Francia


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Stemma Ridisegnato


Disegnato da: Massimo Ghirardi

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Profilo Araldico


Non ancora una blasonatura

Note stemma


Dopo il 4 settembre 1870 le armi araldiche in Francia non sono più oggetto di alcun testo giuridico. Per cui l’emblema della Repubblica Francese è ufficioso :attualmente non esiste uno stemma ufficiale della République, il solo « simbolo ufficiale » è la bandiera (drapeau) tricolore francese.

Nella pratica però ci sono alcuni simboli di uso corrente : come ad esempio la composizione derivata da un’opera dello scultore Jules-Clément Chaplain, realizzata durante la III Repubblica per il Ministero degli Affari Esteri in uso a partire dal 29 luglio 1912. Fu ripresa dal noto illustratore araldico Robert Luis nel 1953, in ossequio all’incarico ricevuto dalla Commissione Interministeriale del 3 giugno 1953, al fine di rispondere alla domanda del Segretariato Generale delle Nazioni Unite che desiderava ornare la propria Sala delle Assemblee con le riproduzioni delle « armi ufficiali » degli Stati membri. R. Louis eliminò la « pelta » scudetto di ascendenza imperiale e creò lo stemma che si può blasonare : « D’azur, au faisceau de licteur posé en pal, sur deux branches de chêne et d’olivier passées en sautoir, le tout d’or lié par un ruban du même, chargé de la devise : Liberté — Égalité — Fraternité en lettres de sable »

(In italiano si blasona: D’azzurro, al fascio littorio posto in palo, su due rami di quercia e di olivo posti in croce di S. Andrea, il tutto d’oro, legato da un nastro dello stesso, caricato del motto : Libertà, Uguaglianza, Fraternità in lettere di nero).Contornato dal gran collare della Légion d’Honneur della Troisième République modello del 1881 (oggi sostituito da quello del 1953).

La Commissione adottò questo simbolo, che orna ancora la sala del Palazzo di Vetro dell’ONU a New York, ma la soluzione non riscosse l’approvazione di tutti, si rinviò al Governo la decisione definitiva sull’adozione« d’armoiries officielles » per la IV Repubblica e si decise che-…la République française serait, en l’attente d’une solution définitive, représentée par « une composition rappelant celle adoptée par la IIIe République pour les postes diplomatiques et consulaires à l’étranger »

(La Repubblica Francese sarà, nell’attesa di una soluzione definita, rappresentata da «  una composizione richiamante quella adottata dalla III Repubblica per le Poste Diplomatiche e Consolari per l’Estero »). Compare tutt’ora sulle copertine dei passaporti francesi (e sul sito della Presidenza della Repubblica) per il semplice fatto che la figura (monocromatica) della bandiera sarebbe ben difficilmente riproducibile e riconoscibile, al contrario del fascio littorio (la riconoscibilità del frontespizio dei passaporti è un obbligo derivato dagli accordi internazionali per la circolazione delle persone).

Le armi storiche della Francia sono, come noto, i gigli (fleurs-de-lys) d’oro in campo azzurro, simbolo legato al culto della Vergine Maria (« pura come giglio ») in uso senza soluzione di continuità per sei secoli (dal 1211 al 1792). Secondo la leggenda il re dei Franchi Clodoveo I (Clovis, 481-511) lo avrebbe ricevuto direttamente da un angelo il giorno del suo battesimo a Reims, ed egli li adottò in sostituzione dei tre crapauds (rospi) del suo stemma.

In realtà sono documentati solo dal XIII secolo, inizialmente rappresentati come “seminato” (senza numero definito) in campo azzurro, nel 1376 furono ridotti a tre da Carlo V, che intendeva porre il Regno di Francia sotto la protezione (oltre che della Vergine) della Santissima Trinità.

Durante il periodo Rivoluzionario lo stemma “reale” venne cancellato, troppo legato all’ Ancien Régime, preferendogli simboli ispirati all’Antichità classica. È in questo periodo che compare il “fascio littorio” come simbolo della Repubblica.

