Gregorio XIV – Sfondrati


Gregorio XIV – Sfondrati

Gregorio XIV, nato Niccolò Sfondrati o Nicola Sfondrato a Somma Lombardo, l’11 febbraio 1535

feudo della famiglia che vi possedeva un castello, ancora oggi presente. Il padre era il conte Francesco Sfondrati; la madre era Anna Visconti, appartenente alla nobile famiglia ducale. In quanto figlio primogenito, fu lui ad ereditare il titolo di conte del Sacro Romano Impero e gli averi del padre: duca e signore di Vallassina, Pusiano, Bosisio, Sueglio, Mojana, Garbagnate, Borima, Masnaga, Tregolo, Tabiago, Mandello, Bellano e Dervio e il titolo di patrizio di Milano e di Cremona.

Nel 1543 la madre morì partorendo il settimo figlio e il padre, Francesco decise di mettersi al servizio della Chiesa e si trasferì a Roma.

Niccolò studiò all’Università di Perugia e poi all’Università di Padova, si laureò a Pavia e, al termine degli studi, decise di abbracciare la vita ecclesiastica. Nel 1551 ricevette l’ordinazione sacerdotale.

Il 20 giugno 1552, re Filippo II di Spagna, in qualità di duca di Milano, lo elesse quale membro del senato della capitale lombarda. Contemporaneamente egli entrò a far parte del clero milanese, ove fece conoscenza dell’allora arcivescovo di Milano, il cardinale Carlo Borromeo, la cui figura morale ebbe grande influenza su di lui.

Partecipò al Concilio di Trento. Durante il concilio, il vescovo Sfondrati ebbe un ruolo importante, prendendo parte a tutte le sessioni dal 1561 alla conclusione, avvenuta nel 1563; in particolare fu tenace assertore circa l’obbligo dei vescovi di risiedere nella propria diocesi, argomento che fu accettato solo dopo molte discussioni. Fu poi membro della commissione incaricata di preparare la lista dei libri da mettere all’Indice.

Nominato vescovo di Cremona il 3 marzo 1560, all’inizio del pontificato di Pio IV, applicò gli insegnamenti del Concilio di Trento nella sua diocesi a partire dal 1564, dopo essere rimasto lontano per quattro anni a causa della partecipazione al Concilio.

Creato cardinale presbitero nel 1583, nel 1585 fu insignito del titolo di Santa Cecilia e divenne molto amico di san Filippo Neri sostenendo la sua idea di oratorio.

5 dicembre 1590: viene eletto romano pontefice.

Alla morte del papa il Sacro Collegio dei Cardinali era formato da 67 membri, ma 13 cardinali non parteciparono al conclave; pertanto il nuovo papa fu eletto da 54 cardinali. Il conclave durò poco meno di due mesi: si aprì l’8 ottobre e si concluse il 5 dicembre. La Spagna era il Paese che esercitava la maggiore influenza sulla nomina papale. Madrid presentò una lista di sette candidati che il re avrebbe desiderato vedere sul Soglio di Pietro, tra i quali figurava anche il cardinal Sfondrati. I membri del collegio cardinalizio trovarono infine un consenso sul vescovo di Cremona, Niccolò Sfondrati, che fu eletto papa nel pomeriggio del 5 dicembre 1590 nel Palazzo Vaticano. L’8 dicembre fu incoronato e scelse il nome pontificale di Gregorio XIV.

Durante il pontificato confermò l’ordine dei Chierici regolari minori, fondato da Francesco Caracciolo nel 1588; quello dei Chierici regolari Ministri degli Infermi, fondato da Camillo de Lellis.

Inoltre, ribadì la disposizione conciliare secondo la quale i vescovi dovevano essere domiciliati nelle loro diocesi.

Il 19 dicembre 1590 creò cardinale il nipote Paolo Emilio Sfondrati, conferendogli successivamente il titolo di cardinale presbitero di Santa Cecilia e facendo di lui quindi un cardinal nipote. Con questo atto Gregorio XIV inaugurò la pratica di creare cardinali nipoti la cui investitura formale coincideva de facto con la nomina, separandola così dalla prassi ordinaria seguita per gli altri cardinali.

Il 7 febbraio 1591 istituì la commissione incaricata di portare a termine l’opera di revisione della Vulgata, la versione latina ufficiale della Bibbia. Il 21 aprile successivo approvò la nomina dei membri della commissione. Il futuro cardinale Roberto Bellarmino consigliò a Gregorio XIV di non proibire la Bibbia in volgare italiano, ma di farla correggere.

Il 25 aprile 1591 il pontefice stabilì l’obbligo per i cardinali di indossare abiti di colore rosso e di portare un copricapo a forma di calotta emisferica, sempre di colore rosso. Divenne popolare col nome di zucchetto. Estese l’uso del noto cappello a larga tesa (galero) anche ai cardinali provenienti da ordini religiosi.

Inoltre, Gregorio XIV la castrazione, che veniva praticata per ottenere voci bianche.

Ribadì la scomunica al re di Francia, Enrico IV, e si schierò con la Spagna di Filippo II. Dopo aver dichiarato Enrico IV eretico e persecutore della Chiesa, fece radunare un esercito mercenario per attaccare la Francia. Inoltre sovvenzionò con 15 000 scudi la Lega Cattolica nella sua lotta contro i protestanti ugonotti.

Nel 1590/91 una serie di malattie infettive, tra cui la peste, uccise a Roma migliaia di persone. In quell’occasione il pontefice ebbe modo di conoscere Camillo de Lellis e Luigi Gonzaga, che si prodigarono in maniera encomiabile al sollievo della popolazione, offrendo un fulgido esempio di carità cristiana.

L’amministrazione civile dovette fronteggiare, inoltre, le gravi carestie che nello stesso periodo si diffusero in diverse aree del territorio. Cercò inoltre di debellare il banditismo che imperversava nella campagna romana.

 

Gregorio XIV morì la notte del 16 ottobre 1591 a Roma, a causa di un aggravamento della calcolosi biliare che lo affliggeva. Aveva 56 anni. È sepolto nella Basilica Vaticana.

 

Lo stemma papale si blasona: “Inquartato: nel primo e nel quarto d’oro, alla banda doppiomerlata d’azzurro accompagnata da due stelle a otto punte dello stesso caricata di un filetto d’oro; nel secondo e nel terzo d’argento all’albero sradicato di verde”.

Si tratta essenzialmente dello stemma della famiglia Sfondrati che però riporta una banda caricata da un filetto, talvolta da una banda ridotta, di argento.

 

Note di Bruno Fracasso

Stemma Ridisegnato


Disegnato da: Massimo Ghirardi

Stemma Ufficiale


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Profilo araldico


“Inquartato: nel primo e nel quarto d’oro, alla banda doppiomerlata d’azzurro accompagnata da due stelle a otto punte dello stesso caricata di un filetto d’oro; nel secondo e nel terzo d’argento all’albero sradicato di verde”.

Oggetti dello stemma:
albero, punta, stella
Pezze onorevoli dello scudo:
banda doppio-merlata, filetto
Attributi araldici:
accompagnato, caricato, sradicato

LEGENDA

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