Trebaseleghe

Questa pagina speciale è riferita al Comune di Trebaseleghe


Lo stemma “troncato” (diviso in due sezioni in senso orizzontale) fa riferimento nella partizione superiore al castello medioevale di Trebaseleghe che apparteneva al vescovo di Treviso, Il più antico documento che lo cita è la bolla di papa Eugenio III del 1152. Era una fortificazione di particolare interesse strategico e sorgeva probabilmente tra i corsi d’acqua Blessima (forse l’attuale Zero o il Marzenego) e Draganziolo.

Il villaggio ed il castello furono devastati nel 1224 da Ezzelino III da Romano e dieci anni dopo durante la guerra tra Padovani e Trevigiani.

A difesa del maniero erano stateo scavate fosse profonde ed innalzate delle “motte”, montagnole o bastioni in terra battuta, di cui erano visibili i segni oltre mezzo secolo fa in proprietà Zorzetto di via Fossalta-Manetti.

Nella parte inferiore dello scudo sono stati posti tre classici portici basilicali, a ricordo di una delle versione etimologiche del toponimo Trebaseleghe significante appunto tre porticati adibiti ad uso pubblico.

Originariamente trattavasi, riferisce il conte Trieste, di una sala ove si pronunciavano i giudizi e si tenevano le concioni.

Le basiliche divennero poi negozi costruiti presso il foro e con tale termine furono denominati gli edifici cristiani e gli spazi nei chiostri delle chiese.

In precedenza fu proposto di assumere come stemma civico tre chiese (o croci) che facessero riferimento alla versione etimologica secondo cui il toponimo significherebbe “Trebasiliche”, tre chiese: la matrice e le due filiali di Cappelletta e Fossalta.

A titolo di curiosità si può ricordare che il Comune di Trebaseleghe fu il primo ente concessionario (dopo la Provincia) ad ottenere l’ufficializzazione del proprio simbolo araldico nel padovano. La delibera consiliare di adozione risale al 1° luglio 1917. La miniatura allegata alle Lettere Patenti non fu però rintracciata.

Giancarlo Scarpitta ha ottenuto l’apposizione di un nuovo visto di conformità su un nuovo bozzetto ed ha nel contempo predisposto anche la pratica per l’ufficializzazione del gonfalone in uso.

In precedenza, sulla carta intestata dell’ente ed in tutti gli oggetti di pertinenza municipale, veniva adoperato uno scudo non rigorosamente sannitico in quanto il suo lembo superiore era costituito da due linee concave.