Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano


Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano

Storia e informazioni

Si tratta della fabbriceria della Cattedrale Metropolitana di Santa Maria Nascente di Milano, fondata per volontà di Gian Galeazzo Visconti, signore della città il 16 ottobre 1387 per organizzare e controllare la costruzione del nuovo duomo, appoggiata dall’arcivescovo Antonio da Saluzzo, del reperimento dei fondi e dell’amministrazione.

Ancora oggi La Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano è un ente ecclesiastico riconosciuto, dotato di personalità giuridica con lo scopo di organizzare anche il culto ma esclusa ogni finalità di lucro. Con atto del 24 ottobre 1387, Gian Galeazzo Visconti mise a disposizione della fabbriceria le cave di marmo bianco rosato di Candoglia (nel Comune piemontese di Mergozzo, in Val d’Ossola) dove “la Veneranda” ha tutt’ora una sede decentrata.

L’attività quotidiana della Veneranda Fabbrica si articola oggi in diversi settori: oltre al servizio di accoglienza di oltre due milioni di turisti, che ogni anno visitano il complesso monumentale, e dei fedeli, comprende anche la gestione dei continui cantieri di restauro, del Museo del Duomo, dell’Archivio-Biblioteca e della Cappella Musicale.

 

Il governo è affidato a un consiglio di amministrazione formato da sette membri, in carica per un triennio, due dei quali sono nominati dall’arcivescovo, e cinque dal Ministero dell’Interno (ma devono avere il bene placito dell’arcivescovo).

 

Fin dall’inizio del cantiere la Veneranda Fabbrica affiancò alle operazioni di costruzione l’attività di restauro: attraverso la conservazione dei marmi, il cui mantenimento è compromesso oggi dall’erosione dovuta agli agenti atmosferici e all’inquinamento, e necessitano di una costante attività di monitoraggio e manutenzione.

Grazie alle competenze acquisite, la Veneranda Fabbrica del Duomo applicò il moderno concetto di restauro nel 1840, quando Ambrogio Nava, consigliere della Fabbrica, riuscì a consolidare la grande guglia settecentesca della “Madonnina” (alta 108 mt), scongiurandone così la demolizione proposta in alternativa.

 

Nella seconda metà del XX secolo la Fabbrica intraprese il restauro completo, strutturale e conservativo, del Duomo.  Il complesso restauro, in particolare degli enormi piloni del tiburio, valse alla Fabbrica riconoscimenti internazionali.

 

Fu per espressa disposizione del Visconti che per la costruzione della nuova cattedrale, che avrebbe sostituito quella precedente di Santa Maria Assunta, si sostituì il cotto, materiale edilizio usuale a Milano, con il marmo. A questo scopo, il 24 ottobre 1387, concesse il diritto di escavazione alla Fabbrica del Duomo e il diritto al trasporto gratuito del marmo fino a Milano. Il materiale giungeva in città percorrendo vie d’acqua, prima sul fiume Toce fino al Lago Maggiore, poi il Ticino e il Naviglio Grande per giungere infine all’interno della città alla Darsena. Attraverso un sistema di chiuse e di canali minori, i barconi arrivavano al Laghetto di Santo Stefano, poco distante dal transetto sud del duomo e oggi ricordato dalla moderna toponomastica con Via Laghetto. I barcaioli, per non pagare il dazio, dovevano apporre l’acronimo A.U.F, abbreviazione per “ad usum fabricæ“, che in latino significa “ad uso della Fabbrica”, si vuole che da questo sia nata l’espressione “a ufo” (anche “a ufa”) per indicare un’attività fatta senza pagare, a spese altrui.

 

Nel 1886 i laboratori “della Veneranda” furono spostati in Via di San Gerolamo (oggi Via Carducci), sulla cerchia dei Navigli, per sfruttare la via d’acqua che consentiva un facile trasporto dei materiali. In seguito alla copertura dei Navigli, il cantiere fu trasferito prima in Viale Gorizia, presso la Darsena; ma, abbandonato poi il trasporto fluviale in favore di quello su strada, il cantiere trovò la sua attuale sede poco a nord di Milano.

 

È all’interno del cantiere marmisti che oggi viene lavorato il marmo che serve per sostituire le parti ammalorate del Duomo. Questa sede è attrezzata con quanto di più aggiornato la tecnica offra e vi lavora una manodopera altamente specializzata tra cui fresatori, refilatori, quadratori, ornatisti, oltre che apprendisti e manovali.

 

Presso la cattedrale ha ancora sede un secondo cantiere, la cui attività completa il processo di manutenzione e restauro del Duomo. Il personale addetto opera direttamente sul monumento, restaura le strutture lapidee, monitora, rimuove e posa in opera le parti da sostituire e quelle rifatte, mantiene efficienti gli impianti. La manutenzione ordinaria di vetrate, arredi, dipinti e apparati per le celebrazioni del Duomo, sono in carico a questo cantiere che vede i suoi operai lavorare spesso sugli alti ponteggi e con materiali delicati.

