Città di Merate – (LC)

Informazioni

  • Codice Catastale: F133
  • Codice Istat: 97048
  • CAP: 0
  • Numero abitanti: 14943
  • Altitudine: 0
  • Superficie: 11.07
  • Prefisso telefonico: 0
  • Distanza capoluogo: 0.0

Storia dello stemma e del comune

Il toponimo di Merate appare in un documento del 926 d.C., ma è certamente un insediamento più antico, probabilmente già esistente alla romanizzazione della regione, come centro di transito verso il passo dello Spluga.

 

In un diploma dell’imperatore Federico I “Barbarossa”, datato a Roncaglia (presso Piacenza), nel 1158, si conferma all’abate del di San Dionigi di Milano la proprietà del castello di Merate, ordinando che tutti gli uomini del paese giurino fedeltà all’abate ed ai suoi successori, e che non si prendano più l’arbitrio di eleggere propri rappresentanti senza il permesso dell’abate di San Dionigi (cosa che, evidentemente, era stata fatta).

 

Quindi siamo in presenza di uno dei primi tentativi di creare un Libero Comune nel territorio della Brianza.

 

Ecclesiasticamente Merate era soggetta alla pieve di Brivio, ma dal XVI secolo ebbe la sede pievana prendendo il posto della antica chiesa, essendo divenuto il centro più popoloso del circondario.

 

Il castello subì gravi danni durante la lotta per la supremazia sul territorio di Milano tra Torriani e Visconti e, superata la pestilenza del XVI secolo, si avviò a diventare uno dei comuni più ricchi della zona, secondo solo a Lecco.

 

Lo stemma civico è stato concesso con Regio Decreto del 29 giugno 1934, col il blasone: “D’azzurro, al leone d’oro rampante, tenente con le branche anteriori e con la branca posteriore destra un’asta di nero alla cui sommità è appeso un pennone di rosso”.

 

l’interpretazione diffusa del leone che regge una bandiera allude all’ “attaccamento del forte popolo brianzolo alle libertà comunali”, richiamando l’episodio del 1158 nel quale l’Imperatore il “Barbarossa” intervenne per dissuadere i meratesi dal liberarsi dai vincoli feudali, eleggendo autonomamente i propri rappresentanti.

 

Il blasone ufficiale ha fatto sparire la lingua biforcuta delle precedenti versioni dello stemma: pare che, durante la spedizione di uno dei bozzetti ufficiali, il disegno si sia danneggiato e una piega del foglio avrebbe fatto assumere questa caratteristica alla lingua del leone (che, per inciso, viene sempre rappresentata rossa, ma nel blasone non è specificato questo colore e, a rigore, dovrebbe essere d’oro).

 

Con lo stesso RD è stato concesso anche il gonfalone, descritto come un: “Drappo partito di giallo e d’azzurro riccamente ornato di ricami d’argento e caricato dello stemma comunale con l’iscrizione centrata in argento”.

 

Con D.P.R. del 27 dicembre 1991 a Merate è stato concesso il titolo di Città e, contestualmente, è stato anche modificato lo stemma, sostituendo la corona da Comune con quella di rango.

 

La città è gemellata con il comune francese di Buzançais (Indrea) e con quello Tedesco di Kappeln.

 

 

 

Nota di Massimo Ghirardi

Stemma Ridisegnato


Disegnato da: Massimo Ghirardi

Stemma Ufficiale


Logo


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Profilo araldico


“D’azzurro, al leone d’oro rampante, tenente con le branche anteriori e con la branca posteriore destra un’asta di nero alla cui sommità è appeso un pennone di rosso. Ornamenti esteriori da Comune”.

Colori dello scudo:
azzurro
Oggetti dello stemma:
asta, branca, leone, pennone, sommità
Attributi araldici:
anteriore, destro, posteriore, rampante, tenente

Gonfalone ridisegnato


Reperito da: Luigi Ferrara

Disegnato da: Bruno Fracasso

Gonfalone Ufficiale


Altre immagini


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Profilo Araldico


“Drappo partito di giallo e di azzurro…”

Colori del gonfalone: azzurro, giallo
Partizioni del gonfalone: partito

LEGENDA

  • stemma
  • gonfalone
  • bandiera
  • sigillo
  • città
  • altro
  • motto
  • istituzione nuovo comune

    Decreto del Capo del Governo (DCG)
    riconoscimento
    29 Giugno 1934

    Decreto del Presidente della Repubblica (DPR)
    concessione
    27 Dicembre 1991

    Decreto del Presidente della Repubblica (DPR)
    concessione
    4 Febbraio 1963