Villa San Giovanni

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Fino al 1915 Villa San Giovanni usò uno stemma del quale ben poco si sa. L’unica immagine disponibile non è precisa in quanto non consente di interpretare i colori dei due campi. 

Il 25 aprile 1915 il Consiglio Comunale approvò la decisione di richiedere la concessione di uno stemma. Il disegno che fu realizzato è così descritto: 

“Il ricordo della città denominata Columna Regina che sorgeva dove terminava la via Aquilia, continuazione della via Appia, nella località Punta di Pezzo, dove era il punto più stretto dello Stretto di Messina, luogo allora denominato Trajectum Siciliae, perché ivi si effettuava il transito tra la Sicilia e il continente, si è voluto perpetuare figurando una colonna nel campo verde dello stemma. … (omissis) … L’industria dell’allevamento del baco da seta e della sua filatura si è voluta perpetuare nel campo bianco dello stemma, sotto forma di un fascio di erba con sopra il baco da seta, ed il bozzolo da esso prodotto, e con l’aggiunta di un aspo di filanda. Il fondo dello stemma è costituito dai colori della bandiera della Patria, oggi libera e unita”. 

 

 

Il disegno di questo stemma è una fedele riproduzione di quello conservato presso l’Archivio Centrale dello Stato. 

Finalmente, il 2 dicembre 1916 viene stilata una “Vertenza” per la “concessione di stemma”. Nell’estratto del verbale se ne legge una ulteriore descrizione: 

“Di verde e di argento con la sbarra di rosso sulla partizione, caricato il 1° di una Colonna di argento, ed il secondo di un aspo di filanda sostenente due fascetti di erba intrecciati su i quali ruminano alcuni Bachi da seta”. 

Chiaramente questa blasonatura dello stemma fu redatta da qualcuno che aveva scarsa conoscenza dell’araldica. Il blasone corretto potrebbe essere: 

“Trinciato dalla banda diminuita di rosso, il primo d’argento caricato di un aspo di filanda sostenente intrecciati due fascetti di erba sui quali brucano alcuni bachi da seta, il secondo, di verde caricato di una colonna d’argento.” 

Comunque, nella richiesta, veniva riportata quella descrizione che, presumibilmente, è all’origine del blasone riportato nel decreto di riconoscimento dello stemma. Tale teoria è anche convalidata da una lettera scritta dal Commissario del Re il 24 maggio 1917, riportata più avanti. 

Il 19 dicembre 1916 la Consulta Araldica scriveva: 
“… l’On. Commissione Araldica non scorge alcun ostacolo all’approvazione dello stemma proposto. Esso sarebbe però più semplice e bello senza la banda di rosso, la quale se, colla sua presenza, rammemora i colori nazionali, unita al verde ed all’argento dei due campi, non produce però come è posta, armonia di colore, e d’altronde non si rileva l’opportunità, che si accolga il principio che negli stemmi civici convenga riprodurre negli smalti i colori nazionali. Per queste ragioni si propone quale stemma pel comune di Villa San Giovanni: 

Trinciato, al 1° di verde ad una colonna d’argento, al 2°, d’argento caricato di un aspo di filanda sostenente intrecciati due ramoscelli di gelso sui quali brucano alcuni bachi da seta”. 

Presumibilmente intercorse una ulteriore richiesta da parte del Comune, per cui, il 24 maggio 1917, il Commissario del Re scrisse la seguente nota: 

Al Sig. Sindaco del Comune di Villa San Giovanni va risposto che la sola modifica introdotta allo stemma proposto, è la soppressione della banda di rosso. Restituisco la lettera. L’On. Amministrazione Comunale si persuaderà che lo stemma stabilito, mentre è pressoché eguale al proposto, avrà il pregio di maggior semplicità e miglior intonazione, non essendovi più il contatto del verde col rosso. 

Si ritiene che i campi dello stemma siano come nel disegno sopra riportato, ovviamente senza la banda di rosso e che quindi sia corretta la disposizione delle partizioni dello stemma in uso, che dovrebbe essere così blasonato: 

“Trinciato, al 1° d’argento caricato di un aspo di filanda sostenente intrecciati due ramoscelli di gelso sui quali brucano alcuni bachi da seta, al 2°, di verde ad una colonna d’argento”. 

L’immagine in bianco e nero dello stemma, recentemente ritrovata e presumibilmente copia del disegno originale potrebbe essere ridisegnata come nell’immagine che la affianca. 

Chiaramente, durante il ventennio, lo stemma fu usato con il capo del littorio. 

L’unica immagine disponibile è quella riportata su una marca di diritti di segreteria. 

Presumibilmente la forma dello stemma in atto in uso sul gonfalone deriva dall’abolizione del capo del littorio. Praticamente si è tagliato il capo, abbassando l’altezza dello scudo. I disegni di colonna, aspo e rametti, col tempo, si andarono via via semplificando, fino al 2013, anno in cui si procedette ad un restiling dello stemma. 

Il gonfalone 

Fino al 2003 fu in uso un gonfalone con lo stemma trinciato d’argento e di nero con le figure e gli ornamenti esterni in oro. 

Nel 2004 fu realizzato un nuovo gonfalone, che praticamente ebbe vita breve, in quanto nel 2005, con l’ottenimento del titolo di città, ne fu realizzato un altro che, stranamente, è di colore azzurro (v. gonfalone ufficiale). 

Pubblicazione curata da Pasquale Fiumanò