Comune di Mordano – (BO)

Informazioni

  • Codice Catastale: F718
  • Codice Istat: 37045
  • CAP: 0
  • Numero abitanti: 4725
  • Altitudine: 0
  • Superficie: 21.53
  • Prefisso telefonico: 0
  • Distanza capoluogo: 0.0

Storia dello stemma e del comune

Lo stemma del Comune di Mordano era già in uso all’epoca del formale riconoscimento da parte del Presidente del Consiglio dei Ministri, con Decreto (D.P.C.M.) del 29 ottobre 1952. dove si blasona: ”D’argento al basilisco squamato di verde, illuminato di rosso, mordente una lancia posta in palo con la punta in basso, avente la coda attorcigliata terminante a punta di lancia, passante sulla campagna di verde. Capo d’argento carico di tre gigli d’oro, al filetto d’azzurro sulla partizione”.

Nel censimento degli stemmi delle Legazioni Pontificie promosso dal cardinale legato Gaetano Bedini nel 1851, il basilisco è descritto “…di verde, ad ali levate, tenente nel becco la freccia azzurra, con la punta all’ingiù, su terreno naturale” e la relazione allegata dal Comune racconta che “…anticamente era un arbore, verosimilmente un Moro (Gelso), quando il paese si nominava Moretano. Tal è nella campana della torre dell’orologio fusa nel 1534. Non si conosce l’epoca precisa dell’assunzione o concessione dello stemma attuale; ma dev’essere di poco posteriore all’epoca suespressa, quado il nome si cangiò di Moretano in Moredano e quindi Mordano. Di fatti si vede scolpito nella vaschetta marmorea del Battistero eretto nel 1567 nella Chiesa Arcipretale, e in altri monumenti posteriori dal 1610, 1659. 1688…”.

Popolarmente si vuole che nello stemma sia rappresentato illeggendario “drago” di Bubano che si fa risalire all’XI secolo: “… Si narra che nel 1062 venne scoperto un terribile serpente di smisurata grandezza che uccideva il bestiame, avvelenava l’acqua e di cui tutti i contadini avevano timore. A questo punto gli imolesi decisero di affidare il compito di uccidere il temibile serpente a Cassiano Oroboni che aveva già comandato le truppe imolesi contro i fiorentini. Recatosi con i suoi soldati a Bubano, dove il serpente era solito farsi vedere, attesero finché esso si decise ad uscire dalla tana. I soldati impauriti dall’improvvisa apparizione lo attaccarono con le loro balestre ma le squame del serpente come fossero d’acciaio rigettarono i colpi ed i soldati si ritirarono. Questo accrebbe molto la fama del serpente e si arrivò ad invocare l’aiuto divino per liberare la città dal flagello. È a questo punto che le testimonianze dei vari autori si diversificano. Alcuni narrano che sarà un contadino umile e timorato di Dio che con la benedizione della Madonna ucciderà il drago offrendogli del pane benedetto. Narrano poi che fu San Basilio che con il Velo della Vergine trafisse il serpente e dopo questa vittoria tutto il popolo con lui in processione ritorna in chiesa a ringraziare la Madonna ed ai piedi della sua immagine viene dipinto un serpente nell’atto di essere schiacciato…”.

Di fatto nel bozzetto conservato presso l’Archivio Comunale, non è affatto rappresentato un “basilisco” come prescriverebbe il blasone ufficiale, ma un altro mostro (piuttosto goffo) a quattro zampe, effettivamente più simile ad un drago (secondo l’iconografia popolare), mentre il “basilisco” vero e proprio (detto anche “basilgallo”) è un animale fantastico, dal corpo di rettile e la testa di gallo, talvolta cornuto e coronato (etimologicamente il nome deriva dal greco “Basileus”: re), che aveva il potere di pietrificare con lo sguardo e che, si pensa, derivato dai racconti medievali che descrivevano il cobra o l’iguana.

Da notare che il “basilisco” è confondibile con il “grifone” l’animale araldico della vicina e potente Imola, che esercitò per lungo tempo il controllo sul territorio di Mordano che, assieme a Bubano, erano “castelli” della città imolese nel XV secolo.

Dal 1802 il territorio del Comune di Bubano, precedentemente indipendente, è unito a quello di Mordano.

Nota di Massimo Ghirardi e Alessandro Savorelli

Bibliografia:

AA.VV. DIZIONARIO DI TOPONOMASTICA Storia e significato dei nomi geografici italiani. UTET, Torino 1997.
AA.VV. STEMMI DEI COMUNI E DELLE PROVINCE DELL’EMILIA-ROMAGNA, a cura del Consiglio Regionale dell’Emilia Romagna. Editrice Compositori, Bologna 2003.
Pastoureau (Michel), MEDIOEVO SIMBOLICO. Laterza, Bari 2005.
Plessi (Giuseppe) GLI STEMMI DEI COMUNI DELLE QUATTRO LEGAZIONI. Forni, Bologna 1999.
Romolotti (Giuseppe) a cura di. STORIA E GUIDA AI COMUNI EMILIANI. Il Quadrato, Milano 1972

Stemma Ridisegnato


Stemma Ufficiale


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Profilo araldico


“D’argento al basilisco squamato di verde, allumato di rosso, mordente una lancia posta in palo con la punta in basso, avente la coda attorcigliata terminante a punta di lancia, passante sulla campagna di verde. Capo d’argento carico di tre gigli d’oro, al filetto d’azzurro sulla partizione. Ornamenti esteriori da Comune”.

D.P.C.M. 29 ottobre 1952

Colori dello scudo:
argento
Partizioni:
capo

Gonfalone ridisegnato


Gonfalone Ufficiale


Profilo Araldico


“Drappo troncato di verde e di bianco…”

LEGENDA

  • stemma
  • gonfalone
  • bandiera
  • sigillo
  • città
  • altro
  • motto
  • istituzione nuovo comune

    Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri (DPCM)
    riconoscimento
    29 Ottobre 1952

    Decreto del Presidente della Repubblica (DPR)
    concessione
    12 Settembre 1953