Comune di Monticiano – (SI)

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Info
  • Codice Catastale: F676
  • Codice Istat: 52018
  • CAP: 0
  • Numero abitanti: 1565
  • Altitudine: 0
  • Superficie: 109.45
  • Prefisso telefonico: 0
  • Distanza capoluogo: 0.0
  • Comuni confinanti:

    Chiusdino, Civitella Paganico (GR), Murlo, Roccastrada (GR), Sovicille

  • Santo Patrono: Beato Antonio Patrizi
Storia del Comune e informazioni Emblemi civici

Del castello di Monticiano, in Val di Merse, si ha menzione fin dal 1189, quand’era controllato da signori locali, i Lambardi, ma di fatto sottoposto alla giurisdizione del vescovo di Volterra. Tuttavia, fin dai primi anni del XIII secolo, anche la città di Siena cominciò ad avanzare pretese su questo e altri castelli limitrofi, che considerava parte del proprio contado. Dopo la battaglia di Colle (1269) lo occupò con le armi come rappresaglia per aver dato asilo ai fuorusciti ghibellini, facendo abbattere le mura e la rocca di Castelvecchio. Monticiano divenne così parte dello Stato senese, che nel 1310 vi insediò un vicario, sottoposto alla Podesteria di Montieri e Chiusdino.

Nel 1554 il territorio di Siena venne conquistato dalle truppe medicee, dando vita al Granducato di Toscana. Nel 1629 Ferdinando II concedette Monticiano in feudo al conte Orso Pannocchieschi d’Elci; tale signoria perdurò fino al 1749, anche se i Pannocchieschi rimasero proprietari di larghe estensioni terriere.

Nel 1777, con la riforma delle amministrazioni locali promulgata dal granduca Pietro Leopoldo, Monticiano venne eretto capoluogo di Comunità, compreso nel Circondario (poi Provincia) di Siena. Degni di nota nel suo territorio i Bagni di Petriolo, particolarmente rinomati fin dall’età medievale per le proprietà curative delle loro acque sulfuree.

 

I blasonari esistenti negli archivi senesi documentano l’insegna di Monticiano con la figura di un montone (ovvero un ariete) nero e saliente in campo d’argento, in funzione falsamente parlante per consonanza col toponimo.

Lo stemma moderno, riconosciuto con Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri in data 14 aprile 1953, si blasona tuttavia: D’azzurro, alla capra saliente d’oro. «Non so invero a che alluda la capra che si scorge nell’arme, seppure non vuol rammentare uno dei più grandi prodotti del paese; proveniente dai numerosi greggi di capre che vi trovano alimento adeguato nelle selve che occupano la più gran parte del territorio della comunità», scriveva in merito Passerini nel 1864, alimentando perplessità che tuttora permangono.

Il gonfalone reca un drappo d’azzurro (DPR, 31 ottobre 1953).

 

 

Nota a cura di Michele Turchi.

 

Bibliografia:

– G.A. Pecci, Sposizione de’ colori delle armi delle città, terre e castelli dello Stato Senese, Siena, s.d.

– E. Repetti, Dizionario Geografico, Fisico, Storico della Toscana, Firenze, 1833-1846, vol. III.

– G.P. Pagnini, Stemmi e gonfaloni della Toscana, in La Toscana e i suoi Comuni, Firenze, 1985.

– Gli stemmi dei Comuni Toscani al 1860, a cura di G.P. Pagnini, Firenze, 1991.

Fonte: Giancarlo Scarpitta

Disegnato da: Massimo Ghirardi

BLASONATURA

“D’azzurro alla capra saliente, d’oro. Ornamenti esteriori da Comune”

ATTRIBUTI
SMALTI
OGGETTI
ALTRE IMMAGINI

Stemma della famigllia Pannocchieschi d’Elci

Stemma comunale utilizzato nei secoli XV-XVIII.

Fonte: Giancarlo Scarpitta

Disegnato da: Bruno Fracasso

BLASONATURA

“Drappo di azzurro…”

COLORI
ALTRE IMMAGINI
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LEGENDA

  • stemma
  • gonfalone
  • bandiera
  • sigillo
  • città
  • altro
  • motto
  • istituzione nuovo comune
    Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri (DPCM)
    riconoscimento
    16 Aprile 1953

    Decreto del Presidente della Repubblica (DPR)
    concessione
    31 Ottobre 1953

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