Comune di Bellegarde-sur-Valserine – (01)
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Storia del Comune e informazioni Emblemi civici
Bellegarde-sur-Valserine è un comune del dipartimento dell’Ain, nella regione del Rhône-Alpes (Rodano-Alpi), il determinante “sur Valserine” decretata il 12 ottobre 1956, lo distingue dalle altre località omonime del territorio francese, e riprende la denominazione della valle di questo tratto del corso del Rodano particolarmente scoscesa (e, oggi, tutelata come zona di interesse ambientale).
Anticamente era una borgata dipendente da Musinens, del quale divenne sede municipale il 6 dicembre 1858 per decreto imperiale di Napoleone III: “Le chef-lieu de la commune de Musinens, canton de Châtillon-de-Michaille, arrondissement de Nantua (Ain), est transféré à Bellegarde, et la commune prendra à l’avenir le nom de cette dernière localité” (il capoluogo del comune di Musinens, cantone di Châtillon-de-Michaille, arrondissement di Nantua (Ain), è trasferito a Bellegarde, e il comune prenderà per l’avvenire il nome di questa ultima località). Oggi Musinens è un quartiere della città.
Il nome di Bellegarde pare derivare dal ponte che la collega a Coupy, scavalcante la Valserine, costruito dal duca Roger de Bellegarde, governatore della Borgogna, la località finì per adottare il nome di “Le Pont de Bellegarde” e, infine, semplicemente Bellegarde. La sua importanza era legata anche al ruolo di controllo di dogana che esercitava sul confine con la vicina Svizzera.
Nel 1872 vennero installate alcune industrie che sfruttavano la forza delle acque del Rodano, nel 1884 vennero alimentate con l’energia idroelettrica della centrale creata dell’ingegnere svizzero Louis Dumont e Bellegarde fu una delle prime città a godere dell’illuminazione pubblica elettrica (inaugurata il 1 settembre 1884).
Nel 1929 il Comune assorbì il territorio di Ponthoud, già del comune di Vouvray; quello del Comune di Coupy (che si trova sulla riva sinistra rispetto a Bellegarde) il 21 marzo 1966; il territorio di Arlod nel 1970 (con il castello di Mussel).
Nel 1929 l’abate Pochet, curato di Champfromier, con l’aiuto di padre Mercier, curato di Bellegarde, ideò uno stemma per la città di Bellegarde che venne disegnato dalla pittrice Bascans che, però, non ebbe esito.
Bisogna attendere il 1946 perché la città, riprendendo l’idea, conferisca al grafico Jean-Amédé Gard il compito di disegnare un nuovo stemma, che si blasona: “De sinople à la porte de ville ogivale défendue de deux tours d’argent, hersée du même, ouverte et ajourée du champ, maçonnée de sable, surmontée d’une étoile d’or et soutenue d’une roue de moulin du même; au franc-canton dextre d’argent chargé d’une croisette de gueules; au soleil couchant d’or rayonnant de trois éclairs de foudre brochants de l’un en l’autre”(Di verde, alla porta civica ogivale, difesa da due torri d’argento, saracinescata dello stesso, aperta e finestrata del campo, murata di nero, sormontata da una stella d’oro e sostenuta da una ruota di mulino dello stesso; al canton franco destro d’argento caricato da una crocetta di rosso, al sole tramontante d’oro raggiato di tre lampi di folgore attraversanti dell’uno all’altro).
La porta rappresenta il forte Ecluse, di origine romana che controllava questo tratto della valle, i lampi ricordano che Bellegarde fu la prima città di Francia illuminata dalla luce elettrica, la croce è quella della Croce Rossa, mentre la ruota di mulino simboleggia l’industrializzazione della città grazie all’energia idro-elettrica. La stella ricorda la prima “annessione” di Ponthoud nel 1929.
La croce rossa ricorda il ruolo che il forte ebbe durante la Seconda Guerra mondiale, di difesa e di rifugio e di collegamento con Ginevra (che dista poco più di 30 chilometri) per l’invio di rifugiati bellici.
Nota di Massimo Ghirardi
STEMMA RIDISEGNATO

Disegnato da: Massimo Ghirardi
STEMMA ACS

STEMMA UFFICIALE

LOGO

BLASONATURA
“Di verde, alla porta civica ogivale, difesa da due torri d’argento, saracinescata dello stesso, aperta e finestrata del campo, murata di nero, sormontata da una stella d’oro e sostenuta da una ruota di mulino dello stesso; al canton franco destro d’argento caricato da una crocetta di rosso, al sole tramontante d’oro raggiato di tre lampi di folgore attraversanti dell’uno all’altro”.
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