Comune di Acquafondata – (FR)

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Info
  • Codice Catastale: A032
  • Codice Istat: 60001
  • CAP: 3040
  • Numero abitanti: 296
  • Nome abitanti: acquafondatari
  • Altitudine: 926
  • Superficie: 25.59
  • Prefisso telefonico: 0
  • Distanza capoluogo: 80.8
  • Comuni confinanti:

    Filignano, Pozzilli, Vallerotonda, Viticuso.

Storia del Comune e informazioni Emblemi civici

Lo stemma in uso del Comune di Acquafondata si può blasonare «Campo di cielo, tagliato da un filetto in sbarra: nel primo all’ombra di sole d’oro, movente dal cantone destro del capo e illuminante la torre al naturale, sormontata da stella pure d’oro; nel secondo all’albero nodrito dalla campagna diminuita, il tutto al naturale”.

 

La torre simboleggia, oltre che l’autonomia comunale, anche l’antico castello edificato dai conti di Venafro, mentre l’albero dovrebbe richiamare la quercia rifiorente, una delle “imprese” legate all’Ordine Benedettino (solitamente associata al motto “SUCCISA VIRESCIT”: col significato di “pur recisa ricresce”) nonché simbolica della costanza e resistenza degli abitanti.

La stella rappresenta il territorio unito di Casalcassinese, nonché il simbolo di “retta guida” per gli abitanti.

 

Il gonfalone in uso è un drappo di azzurro.

 

Si tratta di un piccolo comune montano, il cui toponimo deriva dalla locuzione latina “aqua fundata”, col significato di “acqua che precipita a fondo” o “acqua profonda”, in riferimento all’antico lago, prosciugato con la bonifica del 1901, che occupava la vallata sottostante il centro abitato e che andava a formare il torrente Rava scorrendo velocemente.

 

Il centro abitato venne creato dai benedettini di Montecassino, ai quali il territorio “della Terra di San Benedetto” era stato donato nel 744 dal duca Gisulfo di Benevento. Nel 928 il principe Atenofo II conferma il possesso dei vari centri, tra i quali Acquafundatam.

Successivamente venne edificato un castello dai nuovi feudatari, i conti di Venafro, tra il 1017 e il 1022, che ne contendevano il possesso agli abati cassinesi. L’abate Atenolfo fece appello e il fortilizio venne raso al suolo dalle truppe normanne.

Dopo la definitiva cessione della signoria all’abate Oderisio, il castello venne riedificato dal conte Ugo Morino di Venafro, vice domino dell’abate.

 

Nel 1806 il territorio, dopo la soppressione del feudo abbaziale, passò sotto il dominio del re di Napoli.

Dopo il 1860, con l’Unità d’Italia, nel territorio si sviluppò il fenomeno del “brigantaggio”, alcuni degli stessi abitanti, fedeli borbonici, dei centri di Acquafondata e Casalcassinese aderirono volontariamente alle fila delle varie bande.

 

Per Regio Decreto di Gioacchino Murat, la comunità di Acquafondata divenne parte del nuovo Comune di Viticuso-Acquafondata-Casalcassinese, perdendo la propria autonomia e tale resterà anche dopo la restaurazione dei Borboni nel 1816 fino alla riannessione nel Regno di Napoli.

Acquafondata recupera la sua autonomia, ma legata amministrativamente con Casalcassinese, con la legge n. 254 del 26 giugno 1902.

 

Nel 1927, con la creazione del Comune di Montellittorio, Acquafondata rischiò di perdere di nuovo la sua autonomia. Il tentativo, comunque, non ebbe alcun seguito. A seguito del riordino delle circoscrizioni provinciali, stabilito dal regio decreto n. 1 del 2 gennaio 1927, con l’istituzione della provincia di Frosinone, Acquafondata passò dalla provincia di Caserta a quella di Frosinone.

 

Per la sua collocazione geografica tra il Lazio e il Molise, si ritrovò lungo la Linea Gustav. Il suo territorio divenne teatro di violenti combattimenti fra gli eserciti tedeschi e Alleati, e nel 1944 il paese venne quasi distrutto.

 

Il 21 febbraio 2005, per i meriti di guerra, il Comune ha ottenuto la medaglia in bronzo al merito civile, allorché questo « … Piccolo comune montano, occupato dall’esercito tedesco a bloccare l’avanzata alleata, subì rastrellamenti e razzie da parte delle truppe naziste e violenti bombardamenti che provocarono numerose vittime civili e la quasi totale distruzione dell’abitato. Nobile esempio di spirito di sacrificio ed amor patrio. Acquafondata (FR), 1943-1945».

Il 29 agosto 2019, Acquafondata ha celebrato il millenario della sua storia alla presenza dell’abate di Montecassino don Donato Ogliari, che ha inaugurato una lapide, posta presso l’antica porta di accesso al vecchio borgo, che ricorda la fondazione del paese da parte dei suoi predecessori.

 

Nota di Massimo Ghirardi

Reperito da: Maurizio Fabiani

Disegnato da: Massimo Ghirardi

BLASONATURA

“Campo di cielo, tagliato da un filetto in sbarra: nel primo all’ombra di sole d’oro, movente dal cantone destro del capo e illuminante la torre al naturale, sormontata da stella pure d’oro; nel secondo all’albero nodrito dalla campagna diminuita, il tutto al naturale“.

ATTRIBUTI
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Disegnato da: Bruno Fracasso

BLASONATURA

“Drappo di azzurro…”

COLORI
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LEGENDA

  • stemma
  • gonfalone
  • bandiera
  • sigillo
  • città
  • altro
  • motto
  • istituzione nuovo comune
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