Città di Bojano – (CB)
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Info
- Codice Catastale: A930
- Codice Istat: 70003
- CAP: 86021
- Numero abitanti: 8175
- Nome abitanti: bojanesi
- Altitudine: 482
- Superficie: 49.80
- Prefisso telefonico: 0
- Distanza capoluogo: 24.7
- Comuni confinanti:
San Massimo, Macchiagodena, Sant'Elena Sannita, Spinete, Colle d'Anchise, San Polo Matese, San Gregorio Matese.
Storia del Comune e informazioni Emblemi civici
L’attuale Bojano sorge presso il sito dell’antica città osca di “Bovaianom” poi “Bovianum” dalla quale deriva il nome, ai piedi del Matese e presso le sorgenti del Biferno. Il toponimo potrebbe derivare dal latino “bovis” (bove).
L’aumento demografico verificatosi intorno all’ VIII secolo a. C. e le scarse risorse economiche del territorio abitato dai Sabini, costrinsero alcuni gruppi (soprattutto di giovani uomini e donne) ad abbandonare la regione per raggiungere ed occupare i territori limitrofi. Questo fenomeno è all’origine di diversi popoli italici: Piceni, Aequi, Vestini, Marsi, Marrucini, Frentani, Carecini, Pentri, Irpini, Caudini, e altri…
Secondo la tradizione alcuni gruppi trovavano la destinazione seguendo il cammino di un animale sacro o il volo di un uccello il quale, talvolta, dava origine al nome della nuova comunità: il cavallo diede il nome agli Aequi, il lupo agli Irpini, il picchio ai Piceni. I Pentri-Sabelli seguendo un bue, animale sacro al dio Ares (Mamerte per i Sanniti, Marte per i Romani) raggiunsero questa zona e dall’animale prese il nome la nuova città: Bovaianom.
Probabilmente quei popoli marciavano con, in testa, un’insegna con un’asta sulla cui cima era stata riprodotta l’immagine dell’animale-guida ritenuta sacra; era la loro insegna anche nei momenti di battaglia e serviva da incitamento e per infondere coraggio ai guerrieri radunati intorno ad essa.
Possiamo ritenere che fin dal secolo VIII a. C. Bovaianom ed il popolo dei Pentri Sabelli, una tribù sannita, avessero adottato il simbolo del bue, così come testimoniato in diverse cronache.
Fu conquistata dai Romani nel III secolo a.C. a seguito della battaglia che si svolse proprio presso Boviano.
Nel VI secolo vi fu fondata la sede vescovile, oggi unita a Campobasso, e il territorio era parte del Ducato di Benevento.
Nel 1200 divenne la capitale del Ducato omonimo, per poi entrare a far parte del Contado del Molise.
Divenuta feudo di vari signori campani quali i Pandone, i Carafa e i De Capua, venne distrutta dal tremendo terremoto del 1805.
Lo stemma di Boiano riprende le antiche insegne della città: un bue e nella forma risale al XVII secolo.
Il Comune con la delibera n°12 del 28 febbraio 1986 stabilì un disegno “ufficiale” dello stemma, sancito formalmente con la concessione del D.P.R. del 21 dicembre 1988 n. 269, che mostra un toro fermo incoronato dalla dea Vittoria (Nike che, per i greci, accompagnava i tori al sacrificio).
Lo scudo risulta piuttosto “affollato” e si completa con una rotella rossa caricata da un saunion: la caratteristica punta della lancia o del giavellotto dei guerrieri sanniti, in argento (come riprodotta su una moneta del IV sec. a. C., coniata dai coloni greci di Taranto in omaggio ai loro alleati sanniti).
Sull’altro lato è rappresentata una moneta con il toro sannita che assale la lupa romana: immagine impressa su una moneta coniata nella città di Corfinium, capitale degli insorti italici in occasione della Guerra Sociale (91-88 a. C.). Anche questo simbolo era stato inciso su una moneta non coniata dai Sanniti, ma nella città greca di Neapolis (Napoli) nel IV secolo a. C. e successivamente utilizzato nelle zecche delle città di Cales (260-240 a. C.), Teano (270-240 a. C.) e Suessa (260-240 a. C.).
Alcune di queste monete facevano parte di un “tesoretto” rinvenuto durante gli scavi del santuario italico di Campochiaro: erano le offerte degli antichi visitatori al dio Ercole a cui era dedicato il luogo sacro.
Solitamente il motto “EGO BOS TAURUS SAMNITES AD BOVIANUM PERDUXI” (Io sono il bue taurino che condusse i Sanniti a Bojano), è rappresentato all’interno dello scudo, anche se in modo non proprio corretto, e richiama quello che (secondo la tradizione) nell’VIII sec. a. C. condusse i giovani Sabini, detti Sabelli (denominati solo successivamente Samnites dai conquistatori Romani) nel luogo dove sarebbe sorta la città di Bovaianom.
Recentemente lo stemma è stato oggetto di critiche da parte dello storico Oreste Gentile, che auspicava una sua modifica, anche con la sostituzione del motto con la frase di Tito Livio: “CAPUT HOC ERAT PENTRORUM SAMNITIUM LONGE DITISSIMUM ATQUE OPULENTISSIMUM ARMIS VIRISQUE” (Era questo il capoluogo di tutti i Sanniti Pentri, di gran lunga il più ricco e opulento d’armi e di uomini).
Nota di Massimo Ghirardi
LEGENDA
- stemma
- gonfalone
- bandiera
- sigillo
- città
- altro
- motto
- istituzione nuovo comune