Comune di Lampaul-Guimiliau – (29)

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Lo stemma di Lampaul-Guimiliau, del dipartimento del Finistère, nella regione della Bretagna, è piuttosto recente, si blasona: « De sinople à la came d’un moulin à tan1 d’or posée en barre et cantonnée de six besants du même, ordonnés 1 et 2 dans l’angle dextre en chef et 2 et 1 dans l’angle senestre en pointe, au chef d’argent chargé d’un dragon de sable »

In italiano: “Di verde, alla camme di mulino di conceria d’oro posta in sbarra e accantonata da sei bisanti dello stesso, ordinati 1 e 2 nell’angolo destro del capo e 2 e 1 nell’angolo sinistro della punta; al capo d’argento caricato da un drago di nero”.

Si accompagna al motto in bretone EVEL HAG HOBER, che significa ‘Agire e non perdersi in parole’ riferito all’intraprendenza e alla laboriosità degli abitanti del Comune. È stato disegnato da Hubert Le Gall e depositato presso la Prefettura del Dipartimento il 29 ottobre 1986.

 

L’elemento della camme, azionato da una ruota idraulica, muoveva le macchine della conceria (tannerie) e della filatura, e richiama queste lavorazioni che hanno fatto la ricchezza del territorio fin dal Medioevo,  le industrie legate alla lavorazione delle pelli e dei tessuti di tela venivano azionate dalle acque dell’ Élorn.

 

Il drago è ripreso da quello rappresentato nella statua della chiesa parrocchiale, raffigurante Saint Pol Aurélien che atterra il drago.

 

Saint Pol Aurélien, o saint Pol de Léon (San Paolino Aureliano o San Paolino del Léon)  di origine gallese (nacque a Boverton nel 490) sbarcò nel 517 a Porz Ejen en Ouessant e si stabilì nella località che poi prese il nome da lui: Lampaul (letteralmente “eremo di Paul”). Fu il primo vescovo della città di Castel-Paol (oggi Saint-Pol-de-Léon) e del territorio bretone del Léon, nominato per volere del re franco Childebert I . È considerato uno dei sette santi fondatori della Bretagna.

Alla sua vita è legata una leggenda molto popolare in Bretagna: mentre si trovava ospite del conte Withur, suo parente, sull’Isola di Batz, un terribile drago terrorizzava la popolazione. Il santo vescovo con l’aiuto di Dio fermò il mostro, e il cavaliere Cléder che era al suo seguito, poté così ucciderlo: sul luogo venne fondato un monastero dove il santo morì il 12 marzo 594.

 

Lampaul-Guimiliau, si denominava nel 1467 Landa Pauli Botenes, mentre nel 1581 è documentato come Lampaul-Bodénès, un  trève  (termine bretone che identifica una cappella succursale o dipendenza di una chiesa principale) della parrocchia di Guimiliau (l’antica Ploumiliau).

 

 

(1): il tan (dal gallico “tann”: ‘quercia’) corrisponde all’incirca all’italiano “tannino” (acido tannico) ed è la sostanza ricavata dalla macinatura della corteccia di quercia e di castagno, si usava come conservante nella lavorazione del cuoio in conceria (o tanneria).

 

Nota di Massimo Ghirardi

Disegnato da: Massimo Ghirardi

BLASONATURA

“Di verde, alla camme di mulino di conceria d’oro posta in sbarra e accantonata da sei bisanti dello stesso, ordinati 1 e 2 nell’angolo destro del capo e 2 e 1 nell’angolo sinistro della punta; al capo d’argento caricato da un drago di nero”.

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