Comune di Alençon – (61)
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Sullo stemma della città, capoluogo del Dipartimento dell’Orne (nella regione della Bassa Normandia), che si blasona: “D’azur à l’aigle bicéphale d’or” (D’azzurro, all’aquila bicefala d’oro) è tutt’ora molto vivace una controversia.
I duchi Valois d’Alençon portavano uno stemma differente: “D’azur a trois fleurs-de-lys d’or, à la bordure de gueules, chargée de huit besants d’argent” (D’azzurro, a tre gigli d’oro; alla bordura di rosso caricata da otto bisanti d’argento) che è, con tutta evidenza, una “brisura” dello stemma di Francia (o di Valois).
Tradizionalmente si ritiene che l’aquila sia un ricordo di Mathilde, nipote di Guglielmo “il Conquistatore” e figlia di Enrico di Normandia e re d’Inghilterra. Ella avrebbe fatto concedere alla sua città natale l’aquila imperiale dal marito, l’imperatore Enrico V intorno al 1124.
Secondo altri (Henry de Motey, Xavier Rousseau) l’aquila sarebbe stata concessa da Mathilde, divenuta duchessa di Normandia con il secondo matrimonio con Goffredo Plantageneto, a Guglielmo III d’Alençon che l’avrebbe ricevuta con un campo di smalto verde.
Secondo Xavier Rousseau è più verosimile che l’aquila sia stata concessa a Pietro II conte d’Alençon, dall’alleato Bertrand du Guesclin intorno al 1370, come in altri documentati casi similari del Dipartimento normanno del Calvados.
Gabriel Devos pone due questioni: il conte Pietro II potrebbe aver adottato l’aquila bicefala per simboleggiare il possesso delle due città di Alençon e Argentan1? O avrà voluto semplicemente distinguersi dai “fleurs-de-lys” del re di Francia, dai leopardi del Duca di Normandia e dall’aquila (monocefala) dell’Imperatore2? Forse per tutte queste ragioni insieme? Chissà…
Alla fine della Guerra “dei Cent’anni” (1453) la città di Alençon viene reintegrata nei suoi diritti dal re di Francia Luigi XI che, nel trattato precisa “… il sindaco sarà tenuto a fare un sigillo [e un] controsigillo seminato di fiordalisi e armeggiato con le armi della città” che, per concessione regale, saranno quelle di Francia.
Il successore e nipote del duca Pietro II, Giovanni IV, e il nipote e successore di questi, Carlo IV, utilizzeranno l’aquila a due teste, mentre sui sigilli e armi della città comparirà un’aquila monocefala (fin ad almeno il XVI secolo) in campo verde, talvolta accollato a quello del Ducato (con la bordura rossa e gli otto bisanti).
Nel 1814, dopo il periodo napoleonico, la città delibera l’adozione dello stemma con l’aquila monocefala “de sinople à l’aigle éployé, d’or” (Di verde, all’aquila spiegata d’oro).
L’Armorial général del Regno di Fancia del 1817 registra, sbagliando, lo stemma con il campo azzurro “regale”, i gigli sono rimossi e l’aquila è rappresentata bicefala. La Regia Lettera Patente del 2 agosto 1817 di Luigi XVIII consacra questa concessione (non senza meraviglia del Consiglio Comunale) in più facendo dichiarare al re che le armi araldiche della città “… avaient été accordées à ladite ville par les rois, nos illustres prédécesseurs” (“… furono accordate alla detta città dai re, nostri illustri predecessori”) cosa che non corrispondete alla realtà storica.
Lo stemma in uso è decorato con la corona vallare di “città”, due rami d’alloro e la Croix de Guerre 1939-1945.
(1): che ha anch’essa un’aquila bicipite nello stemma
(2): L’aquila imperiale inizialmente monocefala però acquisì la seconda testa nel 1250 (il blasone è stato istituzionalizzato solo nel 1433).
Nota di Massimo Ghirardi
STEMMA RIDISEGNATO

Disegnato da: Massimo Ghirardi
STEMMA ACS

STEMMA UFFICIALE

LOGO

BLASONATURA
“D’azzurro, all’aquila bicefala d’oro”.
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