Val Dieu
Abbaye de Notre Dame du Val-Dieu
(Abbazia di Nostra Signora di Val-Dieu) – Monaci Cistercensi

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Le origini del monastero risalgono ad una comunità di monaci cistercensi provenienti dall’abbazia di Hocht, inviati nella località di Lanaken-Neerharen, vicino a Maastricht, nel Principato Vescovile di Liegi, per fondarvi un monastero.
La precaria situazione di questa fondazione costrinse la comunità ad emigrare al confine della contea di Dalhem, nel Ducato del Limburgo, in una località selvaggia e solitaria della valle del Berwinne, che la popolazione locale chiamava “Vallée du Diable” e dove trovarono terre più fertili donate loro dal conte Lotario I di Hochstade e di Dalhem, e dal duca Enrico III di Limburgo.
Secondo l’uso cistercense i monaci diedero alla località il nome beneaugurante di “Vallée de Dieu”, in seguito “Val-Dieu” (Valle di Dio), e l’abbazia venne ufficialmente inaugurata nel 1216.
La primitiva costruzione, ancora in larga parte in legno, 1286 venne distrutta da un incendio e ricostruita nel 1331.
Nel 1574 un altro incidente provocò gravi danni: i calvinisti saccheggiarono l’abbazia. la ricostruzione iniziò solo nel 1625 e nel 1684 dovette subite l’attacco e il saccheggio delle truppe francesi di Luigi XIV, in guerra con le Province Unite dei Paesi Bassi.
Il 7 settembre 1756 il Berwinne sraripò e allagò la regione, causando ulteriori danni.
Nel XVIII secolo gli edifici vennero profondamente rinnovati: venne realizzato un nuovo chiostro, il palazzo abbaziale, il grande mulino e altri edifici di servizio.
Nel 1796, un anno dopo l’annessione alla Francia rivoluzionaria, il Direttorio soppresse le congregazioni e gli ordini religiosi: l’abbazia venne soppressa e gli edifici venduti come “bene pubblico”. Il 7 maggio 1798 l’abate Jacques Uls e i suoi monaci dovettero lasciare l’abbazia, ma organizzerà in segreto una raccolta fondi che, grazie a dei prestanome, permise di riacquistare la gran parte del monastero
Nel 1811 l’abate Jacques Uls la riacquistò e alla sua morte l’anno successivo senza testamento la sua famiglia ne rivendicò la proprietà, ne espulse gli otto monaci rimasti e trasformò gli edifici in fabbrica di tessuti, che però fallì presto.
Nel 1825 venne trasformata in casa di riposo per pensionati, chiusa poco dopo tre anni. La grande biblioteca, che si era conservata, venne spogliata e i preziosi libri e documenti, nonché i preziosi arredi, dispersi, le lastre di pietra della chiesa vennero vendute per pavimentare un castello del circondario e persino la guglia della torre venne smontata con l’intenzione di andare ad impreziosire una nuova chiesa in costruzione nella città di Verviers, ma durante le operazioni crollò sfondando il tetto della chiesa, ormai un misero campo di rovine.
Del gruppo dei compagni dell’abate Uls rimaneva ancora padre Bernard Klinkenberg, che aveva preso i voti a Val Dieu nel 1789 e che era rimasto in loco come curato della parrocchia di Ruremonde, con ingenti sforzi riuscì ad acquistare le rovine dell’abbazia nel 1840 (ma non il palazzo abbaziale, che era stato trasformato in residenza privata); nel 1844, all’età di settant’anni, promosse la ripresa della vita regolare, come priore della nuova comunità ripristinata con l’aiuto di alcuni confratelli arrivati dall’abbazia di Bornhem.
Nel 1946 venne la nuova chiesa abbaziale venne eretta in “basilica minore” dal papa.
Nel 1975 anche la antica residenza dell’abate tornò in proprietà ai monaci.
Nel 2001 gli ultimi tre monaci hanno lasciato l’abbazia, sostituiti da una comunità di laici che hanno preso possesso del luogo per condurre una vita ritirata secondo i principi ispiratori della Regola benedettina cistercense, sotto la direzione spirituale e coordinata dell’Ordine, che l’ha associata, e del vescovo locale.
Oggi rimangono le rovine del XIII secolo, con la sacrestia, il transetto antico e due cappelle, alcuni edifici eretti durante l’abbaziato di Jean Dubois (1711-1749), la chiesa del XIX secolo, col campanile del 1934.
Lo stemma dell’abbazia risale al XVII secolo e si compone di uno scudo argenteo con due anelli intrecciati, con il motto IN VINCULO PACIS (“nel legame con la pace”) ripreso da un passo biblico dell’Epistola agli Efesini, simboleggia il cammino verso la felicità, attraverso l’incontro e l’umanità, sopportando con pazienza e mitezza le avversità dell’esistenza, in un legame di pace e accoglienza con lo spirito di Dio, costruendo un rapporto di pace e comunione con il prossimo. L’emblema è praticamente lo stesso dell’abbazia di Himmerod.
L’attuale comunità porta questo emblema come pendente di una semplice collana, che li distingue all’interno della comunità cistercense, oltre che, ovviamente, sulle etichette della birra Val-Dieu viene ancora prodotta (dal 1997) all’interno degli edifici conventuali (che ha permesso l’adozione della denominazione “biére d’abbaye reconnue”, secondo la tradizione monastica cistercense, senza aggiunta di aromi o spezie, con l’eccellente acqua del torrente Gileppe, captata con una diga, sgorgante da una sorgente minerale di un territorio caratterizzato da numerose località termali (Spa, Bru, Chaudfontaine), sotto al direzione di un “mastro birraio” laico.
Si commercializza in cinque varietà, più una stagionale, ad alta fermentazione, non pastorizzata, in bottiglia e in fusti da 30 litri:
- La Val-Dieu blonde, con un volume alcoolico del 6 %, prodotta con due varietà di malto e leggermente amara.
- La Val-Dieu brune con un volume alcoolico del 8 %. Con un aroma di caffè e un colore rubino intenso.
- La Val-Dieu triple con un volume alcoolico del 9 %. Non filtrata e non pastorizzata, leggermente e soavemente dolce/amara.
- La Val-Dieu Grand Cru con un volume alcoolico del 10,5 % forte e corposa.
- La Val-Dieu Cuvée 800 bionda con un volume alcoolico del 5,5 % creata nel 2016 in occasione degli 800 anni dell’abbazia.
- Infine si produce una “bière de Noël” bionda con un volume alcoolico del 7 %.
Oltre a queste la Brasserie de l’Abbaye du Val-Dieu produce anche una ventina di birre con ricette particolari e su richieste di altri, tra le quali:
- la Merveilleuse de l’Abbaye de Chèvremont, con un volume alcoolico del 7,5 %.
- La Farnières, bionda con un volume alcoolico del 8 % in esclusiva per il Domaine Farnières.
- la Vieille Salme, ambrata dal gusto pronunciato con un volume alcoolico del 8,3 %.
- l’Aurore de la Salm, bruna.
- la Myrtille d’Amélie, ambrata e aromatizzata al mirtillo con un volume alcoolico del 6 %.
- l’Aubel blonde.
- la Paix-Dieu bionda con un volume alcoolico del 10 %.
- la Paix-Dieu bruna con un volume alcoolico del 8 %.
- la Franchimontoise, bionda con un volume alcoolico del 6 %.
- La Standard e la Bière des Rouches, su commissione della Standard di Liegi, con un volume alcoolico del 6 %.
E altre…