Sint Truiden

Abdij van Sint-Trudo

(Ex Abbazia di San Trudo) – Monaci Benedettini



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Nel 655 venne fondato un piccolo monastero da Truiden (Trudo), dedicato ai santi Remigius e Quitinus, nella località di Zerk Ingen (Sarchinio), che dal XII secolo assumerà il nome del fondatore Sint-Truiden. Fu per lungo tempo legato alla diocesi di Metz, dato che si riteneva che san Trudo avesse donato il monastero a quella sede vescovile, per riconoscenza verso il vescovo Chlodulf, che aveva finanziato gli studi di Trudo. I vescovi di Metz nominavano gli abati e risiedevano spesso nell’abbazia, come fecero il vescovo Drogo (intorno all’820), e Adalbero I di Bar (944-962).

La tomba di San Trudo, al quale vennero attribuiti numerosi miracoli, divenne un centro di pellegrinaggio. Rapidamente crebbe in fama e ricchezza, fino a diventare una delle più potenti dei Paesi Bassi, con molti dei suoi monaci dichiarati santi, come Eucherio di Orléans, Liberto di Kamerijk.

Nel corso del IX secolo adottò la regola benedettina, probabilmente intorno all’817, e pochi anni dopo nell’883 dovette subire la distruzione da parte dei normanni.

Ricostruita rapidamente, durante tutto il Medioevo accolse i numeorosi pellegrini che apportavano all’abbazia ingenti ricchezze, che consentirono all’abate Adelardus II (1055-1082) di costruire una nuova chiesa adatta ad accogliere numerose persone, lunga 100 metri e larga 26 (oggi ne rimane la poderosa torre nord, che fungeva anche da fortezza, e la cripta).

Durante l’abbaziato di Wiricus (1155-1180) gli edifici vennero rinnovati e ampliati, con la creazione del quartiere abbaziale (secondo l’opera Gesta abbatum Trudosensium, gli annali dell’abbazia, i lavori durarono più di settant’anni: furono rinnovati il refettorio, il dormitorio, venne creato l’appartamento dell’abate che, posto nel punto più alto del sito con vista sulla città, era confortevolmente arredato con caminetti e un sistema di approvvigionamento idrico, un lusso aristocratico per l’epoca).

Tra il XV e il XVI secolo il complesso venne trasformato in forme gotiche, con la costruzione di una grande torre nolare sulla chiesa. Intorno al 1520 l’abate Willem van Brussel fece recingere l’abbazia da un muro di cinta.

Dal 1665, quando l’abate Hubertus van Sutendael (1638-1663) fece costruire la monumentale porta barocca (in occasione del millenario dell’abbazia), al 1779 venne intrapresa un’altra lunga e profonda trasformazione barocca della chiesa, proseguita dall’abate Joseph van Herck (1751-1780.

Purtroppo nel 1794 i rivoluzionari attaccarono e saccheggiarono l’abbazie, che venne soppressa e trasformata in ospedale militare. La chiesa, che era stata pesantemente danneggiata nell’incendio che seguì, venne definitivamente atterrata nel 1798.
I materiali da costruzione, tra cui pietre, piastrelle maiolicate, ardesie, travi e colonne di prezioso porfido, furono venduti. Rimasero in piedi solo la torre della chiesa, la cripta, la guardiola, il quartiere dell’abate e alcuni edifici di servizio. Attraverso vari proprietari privati, i terreni dell’abbazia giunsero in possesso nel 1824 della chiesa di Nostra Signora (Onze-Lieve-Vrouwekerk) che nel 1839 donò il complesso alla Diocesi di Liegi, la quale nel 1843 vi fondò il Seminario, trasferendolo dalla sede di Rolduc, passata nel 1838 ai Paesi Bassi.
Per la necessità del Seminario nel 1845 fu costruita una nuova cappella in stile neoclassico nello stesso luogo dove san Trudo aveva costruito la prima chiesa.

Un incendio catastrofico ebbe luogo nel 1975, durante il quale una parte degli edifici barocchi furono distrutti assieme alla chiesa del seminario. Nel 1992 un’esplosione distrusse anche lo storico mulino dell’abbazia.

