Parrocchia di Santa Gemma Galgani di Mazara del Vallo
Parrocchia di Santa Gemma Galgani di Mazara del Vallo
Storia e informazioni
La Parrocchia Santa Gemma Galgani è stata canonicamente eretta dal vescovo di Mazara mons. Giuseppe Mancuso (1963-1977) con decreto dell’11 aprile 1971, ed è stata civilmente riconosciuta in data 24 marzo 1972.
Il Vescovo Mancuso, con atto rogato al notaio Francesco Giubilato il 29. 12. 1963, ha acquistato il terreno per la costruzione della chiesa parrocchiale; i lavori dell’edificio dalla particolare forma a capanna sono stati ultimati durante il vescovato del successore mons. Emanuele Catarinicchia (1987- 2002).
La parrocchia è stata intitolata a santa Gemma Galgani la prima grande mistica e stimmatizzata del XX secolo. Il primo parroco è stato don Paolo Madonia (1978-1990).
Gemma Umberta Maria nacque a Camigliano di Capannori (Lucca) il 12 marzo 1878 da Enrico Galgani ed Aurelia Landi che scelsero il nome per il significato di “gemma preziosa”.
Molto legata alla madre che perse a sette anni a causa di una grave malattia, anche il fratello Gino dovette rinunciare a diventare sacerdote anch’egli per grave infermità che lo portò alla morte.
Domenica 19 giugno 1887, dopo la prima comunione, le apparve Gesù, come disse Gemma al suo direttore spirituale: le gioie mistiche mitigavano il dolore di una grave tubercolosi ossea che si aggravò a causa di un incidente (una panca le cadde sul piede). Fu necessario l’intervento chirurgico. L’operazione fu dolorosissima e la Santa la sostenne con tale pazienza da destare l’ammirazione degli stessi medici.
Cresciuta con il padre e i fratelli a Lucca, studiò presso le Suore Oblate dello Spirito Santo fino al giorno in cui, a causa di un fallimento, la famiglia perse ogni avere e si trasferì in una povera abitazione in via del Biscione (oggi via Santa Gemma Galgani) dove la ragazza affermò di aver ricevuto le stimmate. Poco tempo dopo perse anche il padre e si ammalò in modo preoccupante, al punto da costringerla a letto.
Rifiutata dai monasteri della città a causa della salute cagionevole, venne adottata dalla ricca famiglia Giannini che le offrì vitto e alloggio nella propria casa, per circa quattro anni, in via del Seminario a Lucca. Lì Gemma visse gli ultimi anni della sua giovane vita, assistita spiritualmente da monsignor Volpi, suo confessore, e dal passionista Germano Ruoppolo che in seguito scrisse la sua prima biografia.
Grazie alla donazione di un libro scoprì la figura di Gabriele dell’Addolorata, passionista, che una sera cominciò ad apparirle regolarmente e le anticipò la morte, avvenuta l’11 aprile 1903, in una casa vicina a del Rosa) dove era stata relegata per prevenzione. Gemma aveva 25 anni.
Dopo la sua morte venne aperto a Lucca convento di suore passioniste, come aveva ardentemente desiderato, e dove oggi riposano le sue spoglie mortali. Fu beatificata nel 1933 da papa Pio XI e canonizzata da papa Pio XII nel 1940.
Lo stemma della Parrocchia mostra una croce sorgente dal mare, che bagna l’antica città di Mazara, accantonata da libro dell’Evangelo aperto con le lettere A (alpha) e Ω (omega) simboliche del principio e della fine di tutte le cose, una stella a sette punte (o eptagramma) che, con il giglio azzurro, simboleggiano la Vergine Maria e da una corona di spine, richiamo alla passione di Gesù (e, indirettamente, all’Ordine dei Passionisti ai quali Gemma Galgani fu sempre legata).
Si può blasonare: “d’oro, alla croce latina di rosso movente dal mare fluttuoso d’azzurro; accantonata nel primo dal libro dell’evangelo al naturale, caricato dalle lettere greche A e Ω di rosso, nel secondo da una stella a sette punte d’azzurro, nel terzo da un giglio dello stesso, nel quarto da una corona di spine al naturale”
© 2024. Massimo Ghirardi
STEMMA RIDISEGNATO

Disegnato da: Massimo Ghirardi
STEMMA ACS

STEMMA UFFICIALE

LOGO

BLASONATURA
“D’oro, alla croce latina di rosso movente dal mare fluttuoso d’azzurro; accantonata nel primo dal libro dell’evangelo al naturale, caricato dalle lettere greche A e Ω di rosso, nel secondo da una stella a sette punte d’azzurro, nel terzo da un giglio dello stesso, nel quarto da una corona di spine al naturale”.
ATTRIBUTI
OGGETTI
ALTRE IMMAGINI
LEGENDA
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