Certosa Reale della Santissima Annunziata in Collegno


Certosa Reale della Santissima Annunziata in Collegno

Storia e informazioni

Alla morte del duca Vittorio Amedeo I di Savoia nel 1637 il potere passò alla moglie, Cristina di Borbone (1606-1663), reggente per il figlio, causando un conflitto tra i fratelli del defunto, Maurizio (1593-1657) e Francesco Tommaso (1596-1656), e la guerra civile nello Stato.

La duchessa fuggì in Francia e, per implorare la pace, si recò in pellegrinaggio alla Grande Chartreuse di Grenoble, dove si incontrò con il fratello, il re Luigi XIII di Francia (1601-1643). In quel monastero fece voto solenne che, se fosse rientrata in Piemonte pacificato, avrebbe fatto costruire una certosa a Torino.

 

La guerra si concluderà effettivamente nel 1642 con un trattato di pace, nel quale si sottoscrive che Cristina assumerà la reggenza in nome dei figli, a questo episodio risale l’uso del titolo di “Madama Reale” mentre i cognati avranno il governo di alcune piazzeforti fondamentali per il controllo del ducato e saranno consultati nelle principali questioni politiche.

La duchessa tenne fede al voto espresso e fece costruire il monastero certosino a Collegno, dove già si trovava un palazzo costruito nel 1614 da Bernardino Data (ex tesoriere di casa Savoia caduto in disgrazia) in stato di abbandono e di proprietà dei conti Provana. Nel 1641 vengono anche acquistati dalla corona parte dei terreni, prati e boschi confinanti per estendere le pertinenze del monastero e iniziare i lavori. Nel medesimo anno i monaci certosini di Avigliana furono chiamati a occuparsi della Certosa che venne dedicata all’Annunziata, patrona di Casa Savoia.

 

Il primo progetto fu affidato all’architetto Maurizio Valperga (1605 ca.-1688) e prevedeva un complesso imponente che avrebbe dovuto riflettere la grandiosità della dinastia, di cui rimane attestazione nel Theatrum Statuum Sabaudiae (raccolta, pubblicata nel 1682 di 145 vedute di città e alcuni monumenti degli Stati sabaudi), ma che non verrà realizzato completamente, ma fu anzi notevolmente ridimensionato per l’insufficienza di risorse finanziarie: solo nel 1648 venne posata la prima pietra della chiesa, dedicata alla Santissima Annunziata, ma la costruzione dell’intero complesso procederà molto lentamente.

La Certosa venne completamente ristrutturata e ampliata tra il 1725 e il 1737 per volontà del duca Vittorio Amedeo II di Savoia (1666-1732) e del successore Carlo Emanuele III (1701-1773), su progetto dell’architetto abate Filippo Juvarra (1678-1736).

 

Con la soppressione napoleonica della Certosa torinese, in attuazione del decreto del 1801 che la dichiarò bene demaniale, il complesso monastico fu abbandonato dai 37 monaci che lo abitavano.

Con la Restaurazione e il ritorno dei Savoia, i certosini si reinsediarono nel monastero, che dal 1816 divenne anche la sede dell’Ordine Supremo della Santissima Annunziata (la più alta onorificenza del Regno sabaudo): tuttora la chiesa della Certosa ospita le tombe dei cavalieri.

Nel 1818 venne effettuato un restauro del complesso monastico per volere di Vittorio Emanuele I (1759-1824).

 

Già nel 1852, i certosini acconsentirono ad accogliere nei propri spazi alcuni reparti del Regio Manicomio di Torino, ma nel 1855, soppresso definitivamente il monastero, la Certosa venne completamente adibita ad ospedale psichiatrico. Nel 1856 le celle dei monaci furono abbattute per far posto agli enormi padiglioni, che ancora oggi si possono osservare, progettati dagli architetti Giovanni Battista Ferrante (1834-1913) e Luigi Fenoglio. L’anno successivo tutti gli immobili, compresi i terreni, appartenuti ai certosini entrarono a far parte delle pertinenze dell’ente ospedaliero. Alla fine degli anni venti del XX secolo, l’ospedale psichiatrico di Collegno arriverà a ospitare fino a 2.100 persone.

Dopo la dismissione dell’ospedale nel 1978 con la Legge Basaglia, l’enorme complesso sarà pressoché abbandonato

Solo negli ultimi anni è iniziato un grande e impegnativo restauro che ha già parzialmente restituito alcuni edifici del complesso alla città, trasformandoli in sede di uffici pubblici e aule universitarie, ed è in progetto la creazione di un museo.

 

Dell’enorme complesso monastico attualmente rimangono solo alcuni edifici e ambienti:

il portale monumentale d’ingresso, edificato nel 1737, su disegno di Filippo Juvarra, per volontà di Carlo Emanuele III di Savoia in occasione delle sue nozze con Elisabetta Teresa di Lorena (1711-1741); il Chiostro grande, centro della vita monastica, edificato nel XVIII secolo e circondato da un portico con archi a tutto sesto che poggiano su 112 colonne doriche, ove prospettavano le 15 celle dei certosini, tutte demolite nel 1855 tranne una, quando fu trasformato in ospedale psichiatrico; la chiesa della Santissima Annunziata, con le sepolture di dieci Cavalieri dell’Ordine della Santissima Annunziata; la Spezieria, costituita nel 1720, successivamente utilizzato come “Sala della Presidenza” del Regio Manicomio, nel quale si conservano ancora alcuni arredi lignei con mortai e albarelli che un tempo contenevano le erbe officinali.

 

Anche per questa casa dell’Ordine Certosino non abbiamo uno stemma vero e proprio: ma un monogramma CAR, formato con le prime tre lettere della parola latina CARTHUSIAE, ovvero la CHARTREUSE, il massiccio montuoso nei pressi di Grenoble che ha dato il nome all’Ordine e sede delle Casa Madre. Il monogramma è solitamente sormontato dalla corona regale in riferimento all’alto protettorato dei re di Sardegna (poi d’Italia) sul monastero e al titolo regio concessogli.

Una particolare versione del monogramma è ancora oggi utilizzata come logo dall’Associazione Amici della Certosa Reale di Collegno, organizzazione culturale che si occupa della preservazione e valorizzazione dello storico complesso.

Nota di Massimo Ghirardi

 

Disegnato da: Massimo Ghirardi

ALTRE IMMAGINI

Una particolare versione del monogramma ancora oggi utilizzata come logo dall’Associazione Amici della Certosa Reale di Collegno

LEGENDA

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