Il fascio littorio (o “consolare”) è un’insegna di origine etrusca costituito da un mazzo di verghe e da una scure, tenute insieme per mezzo di corregge: è il simbolo del potere coercitivo della legge, quindi dell’autorità dello Stato. Era portato in origine dai Littori, ufficiali di scorta al servizio degli alti magistrati Romani che, con il loro ufficio comminavano pene corporali e capitali.

La  “moda” di simboli dell’Antichità continuerà con Napoleone Bonaparte durante il Primo Impero, egli infatti scelse di raffigurare sulle proprie armi il simbolo dell’Impero Romano: l’aquila di Giove tenente un fascio di folgori con le zampe. Per altro Napoleone adottò anche le api come simbolo per le armi imperiali e a decoro del manto imperiale.

Secondo la leggenda le api erano simbolo dei primi re Merovingi, perché a Tornai nel 1653 ne furono trovate diverse in oro (anche se sembrerebbe trattarsi di cicale!) nella tomba di Childerico I (padre di Clodoveo), poi donate a Luigi XIV e, in seguito, conservate presso la Biblioteca Nazionale di Parigi. Si pensa che il primo simbolo dei re francesi fossero quindi le api, in seguito la loro forma stilizzata fu confusa con quello dei gigli e Napoleone I, forse per legittimare il suo trono, le fece riprodurre sul manto imperiale (al posto dei gigli della dinastia che aveva sostituito) e come emblema dei grandi dignitari e delle principali città dell’Impero (il cui stemma era caratterizzato da un capo di rosso caricato da tre api d’oro montanti poste in fascia).

Per tutto il resto del XIX secolo l’aquila e il giglio concorreranno a rappresentare lo Stato (e l’instabilità politica) ad ogni cambiamento di regime.

Il 30 aprile 1880, il Presidente del Consiglio (e Ministro degli Affari Esteri) Charles-Louis de Freycinet, decise che “gli scudi nazionali posti sopra le residenze delle ambasciate, legazioni o consolati, riprodurranno […] la figura della Repubblica come sul sigillo ufficiale, con l’esergo République Française”. Essa è composta essenzialmente da una figura muliebre con corazza e coronata d’alloro, posta al centro di una ghirlanda pure d’alloro e circondata dalla scritta République Française, separate da una stella a cinque punte. La figura è seduta su una panoplia di lance, bandiere, rami d’olivo e di quercia avvolti in un manto; con la medaglia della Légion d’Honneur pendente dalla ghirlanda.

Nel 1902 si cominciò ad usare uno scudo ellittico, caricato con le iniziali RF d’argento, circondate da una corona di foglie, accollato ad un fascio littorio e due vessilli tricolori, la Légion d’Honneur pende dal basso dello scudo, circondato da un serto di alloro e di quercia. Da questa immagine derivò quella dipinta sulla carrozza presidenziale approntata per la visita ufficiale del re di Spagna Afonso XIII del 1905.

Dovendo realizzare nel 1922 una tappezzeria con le “Armi di Francia” per il Commissariato Generale della Repubblica di Francia a Strasburgo venne ripreso il simbolo usato nel 1905, durante la visita del re di Spagna, che vennero anche citate in una risposta del Ministero degli Affari Esteri del 10 maggio 1929 all’Ambasciata di Germania, che chiedeva di conoscere le armi araldiche ufficiali della Repubblica Francese.

Durante la “Repubblica di Vichy” solo i grandi personaggi del Regime portavano una insegna, la famigerata “Francisque”, definita nel 1941 come emblema del maresciallo Philippe Pétain per i documenti ufficiali e sulle monete. Le armi del Capo dello Stato divennero quindi quelle dello Stato stesso.

Durante il primo mandato presidenziale di Jacques Chirac (1995-2002) venne utilizzato regolarmente un simbolo differente da quello riportato dai passaporti, un emblema già comparso nel 1912 nella scultura di Chaplain e composta da uno scudo, ispirato alla pelta, con gli angoli rilevati e terminanti in testa di leone e d’aquila, con il monogramma RF, accollato ad un fascio littorio e circondato da due rami, uno di olivo (simbolo di pace) e uno di quercia (simbolo di eternità e forza).

Nota di Massimo Ghirardi e Daniel Juric

LEGENDA

  • stemma
  • gonfalone
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  • motto
  • istituzione nuovo comune