Nel 1999 vennero messe in luce le fondamenta della chiesa abbaziale romanica (il cosiddetto Kerkveld): otto colonne in acciaio segnano oggi la posizione e l’altezza (18 m) dei pilastri nella navata meridionale della chiesa. La torre e la cripta sono state rese accessibili nello stesso periodo. Un modello in bronzo della chiesa abbaziale nel suo periodo di massimo splendore è situato ai piedi della torre. Alcuni oggetti del tesoro abbaziale possono essere visti nella vicina chiesa di Onze-Lieve-Vrouwekerk).

Un altro spazio all’interno del quartiere dell’abate con una lunga storia è la Keizerszaal, (sala dell’Imperatore) originariamente commissionata dall’abate Willem van Brussel, restaurata nel XVI secolo dall’abate Sarens, e ricostruita nel 1770 dall’abate Joseph van Herck, su progetto dell’architetto barocco Laurent-Benoit Dewez e decorata dai fratelli italiani Caldelli con le “Storie di Giuseppe in Egitto” una rappresentazione allegorica voluta dall’abate Van Herck, che non riconosceva nessuna autorità sopra di lui se non quella del papa e dell’imperatore Giuseppe I (non quindi quella del principe-vescovo di Liegi che era co-signore della città). Nella zona della reception della Keizerszaal, si trova una discesa dalla Croce, attribuita a Rubens (e oggi assegnata ad un allievo) e una statua di Sant’Eucherio, attribuita a Jean Del Cour.

L’Academiezaal è un auditorium ottagonale del 1845, costruito in stile neoclassico su progetto dell’architetto Louis Roelandt, autore dell’ Opera di Gand, grazie alle sue qualità acustiche, la sala è particolarmente adatta ai concerti.

Nella parte settentrionale di Sint-Truiden, fuori dal centro città, ci sono due case di campagna dell’abbazia di Sint-Trudo: il castello di Nieuwenhoven, che nel XVIII secolo era la residenza permanente degli abati, e il De Speelhof, la residenza di campagna per i monaci e gli ospiti di riguardo dell’abbazia.

Lo stemma dell’abbazia si ritrova in alcuni manoscritti risalenti al 1684 e si presenta come “trinciato d’oro e d’azzurro, al leone di rosso coronato d’argento”.

All’abate Adelardo, costruttore della prima abbazia romanica, è dedicata oggi una birra, prodotta dalla Brouwerij Kerkom, fondata nel 1878 da Evaristo Clerinx che aveva sposato una figlia di un mastro birraio della zona. Dopo un periodo di chiusura durante le due guerre mondiali Jean Clerinx, discendente del fondatore ricominciò la produzione di birra nel 1952 ma fu costretto a chiudere di nuovo nel 1968 a causa del successo di altre birre, le pils, che invasero il mercato.
Andato a lavorare in un’altra birreria del Limburgo, Jean nel 1988 decise di provare a rilanciare la sua birreria. Nacque la Bink dal soprannome di un abitante di Sint Truiden. Nel 1999 Jean si ritirò lasciando la gestione al giovane Marc Limet e sua moglie Marina Siongers. All’interno della fattoria di Kerkom, nel bel mezzo della campagna limburghese, Marc e Marina brasano qui le loro birre e il fine settimana aprendo le porte alle persone che affollano il piccolo bar all’interno della birreria.

La birra Adelardus si produce ancora oggi con il gruyt (o gruut), un composto di spezie ed erbe (in questo caso 10) che si usava prima dell’introduzione del luppolo e che ne sostituiva le funzioni antisettiche, stabilizzanti ed aromatiche. Si può trovare nei tipi:

– “Adelardus” Dubbel
– “Adelardus” Tripel

Sono state ideate espressamente dalla Fondazione dell’abbazia di St. Truiden nel 2002 in occasione delle prime giornate aperte ai visitatori dell’abbazia e per ottenere un piccolo ricavo che contribuisse al mantenimento del sito.