Comune di Guilmi – (CH)

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Info
  • Codice Catastale: E266
  • Codice Istat: 69044
  • CAP: 0
  • Numero abitanti: 440
  • Altitudine: 0
  • Superficie: 12.98
  • Prefisso telefonico: 0
  • Distanza capoluogo: 0.0
Storia del Comune e informazioni Emblemi civici

Il Comune di Guilmi è documentato come Guilmo, Guilme, Vilma e simili.

Una tradizione lo interpreta come derivato da “olmo”, da cui anche il motto comunale “Hic est Ulmus” “Qui c’è l’olmo”.

È però più probabile che derivi dall’antroponimo Guilmus, dal germanico Wilmo o Willimo  oppure Wi(gi)lmus.

Alcuni infine lo fanno risalire a Guillimacum castrum assaltato da Roberto il Guiscardo nel 1069.

 

L’ubicazione di Guilmi, fa pensare ad un insediamento dovuto a ragioni di ordine difensivo: dalla parte più alta del paese, a strapiombo sulla Valle del Sinello, si dominano l’intera vallata fluviale e i paesi limitrofi.

E’ un posto ideale, quindi, per una torre di guardia, un castello fortificato o una roccaforte – come dimostrano alcuni stemmi dipinti sulle case più antiche di Guilmi.

In effetti, Guilmi ha le caratteristiche proprie di tutti quei paesi abruzzesi che hanno svolto, nei tardi tempi romani e alto-medioevali, il ruolo di “castrum”, di roccaforte.

Per Guilmi la struttura di cinta primaria è pressoché impossibile da rintracciare.

Si potrebbe inoltre ipotizzare che Guilmi, oltre ad avere una cinta muraria propria, abbia avuto una rocca di avanguardia, una sorta di avamposto, situata alle pendici del colle ove è ubicato il centro civico odierno, ma in una posizione più arretrata e, quindi, più bassa: Rocca Tripaldi. Questa, per la sua collocazione, sembrerebbe pensata come primo punto di ostacolo alle offese sia dei paesi viciniori, sia delle scorrerie saracene.

È forse da scartare l’ipotesi tradizionalmente accettata che Rocca Tripaldi o Tripalda sia il primo insediamento della popolazione locale che, solo in un secondo momento, a causa della caduta dell’Impero Romano d’Occidente e delle invasioni barbariche, non sentendosi più sicura entro la prima cinta muraria, si sia spostata nella parte più alta del colle.

Dopo la donazione del Conte Trasmondo in data 1012, “pro redemptione animae”, al monastero di Santo Stefano della diocesi teatina, della chiesa di San Marco Apostolo, la ritroviamo fra i Beni della Mensa Vescovile di Chieti in data 1323.

Comunque, l’insediamento civico ha seguito da vicino tutti gli sviluppi, le tappe, le vicende fondamentali della storia teatina, almeno sino alla fine del XV – inizi del XVI sec.

Nel 1500 era fra i possessi di Fabrizio Colonna che, nel 1480, dopo la morte di Roberto Orsini, conte di Albe e Tagliacozzo, fu investito da parte della Corona aragonese del feudo.

Nel 1442, alla caduta del Regno Napoletano nelle mani degli Aragonesi i signori feudali che erano stati fedeli ad Alfonso d’Aragona videro rinsaldato il potere comitale sui precedenti territori in modo da ristabilire in Abruzzo l’antico equilibrio fra città demaniali, e quindi regie, e feudi.

I signori locali, in questo periodo, riuscirono anche ad ampliare il loro potere tramite alcune politiche matrimoniali: è questo il caso dei d’Avalos.

Con il matrimonio di Antonella d’Aquino e di Innico d’Avalos, si riuniscono i feudi di Pescara e di Loreto Aprutino al contado di Monteodorisio ove tra le altre era anche inclusa la terra di Guilmi.

Dal momento della signoria comitale dei d’Avalos, Guilmi rimarrà, tranne per un breve arco di tempo, sempre parte del marchesato, sino all’invasione francese.

 

 

Note di Bruno Fracasso

liberamente tratte dal sito istituzionale

Fonte: Giancarlo Scarpitta

Disegnato da: Bruno Fracasso

BLASONATURA

“D’azzurro, ai tre colli all’italiana, di verde, uniti, fondati in punta, il colle centrale, più alto e più largo, cimato dalla pianta di giglio, di verde,  con quattro foglie, due per parte, e cinque fiori, di argento, due per parte e uno sulla cima, la pianta accompagnata a destra dalla torre di rosso, chiusa e mattonata di nero, priva di merli, fortificata a sinistra dal basso edificio con tetto in banda, di rosso, mattonato di nero, la torre cimata dalla bandiera, con asta di nero e con drappo bifido di rosso, sventolante a destra, la pianta accompagnata a sinistra dalla cometa cadente, d’oro, con sette raggi e con la coda ondeggiante in palo. Ornamenti esteriori da Comune”.

ATTRIBUTI
SMALTI
OGGETTI
ALTRE IMMAGINI
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Fonte: Giancarlo Scarpitta

Disegnato da: Bruno Fracasso

BLASONATURA

“Drappo partito di bianco e di rosso…”

COLORI
PARTIZIONI
partito
ALTRE IMMAGINI
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LEGENDA

  • stemma
  • gonfalone
  • bandiera
  • sigillo
  • città
  • altro
  • motto
  • istituzione nuovo comune
    Decreto del Presidente della Repubblica (DPR)
    concessione
    24 Marzo 1994

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