Comune di Grenoble – (38)

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Grenoble (detta Grenoblo nel dialetto arpitano locale; e conosciuta anticamente anche come Granopoli in lingua italiana) è capoluogo del dipartimento dell’Isère , nella regione Rodano-Alpi (Rhône-Alpes).

Grenoble era un insediamento gallico, denominata Cularo quando nel 379 venne rifondata come città romana, cui venne dato il nome di Gratianopolis in onore dell’imperatore regnante Graziano. Fu sede vescovile e successivamente dominio dei Borgognoni e dei Franchi. Nel XI secolo fu feudo dei conti di Albon che portavano il titolo di “Delfini” che venne esteso a tutto il principato (corrispondente agli attuali dipartimenti dell’Isère, delle Alte Alpi e di parte del dipartimento della Drôme) e che scelsero Grenoble come capitale.

Il titolo di “Delfino”1 è noto come denominazione del figlio primogenito del Re di Francia ed erede al trono, era però il titolo del signore nella regione francese di Grenoble, deriva dal soprannome che i conti del Viennois e d’Albon adottarono: infatti numerosi membri della dinastia adottarono Dauphin come secondo nome, a partire da Guigues IV Dauphin che fu conte di Albon e di Vienne dal 1133 al 1142. Attraverso l’omonimia con l’animale marino i conti volevano richiamare i forti legami simbolici e ideali con il mare Mediterraneo e, quindi, con la contea di Provenza. Nel 1349 (con il Trattato di Romans) Umberto II Delfino vendette i suoi possedimenti al Re di Francia, con il vincolo di dare al proprio figlio questo titolo. Dal 1447 vi regnò il delfino Luigi II, divenuto poi re di Francia col nome di Luigi XI, che favorì il commercio e istituì un parlamento a Grenoble.

Nel 1628 il cardinale Richelieu cancellò ogni indipendenza amministrativa della regione che, dopo la Rivoluzione, venne suddivisa in tre dipartimenti.

Il notissimo stemma di Grenoble si blasona: “D’or aux trois roses de gueules” (D’oro a tre rose di rosso) ma la sua origine non è molto chiara. Secondo lo storico Auguste Bouchayer (1874-1943) esser rappresenterebbero i tre martiri: san Vincenzo, patrono della Diocesi di Grenoble, sant’Andrea, patrono dei principi Delfini e San Giovanni Battista, patrono della città.

Secondo altri rappresenterebbero le tre autorità di governo medioevali della città (principe, vescovo e consoli del Comune), infatti dall’XI secolo Grenoble era soggetta alla co-signoria di due poteri rivali, quello del vescovo e quello del Delfino, ai quali nel XII si aggiunse quello del Consiglio dei Consoli del Comune, eletto dai cittadini con il compito di difendere le libertà e franchigie che avevano loro accordato i due co-signori.

Il padre gesuita Claude-François Ménestrier (1631-1705) aveva però proposto un’altra curiosa interpretazione: esse sarebbero le tre “Rose d’Oro” (massima onorificenza pontificia) che il papa tradizionalmente benediva durante la messa della quarta domenica di Quaresima, per essere poi inviate quale segno di onore ai destinatari prescelti.

Nel XV secolo il sigillo della città di Grenoble, annoverato tra i più antichi di Francia, non aveva le tre rose, ma una rappresentazione simbolica composta dalla figura stilizzata della cattedrale e una mitria, ad indicare l’autorità del vescovo-conte, associata a quella della chiesa di Sant’Andrea, con un delfino, ad indicare l’autorità del principe Delfino, insieme alla Tour de l’Isle (terminata nel 1401) che fu la prima sede del Comune consolare.

Le tre rose compaiono nel XVI secolo, una nota incisione della città (edita nel 1575) di François de Belleforest le mostra. Ma solo il 13 giugno 1698 lo stemma verrà “ufficializzato” con le registrazione di D’Hozier nell’Armorial Général de France istituito (a scopo fiscale) da re Luigi XIV.

Dopo la soppressione di tutti gli stemmi del periodo rivoluzionario, durante il Primo Impero Napoleonico l’arme della città viene leggermente modificata: il campo viene rappresentato d’argento, in luogo dell’oro, e lo scudo è insignito del capo di “Bonne Ville” dell’Impero (“di rosso a tre api d’oro poste in fascia”). Lo stemma verrà ripreso, nella versione storica alla Restaurazione, con lettera patente di Luigi XVIII del 1814, dopo un acceso dibattito tra gli “esperti” per stabilire se il colore del campo dovesse essere d’oro o d’argento.

Con Decreto del 4 maggio 1944 del generale De Gaulle venne concessa a Grenoble la croce (di Lorena) dell’Ordre de la Libération e della Croix de Guerre 1939-1945 per l’eroico comportamento dei cittadini durante il conflitto.

Dal 1961 è gemellata con la città di Catania e dal 2002 con quella di Corato (Bari).

 

(1): Anche i conti d’Alvernia adottarono il titolo di “Dauphin d’Auvergne” che rimase in uso fino all’epoca rivoluzionaria.

 

Nota di Massimo Ghirardi

Si ringrazia Paolo Crivellaro per la gentile collaborazione

Disegnato da: Massimo Ghirardi

BLASONATURA

“D’oro a tre rose di rosso”.

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