Unione Montana dei Comuni dell’Appennino Reggiano


Comunità Montana

Unione Montana dei Comuni dell’Appennino Reggiano

Informazioni
Storia della C.M. e dello stemma

L’Unione Montana dei Comuni dell’Appennino Reggiano sostituisce dal 2013 la Comunità Montana e riunisce i territori di sette comuni della Provincia di Reggio Emilia: Carpineti, Casina, Castelnovo ne’ Monti, Toano, Ventasso, Vetto e Villa Minozzo. La sede legale è stata stabilita a Castelnuovo ne’Monti, che è il centro più rilevante del territorio.

 

Obiettivi primari dell’Unione sono l’integrazione tra i comuni di funzioni quali Servizi sociali, gestione del personale, polizia locale, gare e appalti di fornitura di beni e servizi.

 

L’Unione Montana dei Comuni dell’Appennino Reggiano è subentrata alla preesistente Comunità Montana dell’Appennino Reggiano ai sensi della L.R. n. 21/2012 e del Decreto del Presidente della G.R. n. 116/2013 di scioglimento della citata Comunità Montana. La giunta dell’Unione è composta da tutti i sindaci dei Comuni membri: Carpineti, Casina, Castelnovo ne’ Monti, Toano, Ventasso (Comune nato dall’unione dei territori di Busana, Collagna, Ligonchio e Ramiseto), Vetto e Villa Minozzo.

 

Lo stemma, disegnato da Sara Pagnini, è stato concesso nel 2021 e si compone di uno scudo: “d’argento, al sole delle Alpi di verde, alla bordura dello stesso caricata di sette bisanti del primo”.

 

Il sole (o stella) delle Alpi è un antichissimo simbolo comune a tutta l’area alpina e appenninica era già il simbolo della precedente Comunità Montana, si definisce anche “fiore della vita” o “rosa dei pastori” o “rosa carolingia” e si trova rappresentato in diverse parti del mondo con differenti significati. In tutto l’arco alpino e appenninico, è motivo ricorrente in varie rappresentazioni decorative, intagliato su varie tipologie di oggetti in legno: collari per animali, scatole del formaggio o forme per il burro, articoli per la casa e la persona, scolpita sui sovrapporta, stipiti, e altro. Durante il Medioevo, questo simbolo decorativo, avrà larga diffusione sulle architetture civili e religiose lungo tutta la fascia montana e pedemontana soprattutto appenninica.

 

Secondo alcune interpretazioni rappresenterebbe il fiore primaverile di narciso e giunchiglia, tra i primi a spuntare nei pascoli quasi ad annunciare la buona stagione e il nuovo ciclo solare: per questo motivo è diventato già dalla Preistoria simbolo di rinascita, rigenerazione, gioia e speranza. È un simbolo direttamente collegato ai primitivi culti solari poi adottato dal Cristianesimo come simbolo della resurrezione.

 

I sette bisanti sono simbolici dei sette comuni che fanno parte dell’Unione.

 

 

 

 

Nota di Massimo Ghirardi

Stemma Ridisegnato


Disegnato da: Massimo Ghirardi

Stemma Ufficiale


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Profilo araldico


“D’argento, al bisante dello stesso, bordato di nero, caricato dal fiore a sei petali di verde, bottonato dello stesso; alla bordura di verde, caricata da sette bisanti d’argento, posti ai lati 3 e 3 ed 1 in punta. Lo scudo è timbrato dalla corona all’antica di sette punte visibili d’oro. Sotto lo scudo due fronde di alloro e di quercia, di verde, fruttate d’oro, decussate in punta, legate dal nastro tricolorato dai colori nazionali”.

Oggetti dello stemma:
bisante, sole delle Alpi
Pezze onorevoli dello scudo:
bordura
Attributi araldici:
caricato

Gonfalone ridisegnato


Disegnato da: Massimo Ghirardi

Gonfalone Ufficiale


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Colori del gonfalone: bianco

LEGENDA

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