 

Il “Museo del Duomo”, direttamente gestito dalla fabbriceria, è stato inaugurato nel 1953 con lo scopo di conservare e valorizzare le opere d’arte rimosse dal monumento per motivi di conservazione nonché gli strumenti che furono utilizzati per la progettazione e completamento del Duomo; aperto al pubblico nel 1973 e rinnovato completamente nel 2013 occupa una parte di Palazzo Reale, articolato in 26 sale, al cui interno, disposte in un percorso cronologico, si osservano in modo ravvicinato le monumentali sculture in marmo, protagoniste della raccolta, i dipinti, i grandi modelli architettonici, i moltissimi bozzetti in terracotta e gesso, oltre a dipinti, antelli di vetrate, arazzi, e oreficerie. Il percorso, preceduto dalle due sale dedicate al Tesoro del Duomo, è studiato per raccontare al visitatore la storia della costruzione della cattedrale, dall’epoca viscontea fino al XX secolo.

 

Presso l’Archivio della Veneranda Fabbrica sono raccolti i documenti relativi alla costruzione della cattedrale e le carte riguardanti enti e persone entrate in contatto con la Veneranda Fabbrica nel corso dei sei secoli di attività, fondato il 16 ottobre 1387, per finalità gestionali, amministrative e contabili. L’Archivio della Veneranda Fabbrica è stato dichiarato di interesse storico di particolare importanza nel maggio del 2012 (ai sensi del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio, D.l. 42/04).

 

La Cappella Musicale del Duomo nacque con la nomina da parte della “Veneranda Fabbrica” di Matteo da Perugia come “biscantor” e “magister” di canto nel 1402. Si tratta di una delle scuole più antiche ancora esistenti e presso la sezione musicale dell’archivio sono conservate le partiture musicali raccolte e composte nel corso di più di sei secoli e costantemente arricchito, dai maestri di cappella.

La Cappella Musicale seleziona ancora oggi fanciulli, soprani o contralti, per la Schola puerorum che accompagna le funzioni, oltre che partecipare a manifestazioni di carattere internazionale.

 

I manovali della Veneranda Fabbrica venivano chiamati magutt, pare che derivi dall’abbreviazione utilizzata nei libri mastri della Veneranda Fabbrica per registrare la provenienza e specialità delle maestranze. Gli elenchi contenevano i nominativi dei “magister” ordinati per tipo di specializzazione (ad esempio “magister carpentarius“), e i nominativi successivi al primo erano seguiti dalla nota “mag.ut“, abbreviazione di “magister ut supra” (“maestro, come sopra”). Tale abbreviativo, letto come “magut“, venne in seguito inteso come una sorta di indicativo per gli assistenti, coniando il termine magutt come sinonimo dialettale di manovale, di assistente del muratore, utilizzato ancora oggi, in senso dispregiativo o canzonatorio per indicare gli operai con il grado gerarchico più basso di una qualsiasi impresa edile.

 

L’emblema della Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano mostra la Vergine in atto di proteggere con le braccia e il manto l’edificio della cattedrale che, nel corso del tempo, ha modificato il disegno secondo l’epoca e le varie proposte di completamento del Duomo, la cui facciata, iniziata nel 1567, rimase indefinita e incompleta fino al 1805 quando, per iniziativa di Napoleone Bonaparte, alla vigilia della sua incoronazione a Re d’Italia (6 maggio 1805), venne intrapreso il lavoro secondo il disegno di Giuseppe Zanoia e concluso da Carlo Amati nel 1813. In seguito venne completata con l’esecuzione delle guglie e del coronamento secondo il disegno neo-gotico di Giuseppe Brentano (vincitore nel 1888 dell’apposito concorso indetto dalla Veneranda Fabbrica). I lavori di completamento si protrassero per tutto il XIX secolo e furono “ufficialmente” conclusi nel 1965.

 

Curiosità: pochi sanno che anche il duomo di Milano ha le sue campane, sono tre e si trovano oggi su un lato del tiburio, dopo che nel 1866 venne demolito per ragioni di staticità il basso campanile che si trovava sulla terrazza circa a metà della navata centrale. Manovrate elettricamente suonano solo “a martello” per evitare che le oscillazioni danneggino la struttura.

 

La lunga e travagliata storia del cantiere unita alla costante manutenzione con interventi continui, hanno fatto nascere l’espressione in milanese “Longh come la fabbrica del Domm” (“lungo come la fabbrica del duomo”), per intendere qualcosa di interminabile.

 

Nota di Massimo Ghirardi

Disegnato da: Massimo Ghirardi

ALTRE IMMAGINI

Facciata del Palazzo della Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano.

LEGENDA

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