Gregorio IX – Segni


Gregorio IX – Segni

Storia e informazioni

Gregorio IX, alla nascita si chiamava Ugolino di Anagni o Ugolino dei conti di Segni

Nacque ad Anagni intorno al 1170, era figlio di Mattia di Anagni, ed era legato per parte di madre ai conti di Segni, forse nipote forse cugino di Innocenzo III.

Iniziò gli studi presso la cattedrale di Anagni; successivamente studiò probabilmente legge all’Università di Bologna e sicuramente teologia in quella di Parigi. Il suo primo incarico ecclesiastico di rilievo fu quello di uditore presso il Tribunale della Rota Romana.

Fu nominato cardinale diacono da papa Innocenzo III nel dicembre 1198, con titolo di Sant’Eustachio. Fu nominato arciprete della Basilica Vaticana, carica che mantenne fino al 1206, quando divenne cardinale vescovo di Ostia e di Velletri. Fu inviato come legato pontificio in Germania, in Lombardia e in Toscana ed ebbe modo di conoscere l’imperatore Federico II. In tali occasioni riuscì anche a mediare con autorità la pace tra i diversi Comuni guelfi e ghibellini in lotta tra loro.

Ebbe sempre un grande rispetto e amicizia nei confronti di Francesco d’Assisi, aiutandolo ad avere l’approvazione della Regola da Onorio III.

Uomo di grande sensibilità teologica, ma anche un integerrimo sostenitore delle guerre contro i musulmani, ebbe anche una significativa amicizia con Domenico di Guzmán, sostenendo parimenti l’Ordine Domenicano.

Nel 1219 divenne Decano del Sacro Collegio ed alla morte di Onorio III fu eletto papa.

Durante il suo periodo di cardinalato, Ugolino di Anagni partecipò al conclave del 1216, che elesse papa Onorio III, e a quello del 122, che elesse papa lui stesso.

Pontificato

Ugolino di Anagni fu eletto pontefice il giorno dopo la morte di Onorio III, il 19 marzo 1227, ed il giorno successivo il cardinale. Fu consacrato nella Basilica di San Pietro il 21 marzo.

Gregorio IX fu convinto assertore della superiorità morale e istituzionale del papato sull’impero.

Tra il 1231 e il 1234 istituì i primi tribunali ecclesiastici contro l’eresia, sottraendo così la materia alla giurisdizione civile. Per questo provvedimento venne considerato spesso il fondatore dell’Inquisizione, anche se in realtà l’Inquisizione ebbe inizio nel 1184.

A Gregorio IX si devono anche i processi di canonizzazione di Francesco d’Assisi (1228), di Antonio da Padova (1232), di Domenico di Guzmán (1234) e di Elisabetta d’Ungheria (1235); con alcuni di questi santi, come già accennato, ebbe anche rapporti diretti personali.

Gregorio IX contrastò fermamente l’eresia emanando leggi severe. Giunse a lanciare l’anatema anche contro il figlio di Federico II, Enrico VII di Hohenstaufen, a causa di suoi presunti atteggiamenti in favore dell’eresia.

Uno dei primi atti del pontificato di Gregorio IX fu la richiesta a Federico II di mantenere le promesse fatte al suo predecessore Onorio III (non intervenire militarmente nei territori dell’Impero nel Nord Italia e accettare le nomine dei vescovi incaricati dal papa stesso) e infine di organizzare una nuova crociata, la sesta crociata, per liberare la Terra santa, entro l’agosto dello stesso anno.

Il casato degli Svevi era padrone, dal 1194, del Regno di Sicilia. Federico II, era dal 1197 anche Re di Sicilia. Nel luglio 1227 fece convenire i crociati a Brindisi , per imbarcarsi e salpare alla volta della Terra Santa. Lo scoppio di un’epidemia decimò numerosi crociati e lo stesso imperatore si ammalò. Convinto di poter guarire allontanandosi dal luogo dell’epidemia, Federico salpò, ma aggravatasi la sua malattia, e deceduti i nobili che erano con lui, fece ritorno in Italia sbarcando ad Otranto. Gregorio IX, non credendo affatto alla malattia dell’imperatore, accusò Federico di aver provocato l’epidemia e di essere un empio amico degli infedeli, giungendo a scomunicare l’imperatore dalla cattedrale di Bitonto. La scomunica non fu seguita dalla deposizione perché il prestigio di Federico II era notevole. Il fatto comunque suscitò malumore tra molti sovrani europei. Federico II nel dicembre 1227 rispose al pontefice che entro il maggio 1228 avrebbe avviato la crociata. ma il papa ribadì la scomunica per l’inadempienza del trattato stipulato con il precedente pontefice.

Nel 1228 Federico II decise di onorare l’impegno di organizzare e indire una crociata in Terra santa. In giugno si imbarcò con il suo esercito a Brindisi diretto ad Acri. Qui trovò il Sultano disposto alla mediazione, e nel febbraio 1229 stipulò un trattato, la pace di Giaffa, che concedeva Gerusalemme ed i luoghi Santi all’Impero. Nella chiesa del Santo Sepolcro «si pose sul capo con le proprie mani la corona del regno di Gerusalemme» senza partecipare alla messa perché scomunicato.

Tornò in Italia il 10 giugno 1229.

