Collegiata di Fiorenzuola


Collegiata di Fiorenzuola

Storia e informazioni

La Collegiata di Fiorenzuola (dal 1862 Fiorenzuola d’Arda) venne edificata in stile gotico su una preesistente chiesa dedicata a San Bonifacio risalente al IV secolo in onore del nuovo patrono a partire dal 1273, come dimostra un atto notarile coevo che nomina l’arciprete Alberto Pallavicino, dei marchesi di Busseto e Cortemaggiore. Nel 1066 un rogito ci informa che all’epoca era già istituito il collegio di sette canonici (arriveranno a 12, numero che si manterrà fino alla fine del XIX secolo). Il 24 novembre 1303 la chiesa, non completata, venne consacrata dal vescovo Ugo Pillori di Piacenza.

La prima pietra di una nuova costruzione venne posta nel 1485, la nuova grande chiesa verrà consacrata solo il 15 ottobre 1525 dal vescovo Pietro Ricorda.

 

Il culto di San Fiorenzo non era nuovo, gli era dedicata la precedente abbazia benedettina di fondazione longobarda dell’VIII secolo, come documentato nell’830 in una carta nella quale si cita l’abate Cosma del monastero dedicato a San Fiorenzo d’Orange che probabilmente decadde e il suo posto venne preso dalla pieve di San Bonifacio gestita dal clero secolare e che aveva come suffraganee le cappelle di Alseno, di Baselicaduce, Lusurasco e Moronasco.

 

San Fiorenzo (Saint Florent) sarebbe nato a Tours nella seconda metà del V secolo, divenuto monaco a Lerins, su indicazione di San Martino di Tours, venne inviato ad Orange per fondarvi un nuovo monastero. Alla morte del vescovo Vero, l’abate Fiorenzo venne acclamato successore sulla cattedra vescovile di Orange.

All’arrivo dei Goti, che saccheggiarono la città, Fiorenzo e molti cittadini furono fatti prigionieri e inviati ad Est, seguendo la via della Val Durance (dove attualmente esiste una chiesa – moderna –  a lui dedicata) e del passo di Monginevro. Non è chiaro se come profughi, prigionieri o pellegrini (verso Roma) sarebbero giunti presso Fidentia,  poco lontano dalla odierna Fiorenzuola (che alcuni vorrebbero derivare da un apocrifo  Fidentiola), dove durante la sosta Fiorenzo compie il miracolo di restituire alla vita una bambina, figlia di una ricca famiglia del luogo.

Ritornato ad Orange vi morì il 17 ottobre 527 e venne sepolto nel monastero suburbano di La Clastre. Nel 1057 la tomba venne aperta dal vescovo Uldario e alcune reliquie furono donate ai delegati di Fiorenzuola che erano venuti a richiederle.

 

La straordinarietà del miracolo compiuto convinse i cittadini di Fiorenzuola a scegliere Fiorenzo, una volta proclamato santo, a patrono principale di Fiorenzuola e, due secoli dopo, a dedicargli la rinnovata parrocchiale e a commissionare, nel 1741, una grande tela come pala d’altare per la chiesa, realizzata da Marco Benefial.

 

Nel 1843 fu condotta a termine la costruzione della cripta su il disegno dell’ing. Perreau di Piacenza: l’altare centrale, in marmo bianco di Carrara, è dedicato a San Bonifacio, primo titolare della chiesa. L’attuale edificio è stato restaurato nel 1933 per iniziativa dell’arciprete Luigi Ferrari, che fu parroco dal 1921 al 1964.

 

Lo stemma della collegiata si blasona: “troncata dalla fascia in divisa d’argento: al primo di porpora ai due cuori d’argento accollati e trafitti da una freccia nera; al secondo di rosso al quartiere d’argento”.

 

I cuori trafitti rappresentano principalmente il dolore patito da Maria e Gesù e la fede dei cristiani che sono disposti al sacrificio per il bene reciproco per guadagnarsi la vita eterna; il quartiere (un quadrato) d’argento in campo rosso è il noto vessillo attribuito a sant’Antonino martire, patrono principale della città di Piacenza, che in suo onore lo ha adottato anche come stemma comunale. In questo contesto rappresenta l’appartenenza alla Diocesi Piacentina.

 

Nota di Massimo Ghirardi

 

 

Bibliografia:

 

Angiolini, Enrico. 2001 – GLI ARCHIVI DELLE CHIESE COLLEGIATE. Problemi e prospettive. Atti dei convegni di Spezzano (4 settembre 2001) e Ravenna (5 ottobre 2001). Sezione ANAI Emilia-Romagna/Comune di Fiorano Modenense. Mucchi, Modena, pp. 7-21.

 

Buttafuoco, Gaetano. 1854 – DIZIONARIO COROGRAFICO DEI DUCATI DI PARMA, PIACENZA E GUASTALLA, p.34.

Disegnato da: Massimo Ghirardi

BLASONATURA

“Troncato dalla fascia in divisa d’argento: al primo di porpora ai due cuori d’argento accollati e trafitti da una freccia nera; al secondo di rosso al quartiere d’argento”.

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