Crespin
Abbaye de Saint Pierre de Crespin
(Ex Abbazia di San Pietro di Crespin) – Monaci Benedettini

Altre immagini
Il nobile Landelin, dopo una vita dissoluta, si convertì al Cristianesimo e, come penitenza, decise di predicare il vangelo nel nord della Francia. Nel 642, dopo aver fondato le abbazie di Lobbes, di Aulne e Wallers en Thiérarche, arrivò nei territori della foresta di Amblise, tra Valenciennes e Mons, insieme ai due discepoli, Domitien e Adelin, per convertirne la popolazione ancora in gran parte pagana. Si stabilirono in un luogo selvaggio e acquitrinoso lungo le rive dell’Haine (affluente della Schelda) dove costruirono alcune capanne di legno nel 648.
In quel sito però non c’era acqua potabile ed era particolarmente malsano, allora Landelin decise di spostare la fondazione in un luogo più agevole e trovatolo, piantò il suo bastone da pellegrino (bordone) per terra: improvvisamente scaturì una sorgente di acqua purissima, che uscendo copiosa, alimentò un ruscello formando delle “onde increspate” (“crispantibus undis” in latino) dalle quali venne il nome della località: Crispinium, dal 1323 Crespin. In quella posizione il santo fondò nel 670 una cappella dedicata a San Pietro Apostolo che divenne sede di un monastero del quale Landelin divenne il primo abate.
La fonte “di St. Landelin” è tutt’ora zampillante nel luogo noto come Bois de Compose e origina un ruscello, oggi noto col nome di Quinquerniau, che sfocia poco oltre nel torrente Hogneau.
Il 15 giugno 686 Landelin morì, compianto dai confratelli, e venne sepolto nella chiesa da lui fondata. In seguito si sviluppò un’abbazia benedettina dedicata a Saint Landelin.
Venne saccheggiata nell’882 dai Normanni, insieme alle abbazie sorelle di Aulne e Wallers-en-Fagne (tutte fondate dallo stesso Landelin), che le lasciarono in rovina. Ricostruita poco dopo non venne però riabitata dai Benedettini, ma da una comunità di sacerdoti secolari, i monaci di San Benedeto ritornarono solo nel 1080.
L’abate di Saint Sauveur d’Anchin, Alvise, futuro vescovo di Arras, vi inviò nel 1120 il monaco Gossuin per ripristinare l’osservanza benedettina.
Prossima al confine tra i territori Francesi, sui quali si trovava, e quelli del Regno di Spagna l’abbazia fu devastata e danneggiata più volte durante le guerre tra le due potenze europee, dal 1706 al 1708 fu occupata dai soldati di Luigi XIV, furono scacciati dal Duca di Baviera, le cui armate li sostituirono.
Tra il 1709 e il 1711 fu devastata e saccheggiata nel 1745.
Nel 1750 iniziarono i lavori di ricostruzione nelle locale “pietra blu”, che terminarono nel 1755.
Nel 1789 venne soppressa e secolarizzata dai rivoluzionari. Il monastero divenne prima un collegio per l’educazione popoelare e successivamente un ospedale, gli stessi benedettini si trasformarono in infermieri. In alcuni spazi dell’ex abbazia vennero installati una distilleria e uno zuccherificio.
Oggi dell’abbazia rimangono suggestive rovine, iscritte dal 26 dicembre 1990 nella lista dei monumenti, mentre l’antico palazzo abbaziale è stato trasformato in dimora privata. La chiesa del monastero, ricostruita dall’ultimo abate, don Aybert Spildoren nel 1787, venne trasformata parzialmente in chiesa parrocchiale ma successivamente cadde anch’essa in rovina.
La chiesa attuale risale al periodo successivo alla Prima Guerra Mondiale.
Lo stemma dell’abbazia (e, oggi, del Comune di Crespin) si blasona: “d’azur fretté d’argent” (“d’azzurro, cancellato d’argento”), terminologia che descrive uno scudo azzurro attraversato da linee diagonali intrecciate che, si vuole, rappresentino i canali di bonifica tracciati dai monaci. Lo scudo è accompagnato da un serto vegetale di fronde di quercia, richiamanti al grande foresta di Emblise. Al tutto è associato il motto SALUS JUSTORUM A DOMINO, ripreso dal salmo 36 di Davide, verso 39 (“Salus autem justorum a Domino; et protector eorum in tempore tribulationis” – La salvezza dei giusti viene d Dio, ed Egli è il loro protettore nei momenti di tribolazione).
Mentre il culto a Saint Landelin è mantenuto tutt’ora vivo dalla Confraternita a lui dedicata, che il 15 giugno organizza una cerimonia ed una messa dedicata, la produzione brassicola che risale almeno al 1032 venne perpetuata dalla birreria impiantata tra le rovine del monastero dalla famiglia Rimaux, che si serviva delle acque della fonte di San Landelin.
La birra “Abbaye de Crespin” e la “Saint Landelin”, viene oggi prodotta dalla Brasserie Frères Gayant di Douai.
– La Abbaye de Crespin è una birra bionda, ad alta fermentazione “tipo abbazia” 6,2°