Beato Enrico Alfieri
Beato Enrico Alfieri
Storia e informazioni
Gli Alfieri sono una nobile famiglia di Asti, che genererà il celebre letterato Vittorio Alfieri (1749-1803), di antichissima origine.
Nel seno di questa famiglia nacque nel 1315 Enrico, figlio di Guglielmo, signore di Magliano, e Agnesina che entrò nell’ordine dei Frati Minori Francescani in giovane età, all’età di quindici anni, nel convento di Asti (dove la sua famiglia aveva l tomba di famiglia). Per i suoi meriti venne eletto priore, prendendo il posto del teologo Francesco degli Abati. Nel 1372 venne eletto Superiore della Provincia Genovese dei Frati Minori (alla quale apparteneva anche Asti) e alla scomparsa del Vicario Generale dell’Ordine Francescano, Martino San Giorgio da Rivarolo, il papa Urbano VI lo nominò al suo posto, e nel Capitolo di Firenze del 1387 venne eletto Ministro Generale dell’Ordine Francescano.
Durante il proprio mandato (durato 18 anni) il beato Enrico attraversò il difficile periodo del Grande Scisma d’Occidente.
Sotto di lui si tennero sei Capitoli generali.
Il grande merito di fra’ Enrico fu quello di aver promosso la riforma degli Osservanti, iniziata da fra Paoluccio da Foligno (Paolo Trinci), morto nel 1392 e continuata poi da San Bernardino da Siena, cercando nel medesimo tempo di unificare le varie componenti dell’Ordine minorita.
Mentre si trovava a Ravenna, fu colto da malore e morì nel 1405; fu sepolto in quella città, nel pavimento della chiesa di San Francesco dove una lapide corredata da un’iscrizione ancora lo ricorda. Il marchese Carlo Emanuele Alfieri, nel 1829 commissionò all’artista Alessandro Massarenti la riproduzione della lapide con l’iscrizione, da porre nella cappella Alfieri nella chiesa di San Martino Alfieri.
Per il suo stile di vita ed il suo animo misericordioso è ricordato nella memoria popolare con il titolo di beato, anche se non venne mai confermato dall’autorità ecclesiastica, situazione non rara tra i “santi” medioevali (lui stesso nominò la “beatificazione” di Paoluccio Trinci).
Il Martirologio Francescano lo ricorda nella data del 1° aprile.
Non siamo a conoscenza di un uso effettivo dello stemma da parte di Fra’ Enrico (i membri degli Ordini Mendicanti, per umiltà spesso, omettevano lo stemma di famiglia); lo stemma degli Alfieri è rimasto immutato da secoli, e si blasona: “d’oro, all’aquila di nero, armata di rosso, coronata dello stesso [alias: del campo]”. Più tardi i Ministri Generali dell’Ordine utilizzeranno uno stemma troncato: con, nella parte superiore, lo stemma dell’Ordine e, in quella inferiore, un libro chiuso sormontato da una corona d’oro in campo rosso (con il galero di rango abbaziale).
© 2024, Massimo Ghirardi
LEGENDA
- stemma
- gonfalone
- bandiera
- sigillo
- città
- altro
- motto
- istituzione nuovo comune