Michele Turchi

Email

Sito

Nato sulle dolci colline a sud di Firenze nel 1954, lo stesso anno della televisione italiana e (soprattutto) del rock’n’roll, frequento la scuola compensando con un pronto apprendimento la poca voglia di applicarmi sui libri. Alle medie mi scontro con uno scoglio per me insormontabile: il latino. Alle superiori espando di molto le mie conoscenze sul rock, che mi valgono in seguito la possibilità di gestire per anni un programma radiofonico in una delle mille scalcinate emittenti fiorentine degli anni Ottanta. Conseguito il diploma di odontotecnico, professione che tuttora svolgo, lascio la scuola e finalmente posso dedicarmi a leggere quello che mi interessa veramente e non quello che devo. Appassionato di storia e curioso dei vari aspetti del territorio che mi circonda, ho pubblicato – da solo o con altri autori – una dozzina di libri su questi argomenti, oltre a numerosi articoli su periodici e siti web locali. Faccio risalire la mia passione per l’araldica alla lettura giovanile del romanzo Ivanhoe di Walter Scott, nel quale la descrizione degli scudi dei cavalieri è minuziosa e affascinante, ma ho sempre avvertito l’esigenza di corredare di uno stemma qualsiasi gruppo del quale abbia fatto parte. In seguito, il fatto di vivere a pochi chilometri da Firenze, dove basta guardarsi in giro con un po’ di curiosità per trovare uno stemma ad ogni passo, mi ha avvicinato prima all’araldica gentilizia, e in seguito a quella civica. Sull’argomento ho dedicato alcune monografie o capitoli specifici in alcune delle mie pubblicazioni. Ho anche fatto parte, come referente per l’araldica, della commissione storica della Giostra della Stella di Bagno a Ripoli, manifestazione annuale preceduta da un fastoso corteo in costume rinascimentale. Provando a disegnare un mio stemma personale, la figura centrale non poteva essere che un crescente. Richiama infatti sia il mio cognome che il mio comune di residenza, Fiesole. Inoltre troppe lune (moon in june, dark side of the moon, killing moon, pink moon, banana moon, moonchild…) mi hanno attraversato la strada sotto forma di brani musicali che ancora amo ascoltare. Il campo è partito, a simboleggiare la natura duplice del segno dei Gemelli sotto il quale sono nato; gli smalti sono quelli che più immediatamente richiamano la terra Toscana. Il capo d’Angiò, infine, è quasi una predestinazione… Infatti sono nato in un edificio, oggi purtroppo in stato d’abbandono, che nel Medioevo fu “casa da signore” dei Peruzzi e che conserva i resti di un affresco del Trecento con l’immagine di Roberto d’Angiò sovrastato dallo stemma angioino, e con gli stemmi della famiglia Peruzzi della quale il re di Napoli fu ospite per un mese intero a Firenze, nel 1310.