Barchi


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Barchi

Terre Roveresche
Informazioni

Nell’affresco della sala della Fondazione Cassa di Risparmio di Fano al castello di Barchi (Castrum Barthii) è assegnato uno stemma diverso da quello in uso attualmente che si può blasonare: “Inquartato: nel primo e nel secondo d’azzurro al giglio d’argento sormontato dal lambello di tre pendenti di rosso, nel terzi e nel quarto di rosso al monte di tre cime d’oro all’italiana movente dal margine inferiore”.

Di questo stemma, derivato dal sigillo del Comune, se ne vedono diverse versioni simili, a stampa, negli Statuti del XVI secolo e, in stucco, nella chiesa della Resurrezione, più frequenti le varianti con “Troncato di azzurro e di rosso, alla croce d’argento attraversante, accantonata nei quarti superiori da un giglio d’oro, e nei quarti inferiori da un monte all’italiana di tre cime al naturale (verde), al lambello (?) di rosso in capo attraversante il tutto”, ma la dubbia interpretazione della figura in capo ha fatto ritenere che si trattasse di un baldacchino o di un padiglione ad ombrello, versione sancita dal decreto di concessione del 1957.

Nello stemma attuale risalente almeno al XIX secolo (è dipinto ad affresco da Ugo Amedei del 1887 nella volta del palazzo comunale di Mondavio) rimangono solo i due monti, di verde, e i gigli sono notevolmente ridotti e posti sotto il paravento basilicale. Si blasona: “Partito, il primo d’azzurro all’aquila dal volo abbassato, al naturale, coronata d’oro e ferma sulla campagna verde; il secondo di argento alla crocetta patente di rosso, accostata in capo da un baldacchino dello stesso, con nappe terminanti e, in punta dello scudo, da due monti all’italiana, di tre cime cadauno, fondati sulla terrazza dello stesso, contornate dai rami fruttati di olivo e di quercia” secondo il  D.P.R. 24 maggio 1957 di concessione.

L’aquila potrebbe richiamare quella, il resto fa riferimento ad elementi (anche mal estrapolati) dello stemma dei duchi (padiglione basilicale dello stato della Chiesa, monti della Rovere) e delle signorie che si sono succedute a capo della contea (gigli dei Bonarelli).

Il paese, che si eresse in Comune introno al 1283, e insiste su di un insediamento antichissimo, umbro o forse etrusco, che venne romanizzato nel sec. II a. C., e completamente riedificato nel sec. XIII. Fu feudo di Giulio della Rovere, dei duchi di Urbino poi inserito nel vicariato di Mondavio.
Il marchese Pietro Bonarelli della Rovere, fedele della famiglia che succedette ai Montefeltro sul trono ducale, venne infeudato di Barchi nel 1571 da Guidubaldo II duca di Urbino, col sostegno di quest’ultimo affidò all’architetto Filippo Terzi la realizzazione di una “Città Rinascimentale”, con un particolare impianto urbanistico comprendente il castello, il Palazzo Comunale con torre, la porta Nova, il Corso e la Collegiata, trasformando Barchi in una  piccola elegante capitale.

I Bonarelli portavano lo stemma: “di rosso alla colonna d’argento, col capitello e la base d’oro, coronata dello stesso, alla banda d’argento carica di tre leoncelli di rosso (alias: al naturale) attraversante sul tutto. Capo d’Angiò”.

 

 

Nota di Massimo Ghirardi

 

Bibliografia:

 

Carassai M. (a cura), 2015 – Le Marche sugli Scudi, Livi, Fermo.

Stemma Ridisegnato


Fonte: Giancarlo Scarpitta

Reperito da: Giovanni Giovinazzo

Disegnato da: Massimo Ghirardi

Stemma Ufficiale


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Profilo araldico


“Partito, il primo d’azzurro all’aquila dal volo abbassato, al naturale, coronata d’oro e ferma sulla campagna verde; il secondo di argento alla crocetta patente di rosso, accostata in capo da un baldacchino dello stesso, con nappe terminanti e, in punta dello scudo, da due monti all’italiana, di tre cime cadauno, fondati sulla terrazza dello stesso, contornate dai rami fruttati di olivo e di quercia. Ornamenti esteriori da Comune”.

LEGENDA

  • stemma
  • gonfalone
  • bandiera
  • sigillo
  • città
  • altro
  • motto
  • istituzione nuovo comune

    Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri (DPCM)
    riconoscimento
    24 Maggio 1957

    Trascritto nei Registri dell’Ufficio Araldico in data 10 dicembre 1957