Marcello II – Cervini


Marcello II – Cervini

Marcello II, nasce a Montefano il 6 maggio 1501 da Ricciardo dei Cervini degli Spannocchi, la cui famiglia è originaria di Montepulciano. La madre si chiamava Cassandra Benci. Tornato in Toscana con la famiglia, trascorse l’infanzia e la fanciullezza a Montepulciano. Il padre era funzionario della Penitenzieria Apostolica; la sorella, Cinzia Cervini, fu la madre di san Roberto Bellarmino, cardinale e dottore della Chiesa.

Intorno al 1520 il Cervini venne inviato a Siena e fu affidato alla protezione del cardinale Giovanni Piccolomini. Nella locale università studiò greco antico, matematica e astronomia. Frequentò le riunioni dell’Accademia senese.

Dopo la morte del padre, nel 1534, si stabilì a Roma. Lì conobbe Annibale Caro, Angelo Colocci, Carlo Gualteruzzi, Giovanni Della Casa, Bernardino Maffei Piero Vettori e Pietro Bembo. Dimostratosi “un valente giovane” godette ben presto di un’alta reputazione per la sua integrità morale e per le sue grandi doti spirituali.

Fu membro della commissione istituita da papa Clemente VII per la riforma del calendario giuliano.

Grazie ai legami della propria famiglia con quella dei Farnese fu accolto da questi ultimi.

L’elezione di Paolo III Farnese, nel 1534, diede l’avvio alla carriera curiale del futuro papa.

Divenuto segretario del “gran cardinale”, Alessandro Farnese, fu ordinato sacerdote nel 1535.

Nel 1538, Alessandro Farnese fu nominato direttore della Segreteria pontificia e Marcello divenne  il segretario personale di Alessandro, ma, in realtà, fu lui stesso a gestire  il maneggio delle cose papali.

In questa veste, fu impegnato in diverse missioni diplomatiche. Nel giugno 1538, si recò a Nizza con Paolo III per discutere con il re di Francia, Francesco I, della pace con l’impero.

Nel 1539, fu al seguito del cardinal Farnese prima in Spagna presso l’imperatore Carlo V poi durante gli incontri tra Francesco I e Carlo V.

Il 19 dicembre 1539 Paolo III lo creò cardinale. Svolse così un ruolo primario incontrando Francesco I ad Amiens e Carlo V a Gand.

Dal 1540 partecipò alle discussioni sulla riforma ecclesiastica propendendo per una riforma radicale dell’istituzione e delle sue gerarchie.

Fu inviato, in qualità di legato, nel gennaio 1541, alla Dieta di Ratisbona.

Fu uno dei tre legati papali al Concilio di Trento.

Nel 1547, ottenne con un altro delegato, il trasferimento dei lavori del Concilio da Trento a Bologna, in funzione anti-imperiale.

Nel 1550, divenne pontefice Giovanni Maria Ciocchi del Monte. Il nuovo papa, che prese il nome di Giulio III, lo nominò Presidente della Commissione per la riforma ecclesiastica, ma, non condividendo la politica nepotista del nuovo pontefice, lasciò Roma e si trasferì a Gubbio dove visse fino alla morte del papa.

Si concentrò nell’attività di cardinale protettore di agostiniani e serviti, dei quali favorì la correzione e la riorganizzazione. Sostenne anche la Compagnia di Gesù.

Divenne anche membro dell’Inquisizione e cardinale protettore degli agostiniani.

 

Durante il Conclave del 1555, i cardinali erano divisi in due gruppi: uno appoggiava il candidato francese; l’altro il candidato imperiale. Al primo turno Gian Pietro Carafa, decano del collegio cardinalizio, ottenne 12 voti, Cervini otto e Ippolito d’Este sei. Al turno successivo uscì eletto Marcello Cervini.

Marcello Cervini fu eletto papa la sera del 9 aprile 1555 nella Cappella Paolina in Vaticano e il giorno dopo fu incoronato dal cardinale Francesco Pisani. Nella scelta del nome pontificale preferì mantenere il nome di battesimo. Sarà l’ultima volta per un romano pontefice.

Il nuovo pontefice volle una cerimonia dell’incoronazione con un tono dimesso e umile. Rinunciò ai festeggiamenti pubblici, devolvendo ai poveri il danaro stanziato dalla Curia per i riti previsti dal protocollo dell’elezione papale.

Marcello II regnò sulla Chiesa cattolica solo per 22 giorni, il sesto pontificato più breve della storia.

Tra le sue prime decisioni vi fu quella di comunicare ai propri familiari di non trasferirsi a Roma. Ciò induce a pensare che il nuovo pontefice rifiutasse le logiche nepotiste e i favoritismi di qualsiasi genere verso i propri consanguinei.

Decise di organizzare un vertice tra Francia e Spagna con lo scopo di ravvicinare le due nazioni. A questo scopo scrisse una serie di lettere a Carlo V, al principe Filippo e alla regina Maria I d’Inghilterra.

Il 30 aprile 1555 fu colpito da un attacco apoplettico e il giorno dopo morì. Mancava una settimana al suo 54º compleanno.

Fu sepolto nelle grotte vaticane in un semplice sarcofago paleocristiano, così come egli desiderava. Il 16 ottobre 1606 le sue spoglie furono traslate in un sepolcro cristiano antico, sempre nelle grotte vaticane.

Lo stemma papale riprende in toto lo stemma della famiglia Cervini in cui la cerva ha un’evidente funzione parlante, mentre le spighe hanno il compito di ricordare la grande produttività e ricchezza di terreni della famiglia.

Si blasona: “D’azzurro, al cerbiatto coricato su di una pianura al naturale e attraversante alla base le nove spighe di grano disposte a ventaglio a tre a tre, il tutto d’oro”.

 

Note di Bruno Fracasso

Stemma Ridisegnato


Disegnato da: Massimo Ghirardi

Stemma Ufficiale


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Profilo araldico


“D’azzurro, al cerbiatto coricato su di una pianura al naturale e attraversante alla base le nove spighe di grano disposte a ventaglio a tre a tre, il tutto d’oro”.

Oggetti dello stemma:
cerbiatto, pianura, spiga
Attributi araldici:
attraversante alla base, coricato, disposto a ventaglio, posto 3-3

LEGENDA

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