello costruito precedentemente da Jean II e noto come “Château-Haut”. I signori di quest’ultimo, discendenti diretti di Jean II adotteranno il titolo di Damoiseau.

Jean-François Paul dei Gondi, cardinale di Retz, ricevette in eredità la signoria di Château-Haut e nel 1665 vendette i diritti di sovranità alla principessa Anna di Lorena, moglie del duca di Lillebonne. A partire dal 1670 la Francia si impossessò dei “Tre Vescovati” (Toul, Verdun e Metz) rivendicando i diritti su Commercy. Poco dopo la fine dell’invasione della Lorena nel 1697 la principessa cedette i diritti al figlio Charles-François che li trasmise al duca Leopoldo I di Lorena nel 1702. Cessione contestata dal re di Francia, ma confermata nel 1707 dalla Chambre Royale di Metz

Leopoldo I concesse l’usofrutto di Commercy a Carlo-Enrico di Lorena, principe di Vaudémont, che la renderà una piccola capitale, con grandi viali e la nota piazza “a ferro di cavallo”, il quale distrusse lo Château-Haut per costruirne uno nuovo al suo posto.

Nel 1722 il duca Leopoldo I di Lorena acquisì per scambio la signoria dello Château-Bas, le due signorie di Commercy vennero quindi riunite nelle sue mani (alla morte del principe di Vaudémont).

La principessa vedova Elisabetta-Carlotta, dopo la rinuncia nel 1736 del figlio Francesco III, divenuto Francesco-Stefano di Lorena, Granduca di Toscana (della quale era divenuto granduca a seguito degli accordi alla fine della Guerra di successione polacca, nonché imperatore e marito di Maria-Teresa d’Asburgo-Austria) ricevette il principato di Commercy per il suo “quasi esilio”.

Alla morte della principessa di Elisabetta-Carlotta l’ex re di Polonia, Stanislas Leszczyński, suocero di Luigi XIV, venne creato duca di Lorena e di Bar: egli si stabilì inizialmente a Commercy abbellendola di splendidi giardini.

Lo stemma della città si blasona: “De gueules à trois demoiselles d’argent rangées en fasce, au chef d’azur semé de croix pommetées au pied fiché d’argent” Devise: QUI MESURE DURE. Corrispondente all’italiano: “Di rosso a tre damigelle d’argento ordinate in fascia, al capo d’azzurro seminato di croci pomettate dal piede ficcato d’argento”, motto: QUI MESURE DURE.

Si tratta della fusione della antiche armi della città di Commercy (De gueules à trois demoiselles d’argent posées en pal l’une sur l’autre ed evidentemente “assonanti” con il titolo di Damoiseau dei signori dello Château Haut), associate a quelle proprie della signoria di Commercy (D’azur semé de croix pommettées au pied fiché d’argent).

Vennero adottate dal Consiglio Comunale l’11 luglio 1957, secondo il bozzetto del celebre araldista Robert Louis e ispirate al sigillo del XVIII secolo pubblicato da C. Lapaix che riproduceva le tre “damigelle” abbigliate elegantemente, pettinate “a cornetti” e indossanti degli zoccoli.

Lo scudo è insignito anche della Croix-de-Guerre 1914-1918 per le pesanti conseguenze subite dalla città durante la Prima Guerra mondiale.

Curiosità: non è certa l’affermazione che le celebri “madeleines “1, di proustiana memoria e noto prodotto della pasticceria locale, siano ispirate alle tre figure dello stemma. La tradizione vuole che prendano il nome della giovane cuoca della marchesa Perrotin de Baumont, Madeleine Paulmier, che le ideò nel 1755, per il nuovo duca Stanislas Leszczyński.

Nota di Massimo Ghirardi

1: spesso tradotte anche come “maddalene” (ma in Italia i dolcetti con questo nome sono affatto differenti) sono un prodotto noto in tutto il mondo, con l’inconfondibile forma a conchiglia, che pare sia un riferimento alla conchiglia di San Giacomo, simbolo del pellegrinaggio a Compostela.

Disegnato da: Massimo Ghirardi

BLASONATURA

“Di rosso a tre damigelle d’argento ordinate in fascia, al capo d’azzurro seminato di croci pomellata dal piede fittile d’argento”, motto: QUI MESURE DURE.

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