Nel frattempo Giovanni di Brienne, sostenuto da Gregorio IX, tentò di invadere il Regno di Sicilia. Federico II trovò il regno in preda alla rivolta: fu quindi subito impegnato in una guerra di riconquista del territorio. Già in ottobre l’insurrezione era domata.

Furono avviate trattative con la Santa Sede che si trascinarono per diversi mesi, finché nell’estate del 1230 si giunse ad un accordo. Il Trattato di San Germano fu sottoscritto il 23 luglio 1230 nella chiesa maggiore dell’odierna Cassino dall’imperatore in persona e da Tommaso da Capua, cardinale di Santa Sabina, legato di Gregorio IX. Federico II restituiva le proprietà allo Stato della Chiesa riconoscendo lo stato di vassallaggio della Sicilia verso Roma. In agosto fu sciolta la scomunica all’imperatore e ai suoi aderenti. Il 1º settembre si ebbe lo storico incontro tra Gregorio IX e Federico II ad Anagni, città natale del pontefice.

Nel dicembre 1227, dopo che Gregorio IX ribadì la scomunica all’imperatore Federico II, la potente famiglia dei Frangipane e i ghibellini di Roma si ribellarono al papa e lo costrinsero a fuggire dalla città e a rifugiarsi prima a Viterbo e poi a Perugia, da dove Gregorio IX scomunicò i sudditi ribelli. Gregorio IX tornò a Roma nel febbraio 1230, invocato dal popolo, dopo che durante la sua assenza si erano verificati eventi tragici per Roma: un’inondazione del Tevere ed una spaventosa carestia.

Nel 1234 Gregorio dovette nuovamente lasciare Roma, occupata dalle famiglie ghibelline; questa volta l’imperatore si mosse in suo aiuto. Federico II contribuì a sconfiggere i ribelli presso Viterbo. Egli ottenne una vittoria definitiva in pochi mesi. Il papa rientrò a Roma solo nel 1237.

Nel 1237 l’imperatore ottenne il controllo del Nord Italia sconfiggendo le città ribelli della Lega lombarda a Cortenuova. Per spavalderia inviò il Carroccio conquistato a Roma e tale gesto rinvigorì le forze filo-imperiali. Il Papa fu costretto nuovamente, nel luglio 1238, ad abbandonare la città alla volta di Anagni. Il conflitto tra guelfi e ghibellini romani si risolse con la vittoria dei guelfi ed il ritorno del Papa a Roma nell’ottobre dello stesso anno.

Il pontefice aveva sanzionato pesantemente Enrico di Hohenstaufen, uno dei figli di Federico II, che si era ribellato al padre nel 1234, permettendo quindi all’imperatore di procedere legalmente contro di lui e contro i principi tedeschi ribelli. Fu un periodo di tregua che finì pochi anni più tardi.

Federico II, sfidando apertamente il Papa, aveva impedito le nomine vescovili ed aveva imprigionato i legati pontifici. In risposta, Gregorio IX emise una nuova scomunica per Federico II, la Domenica delle Palme del 1239. Si aprì un netto conflitto tra Papato ed Impero. L’imperatore, che si sentiva investito del dovere di difendere l’impero da un papa alleato con i ribelli lombardi, cominciò a conquistare possedimenti dello Stato Pontificio con l’intento di isolare progressivamente Roma. Gregorio IX chiese aiuto alla Repubblica di Venezia, chiedendo di invadere l’Italia da Sud, precisamente dalla Puglia, e convocò a Roma un concilio ecumenico per la Pasqua del 1241 con lo scopo di deporre l’imperatore. Alla fine di aprile del 1241 le navi di diversi alti prelati, salpate da Genova, furono bloccate o affondate dagli imperiali tra le isole di Montecristo e del Giglio, nella Battaglia dell’Isola del Giglio.

Gregorio IX bandì una crociata con partenza da Lione nel 1240, ma poi fece prevalere l’alleanza con Venezia, repubblica che aveva molte relazioni commerciali con i saraceni. Solo Federico II credeva ancora di poter tenere Gerusalemme, in quel momento tra l’altro in preda ai contrasti tra Giovanniti e Templari, e l’imperatore aiutò con tutti i mezzi i crociati a partire dalla Puglia.

La potenza militare di Federico II era tale che sembrava prossima l’invasione della stessa città di Roma da parte dell’esercito imperiale, quando il 22 agosto 1241 Gregorio IX moriva improvvisamente, a un’età comunque ragguardevole. Federico II per dimostrare che non aveva nulla contro Roma lasciò l’assedio e proseguì il suo personale conflitto contro la Chiesa di Roma con Innocenzo IV.

Lo stemma papale di Gregorio IX non è unanimemente accettato come tale, proprio in funzione della sua dubbia discendenza. Tuttavia, quello più anticamente e generalmente accettato è proprio quello della famiglia Segni che compare anche in alcune incisioni dedicate al pontefice.

Si blasona: «Di rosso, all’aquila col volo abbassato scaccata d’oro e di nero, membrata e imbeccata d’oro».

 

Note di Bruno Fracasso

Disegnato da: Massimo Ghirardi

BLASONATURA

«Di rosso, all’aquila col volo abbassato scaccata d’oro e di nero, membrata e imbeccata d’oro».

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