Gregorio XI – Roger de Beaufort


Gregorio XI – Roger de Beaufort

Pierre Roger de Beaufort, nacque a Rosiers-d’Égletons, il 9 maggio 1330 fu l’ultimo dei papi di Avignone poiché nel 1377 riportò a Roma la sede papale.

Nacque nel Castello di Maumont, nella regione francese del Limosino, figlio del conte Guglielmo di Beaufort e di Marie du Chambon e nipote di papa Clemente VI. Fece una precoce carriera ecclesiastica e studiò all’Università di Angers. Nel 1342, appena dodicenne, divenne canonico del capitolo della cattedrale di Rouen poi di quello di Rodez e quindi di quella di Parigi, di cui divenne anche arcidiacono.

Al compimento dei diciotto anni, nel 1348, lo zio Clemente lo fece cardinale diacono della diaconia di Santa Maria Nuova. Successivamente compì diversi importanti studi in teologia e in giurisprudenza anche presso l’Università di Perugia sotto la guida di Baldo degli Ubaldi, ed effettuò moltissimi viaggi in Italia, ove nel 1367 fu pure accompagnatore di papa Urbano V. Fu arciprete della basilica di San Giovanni in Laterano dal 1348 al 1370, e dal 1368 al 1370 anche della basilica liberiana. Nel 1368 divenne cardinale protodiacono.

Dopo la nomina a cardinale, Pierre Roger de Beaufort partecipò al conclave del 1370, che elesse lui stesso con voto unanime. Non essendo ancora divenuto sacerdote, dovette essere ordinato presbitero e vescovo prima dell’incoronazione ufficiale. La consacrazione fu effettuata dal vescovo e cardinale Guy de Boulogne. Prese il nome pontificale di Gregorio XI.

Nel 1371 promosse una lega contro i Visconti di Milano che cercavano d’impadronirsi del Piemonte e della Romagna, concludendo poi con essi la pace nel 1375.

Durante il suo pontificato vennero prese misure vigorose contro le eresie che avevano preso piede in Germania, in Inghilterra e in altre parti d’Europa; venne inoltre fatto uno sforzo sincero di portare a una riforma dei vari ordini monastici. Le diciannove proposizioni di John Wyclif e i tredici articoli del Sachenspiegel vennero condannati formalmente da Gregorio XI nel 1373.

Fu convinto assertore della necessità che il Papa dovesse risiedere a Roma: questa convinzione venne in lui ampiamente stimolata dalle parole evocatrici di Caterina da Siena, alle quali si deve quasi completamente il ritorno della sede pontificia in Italia, avvenuto il 17 gennaio 1377.

Gregorio non sopravvisse molto al ritorno, morendo il 27 marzo 1378. I suoi resti riposano in un pregevole monumento sepolcrale situato nel transetto di destra della basilica di Santa Francesca Romana, che all’epoca era conosciuta come «chiesa di Santa Maria Nuova».

Una curiosità su questo papa è che non ne abbiamo un’immagine ufficiale certa poiché se ne hanno solamente alcune immagini su miniature che però spesso non corrispondono tra di loro. La mancanza di un ritratto ufficiale deriva dal fatto che non venne fatto di lui un ritratto “post mortem” come era d’uso in quel periodo. Del resto sulla sua tomba non esiste un gisant che lo ritragga da defunto.

 

Lo stemma papale si blasona: «D’argento, alla banda d’azzurro accompagnata in capo e in punta da tre rose di rosso bottonate d’oro, ordinate in cinta».

Si tratta dello stemma di famiglia di Guillaume II Roger, conte di Beaufort-en-Vallée eccetto nella presenza di un cimiero, che nello stemma papale è sostituito dalla tiara, che si blasona «D’argento, alla banda di azzurro, accompagnata da sei rose di rosso, bottonate d’oro, poste in orlo. Cimiero: una testa di vegliardo barbuto coronata da un tortiglione d’argento e di rosso».

 

 

 

Note di Bruno Fracasso

Stemma Ridisegnato


Disegnato da: Massimo Ghirardi

Stemma Ufficiale


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Profilo araldico


«D’argento, alla banda d’azzurro accompagnata in capo e in punta da tre rose di rosso bottonate d’oro, ordinate in cinta».
Oggetti dello stemma:
rosa
Pezze onorevoli dello scudo:
banda
Attributi araldici:
accompagnato in capo, accompagnato in punta, bottinato, ordinato in cinta

LEGENDA

  • stemma
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