Beato Andrea Conti da Anagni


Beato Andrea Conti da Anagni

Storia e informazioni

Andrea nacque intorno al 1240 nella città di Anagni (Frosinone), la sua era la prestigiosa famiglia dei Conti di Segni, che a dato alla chiesa ben tre papi Innocenzo III (1161-1216, Lotario dei Conti di segni), Alessandro IV (1254-1261, Rinaldo Conti di Segni) che era lo zio di Andrea e, a sua volta, nipote di Gregorio IX (1227-1241, Ugolino dei Conti di Segni), imparentati con la famiglia Caetani, dalla quale provenne papa Bonifacio VIII (1294-1303, Benedetto Caetani).

Invece di una sicura carriera ecclesiastica Andrea rinunciò a tutte le ambizioni ed entrò nell’Ordine dei Frati Minori, dove rimase un semplice fratello converso per tutto il resto della sua vita, anche se pare abbia preso gli ordini (il Martirologio Romano lo commemora come “sacerdote”).

Dopo gli studi teologici entrò nel monastero di San Lorenzo di Piglio fondato da S. Francesco stesso alle pendici del monte Scalambra, ottenne l’autorizzazione a vivere come eremita in una vicina grotta, dove compose un trattato sulla maternità della Santa Vergine (De partu Virginis), che si dice «sia stato apprezzato dai dottori della Chiesa», ma che è andato perduto.

I suoi parenti mostrarono una certa riluttanza ad accettare la scelta di Andrea: nel 1295 suo zio, Alessandro IV, andò a trovarlo e gli pose sulla tesa un copricapo da cardinale ma Andrea rifiutò la nomina. Anche suo nipote, figlio della sorella Emilia, papa Bonifacio VIII, gli inviò le insegne cardinalizie, ma di nuovo egli si rifiutò. Sembra tuttavia che sia stato proprio Andrea ad ispirare al papa l’indizione del primo grande Giubileo, nel 1300.

Fu comunque un dotto uomo di lettere, oltre a ciò, ben poco si sa della sua vita, eccetto che fu tenuto in grande considerazione per la sua santità e per i miracoli compiuti sia in vita sia dopo la morte e che, «tormentato in vita da demoni, fu invocato per l’assistenza a coloro che chiedevano aiuto contro di essi». Morì il1 febbraio 1302 a Piglio; il suo culto fu confermato nel 1724 da Innocenzo XIII, che era un suo discendente.

La famiglia dei Conti di Segni ha avuto origine nell’XI secolo da Trasmondo de Comitibus Signie e conte di Capua e Spoleto, membro dei notabili della cittadina vescovile di Segni, e appartenente ad un ramo della famiglia dei Conti di Tuscolo (Frascati).

Lo stemma dei Conti di Segni si blasona: “di rosso all’aquila scaccata d’oro [alias: d’argento] e di nero e coronata d’oro” del quale però esistono diverse variazioni e sembra una variazione dello stemma dei conti di Ceccano (che alzavano: “Trinciato di rosso e d’argento, all’aquila dell’uno all’altro”).

©2024. Massimo Ghirardi

Disegnato da: Massimo Ghirardi

BLASONATURA

“Di rosso all’aquila scaccata d’oro [alias: d’argento] e di nero e coronata d’oro”

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