Pio XI – Ratti
Pio XI – Ratti
Storia e informazioni
Pio XI, in latino: Pius PP. XI, nato Ambrogio Damiano Achille Ratti nacque a Desio il 31 maggio 1857.
Quarto di cinque figli, fu battezzato il giorno dopo la nascita, nella prepositurale dei Santi Siro e Materno con il nome di Ambrogio Damiano Achille Ratti. Il padre Francesco fu attivo quale direttore in vari stabilimenti per la lavorazione della seta, mentre la madre Teresa Galli, originaria di Saronno, era la figlia di un albergatore.
Avviato alla carriera ecclesiastica dall’esempio dello zio don Damiano Ratti, Achille studiò a partire dal 1867 nel seminario di Seveso, poi in quello di Monza. Si preparò per la maturità presso il Collegio San Carlo e superò gli esami presso il Liceo Parini.
Dal 1874 fece parte dell’ordine terziario francescano.
Nel 1875 iniziò gli studi teologici; i primi tre anni nel Seminario Maggiore di Milano e l’ultimo nel Seminario di Seveso. Nel 1879 è a Roma presso il Collegio Lombardo.
Fu ordinato sacerdote il 20 dicembre 1879 a Roma dal cardinale Raffaele Monaco La Valletta.
Fu dottore della Biblioteca Ambrosiana e dall’8 marzo 1907 prefetto della stessa biblioteca.
Ratti fu uomo di vasta erudizione; ottenne infatti tre lauree nei suoi anni di studio romani: in filosofia all’Accademia di San Tommaso d’Aquino di Roma, in diritto canonico all’Università Gregoriana e in teologia all’Università La Sapienza.
Aveva inoltre una forte passione sia per gli studi letterari sia per gli studi scientifici.
Ratti fu anche un valido educatore.
Ebbe modo di esercitare un’attività pastorale ed educativa molto efficace, entrando in contatto con fanciulle e ragazze di ogni stato e condizione, ma soprattutto con la buona società milanese.
Don Ratti sviluppò una tendenza antiliberale che espresse in occasione di una conversazione informale con il cardinal Gruscha, arcivescovo di Vienna.
Ratti fu pure un appassionato alpinista: scalò diverse vette delle Alpi e fu il primo, il 31 luglio 1889, a raggiungere la cima del Monte Rosa dalla parete orientale; conquistò il Gran Paradiso; il 7 agosto 1889 scala il Monte Cervino, e a fine luglio 1890 il Monte Bianco, aprendo la via successivamente chiamata “Via Ratti – Grasselli”.
Nel 1935, venendo meno al rigido protocollo dello Stato Vaticano, durante la cerimonia d’inaugurazione della Scuola centrale militare di alpinismo di Aosta, inviò un telegramma di felicitazioni.
Leone XIII, nel giugno 1891 e nel 1893, lo inviò in missioni diplomatiche in Austria e in Francia. Nell’agosto 1882 fu nominato parroco sostituto di Barni.
Nel 1888 entrò a far parte del collegio dei dottori della Biblioteca Ambrosiana, per diventarne prefetto nel 1907.
Il 6 marzo 1907 fu nominato prelato di Sua Santità con il titolo di monsignore.
Intanto nel 1894 era entrato a far parte degli Oblati dei Santi Ambrogio e Carlo.
Chiamato da Pio X a Roma, fu nominato l’8 novembre 1911 viceprefetto con diritto di successione e, il 27 settembre 1914, regnante Benedetto XV, prefetto della Biblioteca Vaticana.
Nel 1918 papa Benedetto XV lo nominò visitatore apostolico per la Polonia e la Lituania e successivamente, nel 1919, nunzio apostolico e, all’età di 62 anni, fu elevato al rango di arcivescovo con il titolo di Lepanto.
Nei primi mesi del 1920 compì un lungo viaggio diplomatico in Lituania e in Lettonia.
Nell’ottobre 1921, una volta divenuto arcivescovo di Milano, dall’Università di Varsavia ricevette la laurea honoris causa in teologia. In questo periodo nel cardinale Ratti probabilmente si venne a formare la convinzione che il pericolo principale dal quale la Chiesa cattolica si doveva difendere fosse il bolscevismo. Questo spiega il suo operato successivo: la sua politica sociale volta a contendere le masse al comunismo e ai nazionalismi.
Nel concistoro del 13 giugno 1921 Achille Ratti fu nominato arcivescovo di Milano e lo stesso giorno fu creato cardinale del titolo dei Santi Silvestro e Martino ai Monti.
