Diocesi di Saluzzo


Diocesi di Saluzzo

La Diocesi di Saluzzo (Dioecesis Salutiarum) ha adottato uno stemma agli inizi del 2019, disegnato dall’araldista Carlo Barbieri, e approvato dal vescovo Cristiano Bodo. L’emblema richiama i colori della città, argento e azzurro, a loro volta derivati dallo stemma dei marchesi di Saluzzo (“d’argento al capo d’azzurro”) che fecero erigere la Diocesi, a questi è stata associata la figura di San Chiaffredo (o Teofredo, o anche Pier Jafredo), che la tradizione vuole esser stato un militare romano della Legione Tebana, al comando di San Maurizio, che fu sterminata ad Agaune (Svizzera) nel III secolo per essersi rifiutata di combattere contro la popolazione cristiana, una versione della vicenda vuole che Chiaffredo, ferito, sia riuscito a scappare e a rifugiarsi in Piemonte, dove però venne raggiunto e trucidato. È uno dei santi patroni della città di assieme a San Costanzo.

Si può blasonare: “d’argento al capo mantellato d’azzurro, alla figura di San Chiaffredo in armatura al naturale”.

 

La Diocesi fu eretta, su istanza di Margherita di Foix, vedova del marchese Ludovico II di Saluzzo, il 26 ottobre 1511 con la bolla Pro excellenti di papa Giulio II della Rovere, realizzando il desiderio del marito di svincolarsi dal potere anche ecclesiastico di Torino, ricavandone il territorio dalla Diocesi di Torino per 55 parrocchie, dalla Diocesi di Alba per 10 parrocchie e dalla Diocesi di Asti per 4 parrocchie. Tuttavia i confini della Diocesi e quelli del marchesato non arrivarono a coincidere. La Diocesi non era suffraganea ma immediatamente soggetta alla Santa Sede, mentre oggi è suffraganea della sede metropolitana di Torino. Il primo vescovo fu il ventiduenne Giovanni Antonio della Rovere, nipote del papa (e cugino dell’arcivescovo di Torino Giovanni Francesco della Rovere) che, però, non venne mai consacrato vescovo per via della giovane età e che pochi mesi dopo rinunciò in favore del fratello Sisto, di quattro anni più giovane, che neppure raggiunse mai la sua sede vescovile, delegando al vicario Antonio Vacca (vescovo titolare di Nicomedia) la cura pastorale; fu il vescovo Giuliano Tornabuoni il primo che prese possesso canonico e risedette nella Diocesi dal 13 luglio 1516.

 

Il 1º giugno 1803, in occasione del riordino delle diocesi piemontesi volute da Napoleone Bonaparte, la diocesi di Saluzzo entrò a far parte della provincia ecclesiastica dell’arcidiocesi di Torino e contestualmente ingrandì il proprio territorio con l’incorporazione di quello della soppressa diocesi di Pinerolo acquisendo gli attuali confini (anche se la diocesi pinerolese verrà ristabilita il 17 luglio 1817 con la bolla Beati Petri di papa Pio VII).

 

Dal 1º settembre 2011 l’ex palazzo dei vescovi di Saluzzo, la cui forma attuale risale all’opera di risistemazione di edifici preesistenti operata dal vescovo Carlo Giuseppe Morozzo (1698-1729), ospita il Museo Diocesano di arte sacra. Lo stesso palazzo accoglie anche la Biblioteca Diocesana, istituita con decreto vescovile del 18 settembre 2012. La biblioteca accoglie i fondi librari appartenuti al seminario diocesano, al Collegio dei gesuiti di Saluzzo (che li donarono alla diocesi quando la Compagnia venne soppressa) e ad altri enti e istituzioni del territorio.

 

 

Nota di Bruno Fracasso e Massimo Ghirardi

Stemma Ridisegnato


Disegnato da: Massimo Ghirardi

Stemma Ufficiale


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Profilo araldico


“D’argento al capo mantellato d’azzurro, alla figura di San Chiaffredo in armatura al naturale”.

Colori dello scudo:
argento, azzurro
Partizioni:
capo
Oggetti dello stemma:
figura di San Chiaffredo
Attributi araldici:
in armatura, mantellato

LEGENDA

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  • istituzione nuovo comune