Comune di Fabbrico – (RE)

Informazioni

  • Codice Catastale: D450
  • Codice Istat: 35021
  • CAP: 0
  • Numero abitanti: 6750
  • Altitudine: 0
  • Superficie: 23.04
  • Prefisso telefonico: 0
  • Distanza capoluogo: 0.0

Storia dello stemma e del comune

Fabbrico probabilmente deriva il suo nome dal latino “fabricus” (fabbro), attraverso Favrega, non è chiaro però se questa denominazione allude ad un’attività particolarmente diffusa nella zona in antico o ad un fondo agricolo di proprietà di un oscuro personaggio che esercitava la professione di fabbro, forse di nome Fabritius o Fabricius.

La località è documentata dal 772 in un atto col quale il re Desiderio cede al monastero di Santa Giulia di Brescia alcune terre attigue alla chiesa di Santa Maria de Fabrega.

Nel 980 l’imperatore Ottone II conferma la soggezione della pieve di Santa Maria Assunta al vescovo di Reggio Emilia.

Successivamente, nel 1304, il marchese Azzo d’Este di Ferrara e Modena concesse in enfiteusi il territorio a Giberto III da Correggio, detto “il Difensore”, che se ne fece investire dall’imperatore nel 1407 e la cui famiglia dovette però difenderne il possesso soprattutto nei confronti degli Estensi, i quali nel 1557 durante la guerra franco-spagnola distrussero il castello e ne divennero signori definitivamente nel 1635, dopo l’esautorazione imperiale del principe Giovanni Siro Da Correggio per “fellonia” nel 1630.

Nei pressi dell’attuale capoluogo, verso Reggiolo, era la località della “Palude” dove sorgeva il castello di Rocca Falcona(corrispondente oggi al podere San Genesio) dei conti “della Palude” o “da Palù” (detti anche Arduini, perché discendenti di Arduino della Palude, comandante delle armate di Matilde di Canossa) e capostipite degli Arduinici, noti anche come “da Crovara” altra località dell’Appennino reggiano della quale furono feudatari.

Fabbrico fu un castello dei principi Da Correggio che costruirono il cosiddetto Palazzo Novo, forse quello ricordato dalla figurazione dello stemma comunale. L’emblema è uno dei pochi che ancora presenta (nelle rappresentazioni correnti) una variante della corona di “comune con più di 3000 abitanti” della legislazione ante 1905.

Lo stemma, liberamente adottato dal Comune1, è blasonato nello stemmario della Regione Emilia-Romagna (1972): “Campo di cielo, al castello merlato alla guelfa d’argento, posto sulla destra, munito di tre torri, due sole visibili, il mastio più alto, finestrato di nero, fondato sopra una campagna alzata di verde; l’ultima torre del castello è nascosta da un arco trionfale d’oro, visto in prospettiva sulla sinistra, finito in sommo da due torricelle coperte ed attraversante sul tutto”. Ma nelle figurazioni correnti è evidente come le due costruzioni emergano da uno specchio d’acqua (dove la precisione del bozzettista li fa riflettere e che, sul gonfalone, è limitata da un ristretto erboso) e non da una campagna; un riferimento alla “palude” dell’agnome Da Palù, la dinastia gandolfingia (dei discendenti del longobardo Gandolfo) che ebbe per prima la signoria su questo territorio. Quindi il blasone corretto dovrebbe essere: “Campo di cielo, al castello merlato alla guelfa d’argento, posto sulla destra, munito di tre torri, due sole visibili, il mastio più alto, finestrato di nero, parzialmente nascosto da un arco trionfale d’oro, visto in prospettiva posto sulla sinistra, cimato da due garitte coperte ed attraversante, movente dalla laguna alzata delimitata in punta da un ristretto erboso di verde, il tutto al naturale”.

L’arco trionfale potrebbe anche essere inteso quale “fabbrica” (cioè “costruzione”) e quindi quale elemento “parlante” per il toponimo. Otticamente “copre” parzialmente il castello e potrebbe simboleggiare come l’attuale Fabbrico abbia “sostituito” col tempo il fortilizio correggese.

Sul gonfalone, costituito da un drappo partito di bianco e d’azzurro, è appuntata la medaglia di bronzo al valor militare, conseguita il 3 ottobre 1952 con la motivazione: «Dopo l’armistizio e durante l’occupazione tedesca, la popolazione di Fabbrico, unanime nella resistenza, solidale con le formazioni partigiane, costante nelle dure rappresaglie, dava bella prova di devozione alla Patria, ed agli ideali di libertà. Fabbrico (Reggio Emilia) settembre 1943 – aprile 1945».

(1): “Il Comune negli atti e nel sigillo si identifica con il nome FABBRICO con lo stemma riprodotti sul proprio ‘gonfalone’…” (Statuto del Comune di Fabbrico, art. 8 §1.)

Nota di Massimo Ghirardi, Giovanni Giovinazzo e Alessandro Savorelli

Bibliografia:

AA.VV. DIZIONARIO DI TOPONOMASTICA Storia e significato dei nomi geografici italiani. UTET, Torino 1997.

AA.VV. STEMMI delle Province e dei Comuni dell’Emilia Romagna, a cura del Consiglio Regionale dell’Emilia Romagna. Editrice Compositori, Bologna 2003.

Romolotti (Giuseppe) a cura di. STORIA E GUIDA AI COMUNI EMILIANI. Il Quadrato, Milano 1972

Stemma Ridisegnato


Disegnato da: Massimo Ghirardi

Stemma Ufficiale


Logo


Altre immagini



Profilo araldico


“Campo di cielo, al castello merlato alla guelfa d’argento, posto sulla destra, munito di tre torri, due sole visibili, il mastio più alto, finestrato di nero, fondato sopra una campagna alzata di verde; l’ultima torre del castello è nascosta da un arco trionfale d’oro, visto in prospettiva sulla sinistra, finito in sommo da due torricelle coperte ed attraversante sul tutto”.

Gonfalone ridisegnato


Reperito da: Luigi Ferrara

Disegnato da: Bruno Fracasso

Gonfalone Ufficiale


Altre immagini


Nessun'altra immagine presente nel database

Profilo Araldico


“Drappo partito di bianco e di azzurro…”

Colori del gonfalone: azzurro, bianco
Partizioni del gonfalone: partito

LEGENDA

  • stemma
  • gonfalone
  • bandiera
  • sigillo
  • città
  • altro
  • motto
  • istituzione nuovo comune