Prese possesso dell’arcidiocesi l’8 settembre. Nel suo breve episcopato dispose che il Catechismo di Pio X dovesse essere l’unico usato nell’arcidiocesi, inaugurò l’Università Cattolica del Sacro Cuore
Achille Ratti fu eletto papa il 6 febbraio 1922 alla quattordicesima votazione di un conclave contrastato. Una volta accettata l’elezione e scelto il nome pontificale, Pio XI, rivestito dell’abito corale, si affacciò alla loggia esterna della basilica vaticana il nuovo pontefice benedì la folla. Il gesto aveva il significato di apertura all’esterno.
Pio XI pensava che i cattolici dovessero operare per creare una società totalmente cristiana, nella quale Cristo regnasse su ogni aspetto della vita. Egli intendeva dunque costruire una nuova cristianità che si sforzasse di muoversi nel seno della società contemporanea.
Con le sue encicliche Pio XI elabora una teologia per la vita trattando i grandi problemi di ordine morale e sociale.
Pio XI normalizzò i rapporti con lo Stato italiano grazie ai Patti Lateranensi (Trattato e Concordato) dell’11 febbraio 1929, che ponevano fine alla cosiddetta “Questione Romana”. Il 7 giugno, a mezzogiorno, nasceva il nuovo Stato della Città del Vaticano, di cui il Sommo Pontefice era sovrano assoluto. Nello stesso periodo furono creati diversi Concordati con varie Nazioni europee.
Non pregiudizialmente ostile a Benito Mussolini, papa Ratti limitò fortemente l’azione del Partito Popolare favorendone lo scioglimento, e rinnegò ogni tentativo di Sturzo di ricostituire il partito. Ebbe però ad affrontare controversie e scontri con il fascismo a causa dei tentativi del regime di egemonizzare l’educazione della gioventù e per le ingerenze del regime nella vita della Chiesa.
Emise l’enciclica Quas Primas a ricordare il diritto della religione a pervadere tutti i campi della vita quotidiana: dallo Stato, all’economia, all’arte. Nel 1923 venne riorganizzata l’Azione Cattolica.
In campo missionario, si batté per l’integrazione con le culture locali invece dell’imposizione di una cultura occidentale. Pio XI fu estremamente critico anche con il ruolo passivo tenuto in campo sociale dal capitalismo.
Nella sua enciclica Non Abbiamo Bisogno di due anni dopo, Pio XI definì il fascismo, il cui fondatore era notoriamente Mussolini, come «statolatria pagana», ma, nell’agosto 1923, Ratti confidò all’ambasciatore del Belgio che “lui solo ha compreso di che cosa il suo paese abbia bisogno per uscire dall’anarchia in cui un parlamentarismo impotente e tre anni di guerra l’hanno gettato”.
D’altra parte il trattato riaffermava la religione cattolica come la sola religione dello Stato e i Patti Lateranensi imponevano ai vescovi di giurare fedeltà allo Stato italiano. Per il regime fascista i Patti Lateranensi costituirono una preziosa legittimazione.
In segno di riconciliazione, nel luglio successivo, il papa uscì in processione eucaristica solenne in piazza San Pietro.
Nei giorni 11 e 12 febbraio 1939 avrebbe pronunciato un importante discorso, preparato da mesi, che sarebbe stato il suo testamento spirituale e dove, probabilmente, avrebbe denunciato la violazione dei Patti Lateranensi da parte del governo fascista e le persecuzioni razziali in Germania. Tale discorso è rimasto segreto fino al pontificato di papa Giovanni XXIII quando, nel 1959, ne vennero pubblicate alcune parti.
Morì per un attacco cardiaco nella notte del 10 febbraio 1939.
Sulla base di un presunto memoriale del cardinale Eugène Tisserant ritrovato nel 1972, prese corpo la leggenda che Pio XI fosse stato avvelenato per ordine di Benito Mussolini, il quale avendo avuto sentore della possibilità di essere condannato e forse scomunicato avrebbe incaricato il medico Francesco Saverio Petacci, padre di Clara Petacci, di avvelenare il Pontefice. Questa teoria venne seccamente smentita dal cardinale Carlo Confalonieri, segretario personale di Pio XI.
Lo stemma papale si blasona: «Troncato, al primo d’oro, all’aquila di nero, membrata, armata, imbeccata e lampassata di rosso, al secondo d’argento, a tre palle di rosso disposte due e una».
Lo stemma riprende il capo imperiale con fondo oro e aquila di nero presente in numerosi rami della famiglia Ratti. In molti stemmi sono presenti le tre palle di rosso disposte due, una su fondi di smalti diversi fino ad arrivare ad un cucito di azzurro.
Note di Bruno Fracasso
Liberamente tratte e ridotte da wikipedia
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