Comune di Bar-le-Duc – (55)

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BAR-LE-DUC alza uno stemma curioso, formato dall’arme antica dei duchi di Bar  e del Barrois, con i due barbi in argento, anziché in oro come nell’originale, associato alle tre viole del pensiero.

I barbi sono stati scelti, evidentemente, per la loro funzione “parlante” (assonante cioè con il toponimo, analogamente allo stemma di Bar-sur-Aube, dove vi è un solo pesce) ma una leggenda racconta che uno dei primi signori di Bar, durante una caccia infruttuosa, passasse per Fagine (attuale Fains) ma non trovasse nulla da mangiare. Il nobile signore affamatissimo (la cronaca dice “stava per morire di fame”) era disperato, ma una fata, apparsa miracolosamente, gli propose due grossi barbi guarniti di rose del pensiero. Riconoscente egli adottò le figure dei barbi come proprio stemma e le viole del pensiero per quello della sua capitale.

La famiglia dei duchi di Bar si è diffusa anche in Italia, con i rami di Bar (o Bard), che ebbero possedimenti in Valle d’Aosta e nel Piemonte occidentale.

Nel XVI secolo lo stemma aveva una sola viola del pensiero in campo argento, col capo “di Bar”: cioè con i due barbi d’oro in campo azzurro seminato di crocette pieficcate.

Attualmente si blasona: “Parti : au 1er d’azur semé de croisettes recroisetées au pied fiché d’or aux deux bars adossés d’argent brochant sur le tout, au 2nd d’argent aux trois pensées tigées et feuillées au naturel. Devise : PLUS PENSER QUE DIRE

(Partito: nel primo d’azzurro seminato di crocette ricrocettate col piede fitto d’oro, a due barbi addossati d’argento passanti sul tutto; nel secondo pure d’argento a tre viole del pensiero gambute e fogliate al naturale. Divisa: PIU’ PENSARE CHE DIRE).

Lo scudo è insignito da due decorazione al valore: la Croix de Guerre 1914-1918
e la Croix de Guerre 1939-1945. Attualmente si rappresenta il solo scudo, senza altre decorazioni, ma sul sigillo della città esso è caricato su un complicato cartiglio, dal quale pendono le decorazioni.

Nota di Massimo Ghirardi

Disegnato da: Massimo Ghirardi

BLASONATURA

“Partito: nel primo d’azzurro seminato di crocette ricrocettate col piede fitto d’oro, a due barbi addossati d’argento passanti sul tutto; nel secondo pure d’argento a tre viole del pensiero gambute e fogliate al naturale. Divisa: PIU’ PENSARE CHE DIRE”

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LEGENDA

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